Attualità,  Società

Communitas / Immunitas

Non mi permetterò mai di dire a qualcuno di non vaccinarsi. In primo luogo perché ritengo si tratti di una scelta personale e io sono stato educato a rispettare la libertà altrui, poi perché, come direbbe Burioni, sono ignorante sull’argomento. Non so quali siano gli effetti del vaccino non essendo un medico e non appartenendo a quel gruppo di mille persone (non credo siano molte di più) che hanno personalmente svolto le sperimentazioni o sono direttamente e veridicamente informate sui loro esiti.

Su questo tipo di questioni non metterò quindi bocca, perché non so nulla.

So però altre cose. So che attorno alla vaccinazione si è innescata una campagna propagandistica senza precedenti.

So che questa campagna non esita a ricorrere ad omissioni, contraddizioni, grossolane falsificazioni della realtà.

So che chi la organizza non ha a cuore la salute dei popoli, ma vuole estendere al corpo dei singoli la capacità di controllo del potere.

So che vengono nascosti o taciuti dal sistema mediatico i casi di reazione avversa.

So che, come è già avvenuto per i confinamenti e la DAD, la vaccinazione di massa non è la risposta eccezionale ad una improvvisa minaccia, ma una pratica destinata ad essere istituzionalizzata, tanto che già si annuncia che essa dovrà essere replicata ogni anno e più volte all’anno, per proteggerci da nuove varianti e da nuove malattie.

So che attraverso la vaccinazione di massa si intendono mettere a profitto i dati biometrici della persona.

So ancora che lo scopo ultimo per cui si intende rendere obbligatoria la vaccinazione è quello di passare, in modo definitivo ed irreversibile, da una società fondata sulla COMUNITA’, vale a dire, come dice l’etimologia della parola (CUM + MUNUS), sulla partecipazione solidaristica ai doveri di reciproca assistenza con gli altri uomini, ad una società basata sul suo opposto, vale a dire sull’IMMUNITA’ (IN privativo + MUNUS), nella quale ogni individuo si concepisce come una monade isolata, priva di legami, che non siano di mero interesse, con il prossimo.

So tutte queste cose non perché sia un intellettuale (gli intellettuali sono ormai diventati gli squallidi sacerdoti del nuovo ordine) ma perché, da quei pochi libri che ho letto, ho imparato che bisogna ragionare con la propria testa e non abboccare alla propaganda del potere. Sempre. Anche a costo di sbagliare.

Alla luce di tutto questo, così come non mi permetto di criticare chi si vaccina perché lo ritiene utile, non cesserò per nessuna ragione di oppormi alla mostruosa società di cui stiamo allegramente ponendo le basi, quella in cui individui isolati, autoreferenziali ed egoisti guardano ai loro simili come a possibili portatori di contagio.

Prof. Silvio Dalla Torre

Illustrazione di Luca D’Urbino

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