
Davanti al loro sguardo
A vent’anni anni fui portato a una mostra di Schiele da un’amica cara che conosceva a fondo i segreti dell’arte. Ero preso tra i viluppi inestricabili della tarda adolescenza, e davanti a questi occhi capii che cos’è un bambino. Vent’anni dopo, osservando i miei figli nei rari momenti meditativi, sottratti alla concitazione della vitalità del quotidiano, vedo il mio passato che persiste vivo, e allo stesso tempo, sovrapposto, il futuro del mondo che è sempre stato. Entrambi – passato e futuro – coincidono in queste creature, corpicini fragili traboccanti di cose immateriali flessibili e indistruttibili, e grazie a essi continuano a mutare.
Il “puer aeternus” si incarna talvolta negli incontri più impensati. Viene costantemente a bussare alla nostra porta, dissimulato. Si presenta fradicio in una notte di pioggia battente, con un coltello in mano, pronto a colpirci a morte se ritiene che abbiamo tradito ciò che eravamo.
In tutti questi mesi mi sono battuto insieme a molte altre persone perché ai bambini e agli adolescenti venisse accordata una tutela speciale nella gestione di questa situazione, evitando l’imposizione di misure repressive indiscriminate, slegate dalla attenta considerazione dei loro bisogni particolari, manchevoli di motivazione, basate su congetture e su una serie infinita di ipse dixit amplificati dai titoli di giornale fino all’allucinazione: restrizioni sproporzionate rispetto agli obiettivi perseguiti, lesive di diritti fondamentali – in primis del diritto a un sano, pieno e spontaneo sviluppo psicologico, intellettivo ed emozionale. Invece sono stati trattati peggio di chiunque altro, nel più atroce caso di tradimento e di abbandono commesso dagli adulti nei confronti dei propri stessi figli. E la storia continua.
Oggi un ragazzo di 18 anni viene prelevato dalla scuola e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio psichiatrico perché inscena una protesta contro l’obbligo di mascherina al banco: una misura che il governo ha imposto e protrae da 7 mesi, nonostante la totale mancanza di valutazioni sul rapporto rischi/benefici, le ripetute critiche dei garanti per l’infanzia, i numerosi pronunciamenti dei tribunali sulla sproporzione, la dannosità e l’illegittimità della misura, la mancata creazione di strumenti per prevenire e monitorare i disagi e i danni derivati. Violando il principio di “scalabilità delle misure di contenimento” rispetto all’andamento epidemiologico, in virtù del quale il CTS a novembre ha avallato questa misura, intesa evidentemente come pro tempore e della durata minore possibile.
La gioia, la libertà dei bambini e dei ragazzi rinasceranno, come una pianta tagliata che rigetta. Si riprenderanno tutto, in un modo o nell’altro, possiamo starne certi. Lo faranno nonostante noi. Probabilmente contro di noi, che gli abbiamo tolto troppo senza neanche chiedere scusa, o immaginare un modo per risarcirli, privando noi stessi di qualcosa, qualche grammo di sicurezza fisica o psicologica, qualche denaro pubblico. Noi potremo soltanto sottrarci al loro sguardo e tacere.
Illustrazione di copertina: Eva Vazquez

