Armi silenziose per guerre tranquille. Il mondo nuovo [2]
Il primo a capirlo fu Tocqueville, nella prima metà del secolo XIX: in democrazia, si lascia il corpo per attaccarsi all’anima, ovvero la violenza diventa indiretta, obliqua. Lo ribadisce Huxley. “Alla luce di quanto abbiamo imparato sul comportamento animale in generale e umano in particolare (la prima regressione… N.d.R.) è diventato evidente che il controllo delle attitudini non conformi è meno efficace rispetto al rafforzamento delle condotte soddisfacenti per mezzo di ricompense e che, nell’insieme, il terrore rende meno della manipolazione non violenta dell’ambiente, dei pensieri e dei sentimenti dell’individuo”. Rinforzo (positivo o negativo), in psicologia comportamentista, è la definizione della conseguenza applicata alla condotta, che impronterà-rafforzerà il comportamento futuro ogni volta che è preceduto da uno specifico stimolo. Crediamo ancora al fantasma della libertà, laddove la manipolazione è all’ordine del giorno? Tecniche, sempre tecniche, “il più freddo dei mostri freddi (Nietzsche) applicate alla manipolazione individuale e collettiva.
Di conseguenza, aumenta a dismisura il potere burocratico e organizzativo che Bertrand de Jouvenel chiamava Minotauro. La differenza è unicamente la sua privatizzazione: il Minotauro, il mostro feroce dal corpo di uomo e la testa di toro, non è lo Stato, ma la Governance globale al servizio dell’oligarchia privata: multinazionali, giganti tecnologici, padroni del denaro, poche centinaia di soggetti e di famiglie, i veri Governatori. Eugenetista a sua volta, come il fratello Julian, Aldous Huxley enuncia un’altra triste verità: il declino qualitativo della popolazione e dell’intelligenza, oggi confermato dagli studi e conosciuto come “effetto Flynn”, dal nome dello scienziato neozelandese che ha studiato il declino del quoziente intellettivo dei popoli occidentali. “Malgrado le nuove droghe–miracolo e i trattamenti più efficaci (si potrebbe dire, in un certo senso, grazie ad essi) la sanità fisica delle masse non migliorerà, anzi sarà accompagnata dal declino dell’intelligenza media”.
La nostra società tende a rendere l’uomo un automa che paga la sua sconfitta esistenziale con disagi mentali, spirituali e psicologici sempre più frequenti e con un’angoscia che si dissimula nella frenesia dell’attivismo continuo e del preteso piacere. In qualche momento Huxley pare avvicinarsi a René Guénon constatando la nullità dell’uomo moderno, il suo anonimato nel regno della quantità. “Milioni anormalmente normali vivono senza storia in una società in cui non sapranno essere pienamente umani e si attaccheranno all’illusione dell’individualità. Depersonalizzati, la loro conformità evolve nell’uniformità dopo aver raggiunto l’equivalenza nella nullità. Talvolta, in Huxley, dietro analisi perfette, riaffiora il nativo impulso elitario e malthusiano: le comunità organiche di ieri si trasformano in termitai di insetti “sociali”. “Nel presente, la pressione della sovrappopolazione e dell’evoluzione tecnica accelerano quel movimento.” La conseguenza è la pressione fortissima – in Occidente – verso una società-obitorio: aborto libero e gratuito, eutanasia attiva, contraccezione. Il reverendo Malthus sale al potere dopo un lungo sonno negli ambulacri dei circoli di potere. In Francia, il presidente Macron ha dato ampio risalto alla nuova norma che offre anticoncezionali gratuiti alle giovani: la terra del tramonto accelera la sua fine rifiutando di riprodurre se stessa. Scoprirà la prossima generazione quali sono gli effetti a lungo termine delle terapie geniche di massa inoculate sotto forma di iniezione antivirus.
