Abusi di potere
Quando il 23 luglio scorso il governo ha varato il primo obbligo di lasciapassare vaccinale (chiamato orwellianamente e ridicolmente “green pass”) osservai che l’aspetto peggiore, più pericoloso, più liberticida di quel decreto non era nemmeno quella vergognosa misura di apartheid, ma la conferma del sistema a “zone colorate” per le regioni, per di più con criteri ancora più restrittivi che in passato. Insomma, il problema principale era che rimaneva in piedi, e anzi veniva peggiorato, tutto il sistema dei poteri speciali di governo legati allo stato di emergenza incostituzionale prorogato infinite volte dal 31 gennaio 2020: il governo poteva, e può ancora, decidere di sopprimere libertà fondamentali dei cittadini attraverso lockdown, coprifuoco, chiusure di attività con il pretesto di un allarme sanitario inesistente, anche con ospedali e T.I vuoti quasi al 90%. Una mostruosità gigantesca.
Dopo più di un mese, e alla vigilia dell’entrata in vigore di ulteriori applicazioni aberranti di quella misura aberrante (scuola, università, trasporti) non posso che confermare quella considerazione.
Sono ancora lo stato di emergenza, il sistema a fasce, il potenziale potere arbitrario di governo e Cts di imprigionare i cittadini, i principali insulti alla Costituzione e ai diritti civili in Italia. Il lasciapassare vaccinale come ricatto per obbligare con la forza a vaccinarsi e le spinte verso l’obbligo generale in stile Turkmenistan – che nessun paese liberaldemocratico europeo o occidentale si sogna lontanamente di istituire – nel giro di poche settimane si riveleranno per quello che sono: misure inutili e controproducenti sul piano sanitario, oltre che illiberali e inique.
Come sta succedendo nei paesi a più alta percentuale di inoculati (Israele, Islanda, Regno unito in primis) sarà evidente anche ai ciechi che essere vaccinati non dà alcuna garanzia di immunità nei luoghi pubblici, e anzi un pass di presunta immunità può addirittura favorire i contagi. E in autunno le nuove “varianti” (in realtà i nuovi virus para-influenzali stagionali) ridurranno a livelli molto bassi, ancora più bassi, la protezione offerta dai vaccini attuali, già scemata dopo pochi mesi, a differenza della cera immunizzazione, quella naturale.
A questo punto i paesi liberaldemocratici intenzionati a rimanere tali prenderanno (in realtà stanno già prendendo) atto della realtà e considereranno i derivati del Covid come normali malanni stagionali, concentrandosi sulla “protezione focalizzata” dei cittadini più fragili attraverso gli aggiornamenti dei vaccini e le molte terapie farmacologiche efficaci.
Viceversa le nazioni i cui governanti hanno intrapreso una discesa lungo la china dell’autoritarismo conclamato non avranno altra scelta, per mantenere alta la tensione emergenziale, che martellare sulla necessità di una nuova campagna vaccinale di massa di terze e quarte dosi come unica strada, ancora una volta, per “tornare liberi”.
E l’Italia, se non cambiano drasticamente gli equilibri politici e gli umori della società civile, ricadrà purtroppo presumibilmente nella seconda categoria. Se dovrà lanciare questa nuova crociata, il nostro governo di regime sanitocratico non potrà battere più sul tasto del “green pass”, ormai superato dai fatti e obsoleto. Questo non vuol dire che esso sarà abolito: nel nostro paese in genere le misure illiberali introdotte con questa o quella emergenza non vengono cancellate, ma si sedimentano le une sulle altre, perché possono sempre tornare utili per qualche successivo abuso di potere (vedi le leggi sui pentiti o sulle intercettazioni). Quindi il GP sarà tenuto in vita, ma praticamente non sarà più operante.
Come farà allora il regime emergenziale a convincere/ricattare/costringere i cittadini a farsi inoculare di nuovo, ricominciando tutto il gioco retorico del “dovere civico”, nonostante ovviamente quei cittadini si sentiranno legittimamente presi per i fondelli, e saranno comprensibilmente riluttanti a prestarsi al ruolo di “malati fino a prova contraria”? Semplice. Con un nuovo, draconiano giro di lockdown, di coprifuoco, di Dad, reso possibile proprio dalle soglie ridicolmente basse stabilite a luglio.
Il mantra sarà “nuovo vaccino per le fasce a rischio, ma poi tendenzialmente per tutti, o chiusure”: e intanto faranno le chiusure, peggio dell’anno scorso. Coi soliti slogan “chiudiamo ora per salvare … “, e “il tempo di mettere in sicurezza gli ospedali, le fasce a rischio, etc”.
Spero molto di sbagliarmi, ma temo che ci troveremo in questa situazione al massimo entro due mesi. Può ancora andare diversamente? Difficile. Potrebbe, se finalmente la società civile (sulle forze politiche c’è ormai poco da fare affidamento) aprisse gli occhi e, davanti a questa enormità, si sollevasse compatta, spaventando le alte sfere del regime del nostro “failed state”. Ma mi pare ormai di poter dire che a gran parte dei nostri connazionali – inclusi i famosi “ceti produttivi” – un regime di stampo fascista, comunista, di dispotismo asiatico, talebano non dispiace, dà un senso di protezione, salvo poi quando si arriva ai suoi obbligati esiti apocalittici, davanti ai quali tutti cominciano a disperarsi e a dare a qualcun altro la colpa della propria vigliacca complicità.
Illustrazione di copertina: Dan Bejar