Attualità

Com’è profondo il mare…

Era il 1977. Sono passati 44 anni da quando Lucio Dalla cantava in “Com’è profondo il mare” del futuro distopico che ci avrebbe a breve attesi dietro l’angolo. Ed eccoci oggi davanti all’ennesimo dramma collettivo per l’umanità che, sotto forma di isterica psicopandemia, nel 2020/2021 ci sta avvelenando l’aria e la vita.

“È inutile non c’è più lavoro, non c’è più decoro, Dio o chi per lui sta cercando di dividerci, di farci del male, di farci annegare”, cantava così Dalla e profetizzava per l’umanità una nuova “storia di catene, bastonate e chirurgia sperimentale…”. Se solo scrivessimo Dpcm e zone rosse anziché catene e bastonate, non sbaglieremmo.

E ancor meno sbaglieremmo parlando di vaccini in luogo della chirurgia sperimentale. Il piano di discussione è quello. Ancor di più ora che anche in Italia si sono accorti che il vaccino AstraZeneca (trionfalmente annunciato dal ministro Speranza durante il governo Conte II), causa gravi eventi avversi.

Per la verità se ne erano già accorti prima di noi in Austria, Estonia, Lituania, Lussemburgo, Danimarca e Lettonia. Dove però sono stati da subito intellettualmente onesti e nel decidere di sospenderne la somministrazione, invece di parlare di casi di reazioni successive alla vaccinazione hanno detto subito la verità.

Cioè che i vaccini AstraZeneca avrebbero provocato gravi episodi di trombosi multipla ed embolia polmonare: un effetto collaterale che si manifesterebbe sotto forma di coaguli di sangue e che – a quanto pare – condurrebbe direttamente e inevitabilmente alla ‘morte’ del paziente vaccinato.

E noi? “…siamo in tanti, ci nascondiamo di notte per paura degli automobilisti, dei linotipisti, siamo gatti neri, siamo pessimisti, siamo i cattivi pensieri, e non abbiamo da mangiare, come è profondo il mare, come è profondo il mare”. Chiamasi coprifuoco…

Lucio Rizzica

Illustrazione di copertina: Carlo Giambarresi

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