Da tempo, l’organizzazione totale, diventata morale sociale, descritta negli anni Cinquanta da sociologi come William Whyte (L’uomo dell’organizzazione) ha sostituito il principio antico che dava priorità alla Persona. Le parole chiave di Whyte sono quelle della nostra quotidianità: adattamento, comportamento sociale e antisociale, integrazione, acquisizione di tecniche sociali, lavoro di squadra. È un’ingegneria sociale che la fa finita con il cristianesimo. Lo intuisce l’Huxley parzialmente pentito del Ritorno al Mondo Nuovo: secondo la morale sociale, Cristo aveva torto affermando che il sabato è stato fatto per l’uomo. Al contrario, nel mondo dei Governatori e degli organizzatori sociali, l’uomo è fatto per il sabato, ossia per una vita eterodiretta, programmata, un’assenza programmatica travestita da vacanza e da piacere.
Il futuro indolore del dominio è programmato: “Nelle dittature più efficaci di domani, ci sarà senza dubbio molta meno forza dispiegata. I sudditi dei futuri tiranni saranno irreggimentati senza dolore da un corpo di ingegneri sociali altamente qualificati.”
Huxley annuncia un nuovo Medioevo, non quello di Guénon, né quello della rinascita spirituale invocato dal russo Nikolaj Berdjaev, ma quello di un neofeudalesimo in cui ai servi della gleba postmoderna è vietato tutto, a partire dal libero movimento e quindi la proprietà del corpo fisico, ma i cui padroni, a differenza degli antenati, non hanno l’obbligo del sostentamento dei sudditi. Il potere della propaganda annunciato, sulla scia di Edward Bernays, il nipote di Freud, inventore della pubblicità moderna, presenterà tesi “contraffatte, falsificate o troncate, eviterà gli argomenti logici e cerca di influenzare le sue vittime con la semplice ripetizione di slogan, la furiosa denuncia di capri espiatori, l’associazione machiavellica delle passioni più vili con i più alti ideali, l’esaltazione degli impulsi più bassi. Ce n’é anche per la libertà di stampa, diventata industria dell’informazione, che non si occupa né del vero né del falso, ma dell’irreale e dell’irrilevante. Conta solo l’ansia di distrazione e soddisfazione immediata, come ai tempi del poeta latino Giovenale. Il popolo due sole cose ansiosamente desidera: pane e giochi circensi. Panem et circenses.
Il futuro è per la “distrazione ininterrotta”, inframmezzata dalla propaganda. “Oltre alla radio, agli altoparlanti, cineprese e rotative, il propagandista contemporaneo può avvalersi della televisione per trasmettere non solo la voce, ma l’immagine del suo cliente e registrarla su nastri magnetici. Grazie ai progressi tecnici, il Grande Fratello ora può essere onnipresente quasi quanto Dio. Inoltre, non è solo in quest’area che sono state apportate nuove risorse al gioco del dittatore. Dopo Hitler, è stato svolto un lavoro considerevole nella psicologia applicata e nella neurologia, i campi d’elezione del propagandista, dall’indottrinatore, del lavandaio del cervello.” E Huxley non conosceva ancora il potere onnipervasivo della grande rete e dei media sociali. Bernays diffuse il fumo tra le donne attraverso una campagna obliqua, che sembrava lottare per l’emancipazione femminile. In tutti i messaggi, in ogni filmato, appariva almeno una donna emancipata, sempre con la sigaretta in bocca o nelle mani. Attraverso la manipolazione di forze nascoste gli esperti di pubblicità ti fanno acquistare i loro prodotti – indifferentemente un dentifricio, una marca di sigarette, un candidato politico.
Da allora le tecniche di comunicazione – il termine “neutro” ha sostituito la più franca propaganda – hanno fatto passi da gigante. Si conosce la capacità di condizionamento di messaggi subliminali che sfuggono al controllo e al giudizio del cervello conscio, ma soprattutto la psicologia, la programmazione neurolinguistica e altre scienze sono state poste al servizio del Dominio.
