
Capisaldi
Adesso che anche la BBC e il New York Times ammettono candidamente l’esistenza di crimini di guerra commessi dall’esercito ucraino nei confronti dei russi, chiunque sano di mente dovrebbe capire una cosa: la guerra è brutale di per sé e non la si ferma certo inviando armi a sostegno di uno dei belligeranti.
L’unica strada per evitare ulteriore spargimento di sangue è la diplomazia. Quindi, anziché stare lì con la bava alla bocca a gettare benzina sul fuoco come degli psicopatici si attivi immediatamente un dialogo fra le parti che tenga necessariamente conto di alcuni imprescindibili presupposti:
1. la guerra in Ucraina NON è iniziata il 24 febbraio 2022. È cominciata nel 2014 con un colpo di Stato ordito contro un presidente legittimo, eletto in libere e democratiche elezioni certificate da TUTTI gli organismi internazionali (UE e NATO comprese);
2. la destabilizzazione di Euromaidan (benedetta dall’Occidente) ha prodotto la legittima reazione delle popolazioni del Donbass, sfociata in un conflitto violentissimo in cui l’aggressore è stato l’esercito di Kiev;
3. la guerra del Donbass, in corso da otto anni e inspiegabilmente silenziata dai media occidentali, ha devastato intere città e villaggi producendo centinaia di migliaia di profughi (fuggiti in Russia) e 15mila morti fra cui migliaia di civili, compresi donne e bambini;
4. in Donbass le milizie naziste di Kiev hanno commesso numerosi e violentissimi crimini di guerra, fra cui pulizia etnica e massacri indiscriminati, così come denunciato da Amnesty International. La gran parte di queste vittime sono civili di cittadinanza russa (con tanto di passaporto), una situazione assolutamente inaccettabile per Mosca e che ha in parte contribuito alla decisione di invadere l’Ucraina;
5. la Crimea non è stata annessa da Putin con la forza. In un clima di crescenti violenze e discriminazioni russofobe i suoi abitanti (russi al 90%) hanno democraticamente scelto con un referendum il destino di una regione storicamente russa e appartenuta alla Russia fino al 1954;
6. l’Ucraina nella NATO è un’opzione che porta sicuramente alla terza guerra mondiale.
Alla luce di questo bisogna fare una semplice scelta: sostenere la guerra totale, consapevoli del fatto che può travolgere direttamente anche noi, oppure promuovere un processo di pace che tenga conto di TUTTE le condizioni che hanno contribuito a produrre il conflitto.
Continuare a ridurre il tutto ad un’arbitraria e insensata aggressione non serve a nulla. Se non a prolungare una guerra che – da almeno un secolo a questa parte, forse è il caso di ricordarlo – è sempre orrore sistematico, odio etnico generalizzato e massacro indiscriminato. Putin o non Putin. Perché la guerra chirurgica non esiste, anche se vi hanno fatto credere il contrario. Come non esistono le bombe intelligenti quelle che, per intenderci, sono cadute per mano occidentale in Siria, Libia, Afghanistan e Iraq colpendo villaggi, scuole e ospedali e ammazzando milioni di civili. E che continuano a cadere in Yemen per mano del nostro democraticissimo alleato saudita.
L’unico modo di uscire dal vicolo cieco in cui rischiamo di restare fatalmente intrappolati è smetterla di dividere il mondo in buoni e cattivi. Magari ricordandosi anche di tutti gli orrori americani in Medio oriente e sui quali nessuna Corte Penale Internazionale farà mai luce, perché gli USA impediscono da anni le indagini negando addirittura i visti agli investigatori. Diversamente si continuerà ad alimentare un conflitto che più a lungo si protrarrà più vedrà crescere la lista di civili morti, crimini e devastazione. Fino al punto di non ritorno.
Aprire gli occhi adesso o essere complici della catastrofe. In fondo non è poi così difficile da capire.
Illustrazione di copertina: Matt Kenyon

