
Breve cronistoria della faccenda (terza parte)
Naturalmente ricorrere al cilindro magico della semiologia ha i propri limiti: la Scienza deve suffragare con dati, studi, numeri.
Oltretutto l’estate 2020 è alle porte!
Così viene riabilitato lo strumento – inizialmente dato per indisponibile e costoso (ricordate la scarsità dei reagenti?) – del “tampone”. Un cotton fioc che – tramite la Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction – diagnosticherebbe la “presenza” del virus (benchè il premio Nobel e inventore dello stesso, Kary Mullis, prima di passare a miglior vita sostenesse fosse del tutto inutile come strumento di diagnosi).
Poco importa – dicevano – che siate “asintomatici”: il virus circola e occorre isolare e tracciare. Trapanare e tamponare. Bisogna salvare l’estate.
Gli sforzi della Propaganda per sviare dalla facile intuizione secondo cui se uno sputacchio può contagiare tutti allora non ha senso cercare il frammento di Rna trapanando gola e naso, sono tutto sommato leggeri: Italia sta reagendo abbastanza bene, il gregge si muove secondo pastore. Non si fa domande.
Almeno così pare, perchè poi arriva – di concerto con la smania di tamponare tutti – la famigerata App Immuni, ossia una sorta di grottesco meccanismo di cyberdelazione e autodenuncia che però non attecchisce, non sfonda. Sarà il caldo, sarà il mare, ma la gente pensa a uscire la sera, lasciarsi alle spalle tutto, e preferisce evitare quarantene.
Irresponsabili!
Dopo un’estate all’insegna di mascherine in spiaggia (e perfino in acqua) con tanto di selfie, e di Bonus Vacanza elargiti come un’elemosina alle indegne mani tese di un’italietta di mendicanti senza orgoglio, ecco il caso “Billionaire”: il famoso locale dei VIP in Sardegna diventa un “focolaio” (a nutrire il glossario pandemico della neo-lingua). Il barman viene intubato, il patron e millionario Briatore viene “ricoverato” (per prostatite, ma “positivo” al tampone).

Settembre parte col piede giusto: abbiamo il nuovo nemico e non si chiama più Runner. Si chiama Movida.
“Assembramenti” ha sostituito ormai su tutti i giornali e nel linguaggio comune le parole “gruppi”, “raggruppamenti”, “comitive”. Fotografie scattate con teleobiettivo mostrano folle aggrappolarsi in modo sconsiderato. La politica tutta – a destra e a sinistra – stigmatizza gli irresponsabili.
“Dobbiamo evitare la seconda ondata”, rimbomba il boato ipnopedico.
Ecco che “seconda ondata” entra nel glossario dei pennalai sinottici di regime. Così come vi entrò di prepotenza “negazionisti” in luogo di “scettici”.
Vedere “assembramenti” durante la “movida” rimandava immediatamente alla “seconda ondata”, a dimostrarlo c’erano i tamponi PCR che adesso arrivavano a essere decine di migliaia al giorno per scovare sempre più polli e focolai da dare in pasto alle statistiche.
La seconda metà di settembre – infine – vede chiudersi l’estate e aprirsi le scuole, fino a quel momento dimenticate.
E la palla passa ai bambini. I veri protagonisti dell’Autunno.
Ma questo è un altro capitolo.
FINE TERZA PARTE
Illustrazione di copertina: Davide Bonazzi

