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15 febbraio: Giorno della Vergogna

No: la libertà, l’uguaglianza, il diritto, la dignità umana, la ragionevolezza, la decenza in Italia non sono morte oggi. Hanno cominciato a morire il 9 marzo 2020, quando abbiamo accettato più o meno senza battere ciglio che con un atto amministrativo come il DPCM si impedisse ai cittadini di spostarsi liberamente sul territorio nazionale e addirittura di uscire di casa se non per motivi primari e con un’autocertificazione da consegnare alla polizia.

Hanno continuato a morire quando abbiamo accettato che il governo impedisse ai bambini di stare all’aria aperta, di giocare nei parchi, di andare a scuola. Quando governo e media hanno additato come untori chi faceva jogging, chi andava sulla spiaggia o passeggiava nei boschi, chi prendeva un aperitivo seduto a un tavolino.

Sono entrati in coma profondo quando non abbiamo avuto niente da obiettare all’instaurazione di uno stato di emergenza totalmente incostituzionale, e alla sua proroga automatica ripetuta spudoratamente.

E poi quando abbiamo accettato che uno strumento come i nuovi vaccini, utile ma non risolutivo e comportante dubbi e problemi come ogni trattamento sanitario, fosse idolatrato come un vitello d’oro, unica salvezza, di fronte al quale ogni obiezione e dubbio era una bestemmia.

Sono entrati in stato di morte cerebrale quando abbiamo subìto senza reagire, o reagendo poco e male, l’imposizione di un QR attestante la vaccinazione per entrare in ristoranti, treni, aerei, spacciata per “sicurezza di trovarsi tra persone non contagiose”, e l’inutile obbligo di un vaccino che non immunizza né evita contagi per operatori sanitari, forze dell’ordine, insegnanti. Quelle ci furono vendute – con bugie dalle gambe cortissime – come misure di sicurezza per i “fragili”, mentre erano la prima tappa di un regime di controllo totale, della violazione della libertà terapeutica, della violazione del diritto di difendere il proprio corpo dall’invasione totale del potere.

Non ci sarebbe questo 15 febbraio – #giornodellavergogna in cui viene completato un regime di apartheid e persecuzione riducendo alla fame chi non si fa somministrare dallo Stato una siringa dagli effetti parziali e provvisori, e dagli effetti avversi ormai comunemente riconosciuti, per una malattia da cui più del 99% dei contagiati guarisce senza problemi immunizzandosi per via naturale – se prima non ci fosse stato quel 9 marzo, e poi il 6 agosto e il 15 ottobre del 2021, in cui la tessera verde della discriminazione è stata istituita ed estesa, per trasformarla, nelle intenzioni dei governanti di questo paese, in un guinzaglio a cui tenere legati i cittadini a tempo indeterminato.

Oggi che milioni di nostri concittadini sono ridotti peggio che nell’Alabama segregazionista, peggio che nel Sudafrica dell’apartheid, chiunque per paura, per viltà, per conformismo, per opportunismo, per ingenua fiducia nelle istituzioni abbia sostenuto, giustificato, accettato, subito, ignorato questa serie di offese vergognose all’umanità si guardi nello specchio, cerchi di sostenere il proprio sguardo, si faccia finalmente un esame di coscienza.

E se dopo tutto questo ancora non prova vergogna, non cambia registro, non comprende che è necessario rivendicare la restituzione integrale di tutti i diritti umani e costituzionali da parte di un potere completamente squalificato, pensi che la campana suona anche per lei/lui, che crede di essere “in regola” da buon fariseo.

Perché il green pass a tempo indeterminato, diventato “nuova normalità”, attivabile ad arbitrio del governo per imporre qualsiasi passaggio sotto le Forche Caudine esso riterrà conveniente in futuro, non è uno strumento di persecuzione rivolto soltanto contro i “mostri” no vax che la propaganda di regime ha costruito come capro espiatorio, ma contro tutti, senza distinzione.

E il ricatto/obbligo di vaccinazione non è l’imposizione brutale di una prestazione occasionale, ma l’imposizione della firma di una cambiale in bianco a beneficio del Sovrano. Non trasforma in sub-uomo senza più diritti soltanto chi non si vaccina, ma anche chi si è obbedientemente inoculato, dal quale il governo pretende che si continui a vaccinare tutte le volte che esso glielo ordinerà, e pretenderà in futuro chissà quante e quali ulteriori prestazioni, pena la scadenza della cittadinanza e la precipitazione da un giorno all’altro nel girone dei dannati disobbedienti.

Anche chi oggi si crede assolto, sarà per sempre coinvolto

Prof. Eugenio Capozzi

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Illustrazione di copertina: Owen Gent

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