Attualità,  Economia,  Politica,  Società

Demolizione controllata del ceto medio

Così come bisogna sempre diffidare di ciò che proviene da quella centrale di mistificazione che è il mainstream mediatico internazionale, è invece necessario prestare molta attenzione alle parole del vero potere. Si tratta di un esercizio che espone a qualche rischio, ma che permette di capire dove si sta andando a parare.

Il compianto Giulietto Chiesa, ad esempio, nel suo capolavoro “La guerra infinita” previde, sulla base dei documenti ufficiali del Pentagono, della segreteria di stato e dei think tanks neoconservatori, che le guerre mediorientali degli Stati Uniti sarebbero durate decenni. Per questo venne trattato da pazzo, complottista, servo di Putin, invasato. Gli eventi successivi, come ben sappiamo, gli hanno purtroppo dato ragione.

Consiglierei quindi di non sottovalutare le esternazioni del senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti. Il suo auspicio che le piccole aziende in difficoltà vengano accompagnate al fallimento va preso sul serio. Le sue non sono le parole (o almeno non lo sono completamente) di uno psicopatico, che, non contento di aver fatto aumentare disoccupazione e debito pubblico a livelli mai visti quando ha avuto responsabilità di governo, prospetta ora, con la gioia pervertita del sadico, nuovi sacrifici e nuove iatture. No. Quello di Monti è un preciso programma politico ed economico.

È ormai evidente a tutti quelli che non chiudono gli occhi di fronte alla realtà che la digitalizzazione forzata della società, di cui la gestione terroristica dell’epidemia è stata la premessa, passa attraverso la distruzione di milioni di posti di lavoro e di centinaia di migliaia di imprese.

Nel giro di dieci anni avremo una drastica riduzione dei piccoli negozi, dei ristoranti, degli alberghi, delle banche medie e piccole, delle imprese familiari, delle palestre. La stessa fine farà il comparto legato allo spettacolo e alla cultura. Anche i pubblici dipendenti e, ahimè, gli insegnanti, che pure sono stati tra i più entusiasti sostenitori del “tutti a casa”, si renderanno presto conto che non passeranno indenni da questo tsunami.

Quella a cui stiamo assistendo è insomma la demolizione controllata del ceto medio.

Una parte consistente della popolazione italiana e dell’intero Occidente passerà dal ruolo di produttrice di reddito a quello di percettrice di sussidio. Diventerà, cioè, in tutto simile alla plebe urbana dell’antichità, con la sola differenza che, in luogo di pane e circensi, le verranno elargiti reddito di cittadinanza, spettacoli televisivi, psicofarmaci e pornografia su internet.

È lecito ritenere questo processo naturale, necessario o anche positivo.

Quello che non dovrebbe essere accettabile è imporlo con la scusa dell’epidemia.

Prof. Silvio Dalla Torre

Illustrazione di copertina: Davide Bonazzi

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *