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Cancrena

Nuovo livello di cancrena e picchiata intellettuale dell’occidente.

Meta, (Facebook+Instagram+WhatsApp) annuncia che, in occasione del conflitto in corso, ammetterà una deroga ai suoi standard della community nella promulgazione dell’odio e della violenza. Da oggi sarà possibile, -testualmente-, odiare i soldati russi e la Russia, inneggiare alla morte di Putin e di Lukašenko, e soprattutto inneggiare al Battaglione neonazista Azov, responsabile del trucidamento di civili di etnia russa dal 2014 al 2022 nel Donbass e in Crimea.

La cosa sconcertante non è tanto il fatto in sé, assai prevedibile nella logica dell’imperialismo, anche cognitivo, americano, né alla luce della nostra gioiosa propensione alla genuflessione, alla riverenza verso il nostro grande padrone d’oltreoceano, (per servire il quale ci apprestiamo alla fame), bensì il fatto che oramai è venuta meno persino la necessità di camuffare un minimo, di aggiungere cerone intellettuale alle loro deformazioni semantiche.

No. Ora lo dicono sfacciatamente. Nessun giro di parole. Nessun vocabolo di copertura, nessun lemma di comodo o politicamente corretto che in fondo implichi lo stesso succo.

Nessuna ipocrisia, questo gli va riconosciuto. Non gli serve più. Hanno capito di avere in pugno milioni di cervelli, non serve più travestirsi. Lo dicono esplicitamente: Meta consente, anzi incoraggia, L’ODIO, purché sia l’odio che intendono loro. Come vi fosse un odio giusto, produttivo, benedetto e intellettualmente inquadrabile.

Mai come ora galleggia come sterco in una palude il vero volto di dominio affaristico e di guerra sulle masse/clienti/cavie di questi clerici del transumano e sacerdoti del vuoto. Prima si servivano dei sentimenti per tradurli in dollari. Ora se ne servono, li suscitano e li manovrano a scopi militari e di morte. Prima eravamo merce, e ci sembrava tollerabile. Ora che ci convertono anche in armi cognitivamente innescate, il magnetismo atavico verso il sangue delle masse ribolle, zampilla, implora l’azione.

Ma non solo, attraverso il loro comunicato, si evince che Facebook ritiene se stesso non già la piattaforma in cui eventualmente quell’odio verrà pubblicato, ma addirittura colui preposto ad attivare e disattivare l’odio direttamente nella testa dei suoi utenti. “Verrà rimossa la limitazione che impediva di odiare il battaglione Azov”. Non: “Verrà rimossa la limitazione che impediva di odiare il battaglione Azov sul suo social network”. Facebook non ha più dubbi -e come dargli torto- che non più solo le opinioni, ma ormai anche i sentimenti, sono algoritmi sotto il suo copyright, attivabili e disattivabili a piacimento.

Facebook sdogana ufficialmente l’odio e autorizza l’appoggio al neonazismo, confermando, tra le altre cose, la vocazione totalitaria e marziale verso cui l’Occidente si è proiettato, orfano di ogni peso specifico nella determinazione della storia, assetato di disavventura, spinto dal risentimento orgoglioso del servo, ora scalpita per un ruolo di primo piano nella tabula rasa e nella rivincita del male.

Alex Tattoli

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Illustrazione di copertina: Andrea Ucini

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