Società

C’è un virus ben peggiore…

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama menzogna. E si riproduce e diffonde nella poca trasparenza di dati e algoritmi. E si nasconde nella pavidità di un popolo che crede che si possa non morire smettendo di vivere.

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama incapacità. E spesso si manifesta insieme alla sua complicanza: l’ipocrisia. Il perseguire degli obiettivi non dichiarati sfruttando il terrore e la propaganda apocalittica e adulterata.

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama credulità popolare e si riproduce di statistica in statistica, di notizia in notizia, di allarme in allarme. Per sconfiggerla non esistono altri vaccini che la diffidenza e la curiosità.

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama inquietudine. La paura strisciante sotto la superficie delle cose mentre la vera verità viene taciuta. Un agguato all’equilibrio sul quale poggia ancora la nostra esistenza.

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama ignoranza e spesso si manifesta con il timore di porsi domande, di ragionare, di fare due più due. Offusca la capacità di vedere, provoca una letale assuefazione al pensiero dominante.

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama ignavia. Si chiama cieca obbedienza. Si chiama omologazione al volere del potere e paura di essere dichiarati eretici. L’ordine è fragile e per questo vige il dovere di stare alle regole.

C’è un virus ben peggiore del Covid. Si chiama illogicità: non proteggere chi è debole con un vaccino, anziché rinchiudere in una prigione a cielo aperto tutto il resto del mondo. In cerca di una sicurezza falsa come la sua ricerca…

Lucio Rizzica

Illustrazione di copertina: Sébastien Thibault

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