Vance Packard scriveva I Persuasori Occulti due soli anni prima del Ritorno al Mondo Nuovo di Huxley e spiegava che “non compriamo più arance, ma vitalità. Non compriamo auto, ma prestigio”. Con vodka e whisky non compriamo alcool, ma cordialità, legami, calore, sicurezza. Il libro più venduto del mese ci assicura per pochi soldi cultura e la graditissima invidia dei nostri vicini meno intellettuali.
Huxley comprese l’immenso potere che il Dominio avrebbe assunto sulle generazioni successive. “Giovani e bambini sono estremamente sensibili alla propaganda. Ignoranti del mondo e dei suoi usi, sono assolutamente ignari, il loro pensiero critico non è ancora sviluppato; i più piccoli non hanno raggiunto l’età della ragione; i più grandi non hanno acquisito l’esperienza sulla quale esercitare la capacità di ragionamento appena scoperta. In Europa, i coscritti chiamati alle guerre erano chiamati carne da cannone”. I loro fratellini e sorelline ora si sono fatti carne alla radio e alla televisione. Nella mia infanzia, ci hanno insegnato a cantare canzoncine senza molto significato o, nelle famiglie pie, inni. Oggi i piccoli cinguettano cantando pubblicità.”
Uguale è il destino della politica. I partiti commercializzano i loro candidati e i loro programmi utilizzando gli stessi metodi del mondo degli affari. “I dipartimenti politici delle vendite fanno appello solo alle debolezze dei loro elettori, mai alla loro forza latente. Stanno attenti a non educare le masse e a metterle in condizione di autogovernarsi, ritenendo sufficiente manipolarle e sfruttarle.” Le considerazioni pessimistiche di Huxley finiscono per strapparci un sorriso amaro: qualcuno disse che il pessimista non è che un ottimista bene informato…
Sul lavaggio del cervello praticato nel nostro pianeta-prigione, le cui tecniche furono sviluppate nel periodo delle osservazioni di Huxley da apparati riservati degli Stati e da organismi legati all’oligarchia – un esempio è l’Istituto Tavistock inglese, ben noto all’intera famiglia del nostro autore, il giudizio è tranciante: “Si può spezzare il sistema nervoso centrale del cane, ma anche quello di un prigioniero politico. Si tratta solo di applicare le dosi di tensione desiderate per il tempo richiesto. Alla fine del trattamento, l’internato si troverà in uno stato di nevrosi o isteria tale che confesserà ciò che vogliono i suoi carcerieri”.
L’efficacia della propaganda dipende dai metodi impiegati, non certo dalle dottrine insegnate. “Se l’indottrinamento è fatto al giusto stadio di sfinimento nervoso, avrà successo.” Avanza, in parallelo, la medicalizzazione della vita, la dipendenza da farmaci e psicofarmaci, che è iniziata in America al tempo di Huxley. “Prendiamo il caso dei barbiturici e dei tranquillanti. Negli Stati Uniti questi rimedi possono essere ottenuti con una semplice prescrizione medica, ma l’avidità del pubblico americano per qualcosa che renda un po’ più sopportabile la vita negli ambienti urbani e industriali è così grande che ora i medici ordinano questi rimedi al ritmo di 48 milioni di prescrizioni all’anno. “Non osiamo immaginare i dati odierni, e l’opinione pubblica solo da poco ha imparato a conoscere l’immenso potere delle multinazionali del farmaco, ma ancora ignora l’influenza devastante della Bibbia mondiale della psichiatria e della farmacologia chimica per la mente costituita dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) edito dal 1980 dall’Associazione Psichiatrica Americana, foraggiata dall’industria privata e dallo Stato profondo.
Possono controllare ogni opposizione politica con i tranquillanti o con altri preparati: i governi politici – lo ha dimostrato l’ultimo biennio, si presteranno volentieri a essere il braccio armato dei Governatori. Huxley, in fondo, condivide con Etienne De la Boétie, autore nel XVI secolo del Discorso sulla servitù volontaria, la convinzione che il problema non è la cattiveria – inesistente – della scienza o la malvagità (quella sì, assai diffusa) delle oligarchie, ma la mediocrità della natura umana.
