Censura sempre più violenta: la vaccinazione totalitaria
Adesso che il Santo Graal dei vaccini va assomigliando sempre di più a una coppa avvelenata la censura si scatena e tenta di cancellare dal sistema tutte le voci del dissenso anche quando vengono da quotati gruppi di ricerca e da illustri scienziati.
Per esempio twitter sospende chi diffonde uno studio del professor Didier Raoult che ha dimostrato inequivocabilmente l’efficacia della cura con l’idrossiclorochina servendosi di un campione di studio di oltre 10 mila persone; oppure sono gli ordini dei medici e altre simili burocrazie sanitarie che “avvertono” mafiosamente i camici bianchi quando non sono d’accordo con le tesi di Big Pharma come illustra il dottor Malcolm Kendrick in Gran Bretagna o ancora sono le università che espellono docenti che non giurano ad occhi chiusi sul vaccino come è accaduto al professor Paolo Bellavite cacciato dall’Università di Verona dopo aver espresso da Floris opinioni leggermente eterodosse. Come si vede si tratta si un vasto ventaglio di azioni censorie messe in atto dal duopolio Big Tech – Big Pharma – sistema mediatico e da burocrazie sanitarie divenute da tempo nient’altro che bazar di farmaci & affini dove tutti cercano di arraffare qualcosa sulla pelle della gente.
Tutte queste azioni per imporre il silenzio hanno qualcosa in comune, oltre ovviamente all’infamia, qualcosa che ne svela senza possibilità di equivoco, l’intima e oscura violenza: avvengono senza che venga portato alcun argomento a giustificazione di esclusioni e sanzioni, le quali vengono attuate non in ossequio alla religione della scienza che al contrario esigerebbe il dibattito, ma in nome dell’idolatria della scienza–denaro che considera vero ciò che produce maggiori profitti. Quasi all’improvviso i più sensibili scoprono di vivere in un mondo molto diverso da quello che immaginavano, nel quale la libertà è una gentile concessione purché non si disturbi troppo e ci si limiti ai gattini, mentre la democrazia si rivela sempre più un’illusione.
Come si è arrivati a questo punto? Anche perché ci è stato sottratto il linguaggio e con esso la realtà: ci siamo assuefatti a espressioni rituali senza più comprenderne davvero la realtà di riferimento se non in termini sommari a cui non si fa più caso così come accade a chi vive in una città d’arte, vale a dire la stragrande maggioranza degli italiani, e non coglie più la bellezza, ma solo uno puro scenario che non ha bisogno di emozione e nemmeno di comprensione. Perciò quando si dice società di mercato e società della comunicazione pochissimi colgono davvero il senso di questa espressione, vale a dire che ogni manifestazione ha solo un valore di mercato ed esiste soltanto nella misura e nei modi in cui è comunicata.
Niente insomma è neutrale o ha un valore in sé che può essere detto, ma ogni cosa vale come oggetto di mercato e in relazione a come viene comunicata. Capisco che questo potrà sembrare piuttosto radicale, ma purtroppo corrisponde abbastanza bene alla realtà del mondo contemporaneo, nel quale è appunto possibile “narrare” qualsiasi cosa senza che ci sia la possibilità di alcun controllo, visto tra l’altro che c’è una permeabilità di funzioni, di persone, di intenti e di interessi fra controllati e controllori. Qualunque idea o tesi che arriva alla superficie della comunicazione ha dietro di sé interessi e non ragioni, il che non è certo scandaloso per chi ritiene che gli interessi siano l’unica ragione possibile: parlo proprio di tutto, dal più banale oggetto di consumo o di luogo comune dietologico fino ai massimi sistemi. Certo esiste qualcosa che si oppone a tale logica ed è proprio per regolare questa “resistenza” che si è man mano estesa la censura, cominciata come denuncia di notizie false e complottismo e proseguita con la soppressione tout court delle notizie, almeno quando essere raggiungono una certa massa critica e mettono in allarme gli sceneggiatori del Matrix contemporaneo.
Tutto questo significa liberarsi dal Covid e soprattutto dalle sue misure liberticide ancorché degne di una farsa, significa a questo punto liberarsi e contestare un intero sistema che ormai vuole letteralmente pandemizzare la vita delle persone e chiuderla in un recinto. Non si possono denunciare le incongruenze della narrazione covidica e le censure su quella vaccinale senza mettere in discussione il contesto nel quale tutto questo è possibile, ovvero il comando di oligarchie che agiscono al di sotto e al di sopra di ogni possibilità di controllo. Ed è una cosa che riconosce anche il potere: in Germania chi osa avanzare qualche dubbio è ormai considerato un terrorista che prende di mira lo stato stesso. Dunque la protesta pura e semplice, come se si trattasse di malaugurate deviazioni occasionali e non di una logica di sistema non potranno mai liberarci dalle pandemie a ripetizione che ci stanno preparando.
Illustrazione di copertina: Francesco Ciccolella