“Gli ideali di democrazia e libertà si scontrano con il fatto brutale della suggestionabilità umana. Un quinto di tutti gli elettori può essere ipnotizzato quasi in un batter d’occhio, un settimo alleviato dalle sue sofferenze con iniezioni d’acqua, un quarto sollecitato prontamente ed entusiasticamente dagli ipnopedici. A tutte queste minoranze troppo pronte a cooperare, vanno aggiunte le maggioranze con reazioni più lente la cui suggestionabilità più moderata può essere sfruttata da qualsiasi manipolatore che sappia il fatto suo, pronto a dedicare il tempo e gli sforzi necessari.” A distanza di sessant’anni, con mezzi infinitamente più potenti, al tempo delle reti sociali, della censura privatizzata, della diffusione globale, fulminea, delle notizie e delle idee scelte dai Governatori, del potere degli influencer, a loro volta un prodotto della megamacchina, non è necessario aggiornare le statistiche di Huxley: è sufficiente uno sguardo sulla realtà.
“La standardizzazione è completata con la nascita dal condizionamento infantile, dall’ipnopedia (una tecnica consistente nel fornire stimoli uditivi mediante ripetizione di suoni o frasi durante il sonno N.d.R.) e dall’euforia chimica destinata a sostituire la soddisfazione di sentirsi liberi e creativi. Nel mondo in cui viviamo, immense forze impersonali tendono all’instaurazione di un potere centralizzato e di una società irreggimentata. La standardizzazione genetica è ancora impossibile, ma i Grandi Governi e le Grandi Imprese hanno già, o avranno presto, tutti i processi per manipolare gli spiriti descritti nel Mondo Nuovo, insieme a molti che la mancanza di immaginazione mi ha impedito di inventare.” Quel tempo è giunto. Oggi cambierebbe il giudizio di Amleto: non è più “una bella prigione il mondo”, ma un carcere senza sbarre.
E tuttavia, da nessuna parte ai bambini viene insegnato un metodo sistematico di distinguere tra giusto e sbagliato, una dichiarazione che ha un senso e uno che non lo fa. Come mai? Perché i loro anziani, anche nei paesi democratici, non vogliono che ricevano questo tipo di educazione. In questo contesto, la breve e triste storia dell’Istituto per l’Analisi della Propaganda è terribilmente rivelatrice. È stata fondata nel 1937, quando la propaganda nazista stava facendo più rumore e scompiglio, da Mr. Filene, un filantropo del New England. Sotto i suoi auspici, fu praticata la dissezione di metodi irrazionali di propaganda e furono preparati diversi testi per l’istruzione degli studenti delle scuole superiori e dei college. Poi venne la guerra, una guerra totale, su tutti i fronti, quella delle idee almeno quanto quella dei corpi. Poiché tutti i governi alleati si imbarcavano in una “guerra psicologica”, questa insistenza sulla necessità di sezionare la propaganda sembrava in qualche modo priva di tatto. L’Istituto fu chiuso nel 1941″.
Huxley ricorda le ragioni di questa timidezza: “Un esame eccessivamente critico da parte di troppi cittadini medi di ciò che dicono i loro pastori e padroni potrebbe rivelarsi profondamente sovversivo. Nella sua forma attuale, l’ordine sociale dipende, per continuare ad esistere, dall’accettazione, senza troppe domande imbarazzanti, della propaganda messa in circolazione dalle autorità e di quella sancita dalle tradizioni locali.”
Nella sua magra enunciazione delle soluzioni (non ne ha), Huxley evoca poi la prigione senza sbarre (il campo di concentramento indolore, espressione messa in dubbio da certi pro-sistemi!):
«È perfettamente possibile che un uomo sia uscito di prigione senza essere libero, al riparo da ogni costrizione materiale e tuttavia prigioniero psicologicamente, obbligato a pensare, sentire e agire come lo vogliono i rappresentanti dello Stato o di qualche interesse privato all’interno della nazione”.
Huxley consiglia di proteggere i luoghi pubblici e la televisione. Tuttavia, non possiamo proteggere i luoghi pubblici e le televisioni che sono lì solo per vendere e per puzzare: dobbiamo quindi evitarli. Se sei tentato dal tuo occhio…
Nota giustamente che “le forme liberali serviranno semplicemente a mascherare e abbellire uno sfondo situato agli antipodi del liberalismo”, e che il futuro non è certo più gioioso del presente di Bernays: “Nel frattempo, l’oligarchia al potere e la sua élite altamente qualificata di soldati, poliziotti, creatori di pensiero, manipolatori della mente guiderà qualsiasi cosa e tutti come meglio credono”.
Huxley non si fa illusioni sul nostro futuro monopolistico (chi le ha ancora?): “Ma è un fatto storico oggi che i mezzi di produzione siano rapidamente centralizzati e monopolizzati dalle Grandi Imprese e dai Grandi Governi. Pertanto, se hai fiducia nella democrazia, prendi provvedimenti per distribuire la proprietà il più ampiamente possibile”.
Huxley, molto meno malvagio di quanto pensino molti antisistemi, offre una soluzione di rivoluzione medievale degna di Chesterton e Belloc: “Pertanto, se vuoi evitare l’impoverimento spirituale degli individui e di intere società, lascia i grandi centri e ravviva i piccoli agglomerati rurali, o addirittura umanizzare la città creando, all’interno della rete della sua organizzazione meccanica, gli equivalenti urbani di piccoli centri rurali dove gli individui possono incontrarsi e cooperare come personalità complete, e non come semplici incarnazioni di funzioni specializzate”.
Ma nulla aiuta (siamo ai tempi del geniale Mumford): “Sappiamo che, per la maggior parte dei nostri simili, la vita in una gigantesca città moderna è anonima, atomica, al di sotto del livello umano, tuttavia le città stanno diventando sempre più e più sproporzionate e lo stile di vita urbano-industriale rimane invariato”.
Huxley, che finisce per citare Dostoevskij e il suo grande inquisitore, non si fa illusioni, sondaggi a favore: “Negli USA – e l’America è l’immagine profetica di come sarà il resto del mondo urbano-industriale tra qualche anno da ora – recenti sondaggi di opinione pubblica hanno rivelato che la maggioranza degli adolescenti sotto i 20 anni, gli elettori di domani, non crede nelle istituzioni democratiche, non bada alla censura delle idee impopolari, non ritiene possibile il governo del popolo da parte del popolo e considererebbe si accontentarono perfettamente di essere governati dall’alto da un’oligarchia di esperti assortiti, se potessero continuare a vivere nelle condizioni in cui un periodo di grande prosperità li ha abituati”.
I giovani sono sottomessi, gli adolescenti sono peggio degli altri, come ho visto in gioventù e come dimostrerà il successo mondiale del sesso, della droga e della cultura rock. Huxley: “Che così tanti giovani e ben nutriti telespettatori nella democrazia più potente del mondo siano così totalmente indifferenti all’idea di autogovernarsi, si preoccupino così poco della libertà di mente e della libertà. Il diritto di obiettare è straziante, ma non abbastanza sorprendentemente”.
Evoca uccelli (La Boétie evocava i cani) … “Ogni uccello che ha imparato a grattare una buona dose di insetti e vermi senza dover usare le ali rinuncia rapidamente al privilegio del volo e rimane permanentemente a terra”.
Il resto è lirico! “Il grido di ‘Dammi la televisione e salsicce calde, ma non mi abbattere con le responsabilità di indipendenza’, sarà forse cedere il passo, in diverse circostanze a quella di ‘Libertà o morte’.
E il maestro conclude: “Sembra che non ci sia motivo valido per rovesciare una dittatura perfettamente scientifica”. Chiedi a Zuckerberg, alla NSA e alla Monsanto cosa ne pensano.
Parte 2 di 3
Idee&Azione / Illustrazione di copertina: Francesco Ciccolella
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