È la piaga dei tempi quando i ciechi guidano i pazzi
Due più due fa quattro. Almeno finora; la cultura della cancellazione avanza e se al potere farà comodo che una massa cretinizzata creda il contrario, potrà fare tre o cinque. Troverà intellettuali, militanti, politici pronti a convincere della nuova aritmetica un mondo (occidentale) impazzito. E’ la piaga dei tempi, quando i ciechi guidano i pazzi, sospira il povero Gloucester, che non ha più gli occhi, nel quarto atto di Re Lear di Shakespeare. L’atto finisce così: “le notizie variano. E’ tempo di stare in guardia. Le forze del regno si avvicinano in fretta”. Pazzi e autentici imbroglioni guidano un gregge umano impazzito che non sa più vedere, pensare, reagire.
Che cosa dire, sapendo che una giurista americana, Ketanji Brown Jackson, nominata giudice della Corte Suprema americana da Joe Biden tra un sonnellino e l’altro, ha detto di non poter rispondere alla domanda “può darci una definizione della parola donna?”. Incalzata, ha ripetuto di non possedere gli strumenti culturali per definire la donna. “Non in questo contesto. Non sono una biologa”. Raggelante. Sin troppo gentile la replica. “Il fatto che lei non possa darmi una risposta diretta su qualcosa di così fondamentale come ciò che una donna è, evidenzia i pericoli dell’educazione progressista”. Più sferzante il commento dell’editorialista Piers Morgan. “E’ ridicolo. Non sono un neurochirurgo, ma so che cos’è un cervello. Questa è la situazione in cui ci porta il pensiero progressista: al terrore di affermare fatti fondamentali e inattaccabili per paura di offendere la brigata woke”, gli autodefiniti risvegliati, i fanatici della cancellazione culturale.
Non è ridicolo, purtroppo, negare ogni evidenza affermando nel contempo ogni sproposito come portentosa scoperta di verità ultime; o penultime, con il progresso non si sa mai. Ogni stranezza inventata dalle menti di pochi fanatici telecomandati dalle oligarchie sta diventando senso comune e diritto positivo degli stati per la pavidità di chi ha occhi per vedere, ribadire che due e due fa quattro e che “maschio e femmina li creò “, sia stato il Dio biblico, la natura o il caso. Dal cilindro dei maghi Houdini progressisti è uscita l’apodittica affermazione che i sessi – no, i “generi – sono un costrutto socioculturale, che ciascuno può scegliere il suo e modificare l’opzione a volontà, e non sono due, ma un numero indefinito, cangiante, rappresentato dal segno + che è obbligatorio apporre in coda all’acronimo LGBT, Q, I e qualsiasi altra diavoleria salti in mente a soggetti che in tempi normali sarebbero stati affidati alle terapie, non posti in cattedra.
La stessa Jackson, peraltro, nominata per essere un esempio vivente di intersezionalità tra tutte le identità vittimiste (è donna, femminista e nera, anzi afroamericana), da convinta abortista, si batté vigorosamente per il diritto delle donne – l’entità di cui ignora la natura per imperizia biologica- a interrompere liberamente la gravidanza. Si ha l’impressione di vivere in uno sconcertante pesce d’aprile che dura tutto l’anno. Invece è realtà nell’occidente post moderno, post umano, nemico della verità e di se stesso. Il prefisso “post” indica qualcosa di irrisolto, indistinto, un nulla travestito da straordinarie rivelazioni a cui nessuna epoca, nessuna civiltà era mai pervenuta. Vietata la domanda cruciale: se nessuno ci aveva mai pensato, non sarà che si tratta di menzogne o addirittura di follie?
No, i risvegliati non tollerano obiezioni, il segno più sicuro della natura settaria, totalitaria e ammantata di pazzia delle loro convinzioni. A chi vuol perdere, Giove toglie il senno, sapevano gli antichi. E’ giunto a compimento un lavorio di secoli, che, tra le altre cose, ha portato alla pressoché totale sparizione del cristianesimo dalle terre in cui è cresciuto e ha improntato una visione del mondo. La filosofa francese Chantal Delsol non ha dubbi. “Il tempo presente conosce un’inversione normativa e filosofica che ci trascina in un’era nuova. La transizione è brutale. E’ difficile da accettare per i difensori dell’era che scompare. Allo stesso modo con cui il vecchio tende a colorare il mondo della sua decrepitezza e a vederlo decadente, i cristiani oggi si attardano a contemplare il declino del mondo nel loro stesso declino. “La Delsol indica un’unica via d’uscita, deludente: essere semplici testimoni, “agenti segreti di Dio”. Un destino al quale non ci rassegniamo, poiché la verità va proclamata comunque, contro vento e marea.
Siamo al punto di doverci rallegrare perché una deputata finlandese- pastore della chiesa luterana- è stata assolta in tribunale dal reato di aver pubblicato dei tweet (che stupida parola il “cinguettio” in centoquaranta battute) considerati “discorsi di odio “-psico reato postmoderno- nei confronti degli omosessuali. La giurisdizione – bontà sua- ha ritenuto che “non è compito del tribunale interpretare i concetti biblici”. Paivi Rosanen- il nome della donna, ex ministro dell’interno – si era infatti limitata a citare i concetti cristiani in materia di matrimonio ed etica sessuale, tratti dall’Epistola ai Romani di San Paolo.
In attesa del sequestro delle Scritture per delitto di odio, è ancora legale l’opinione di Paolo sulle relazioni omosessuali, considerate contro natura, desideri che coprono di vergogna. Vecchiume che i risvegliati getteranno nella pattumiera delle magnifiche sorti dell’umanità woke. La battaglia è contro due millenni di civiltà cristiana, ma la tempesta travolge ogni cosa, la legge naturale, il buon senso, la storia, la condizione di creatura dell’uomo. La volontà di potenza prende risolutamente un esito nichilista: l’uomo veste l’abito di Dio e dichiara imperfetta la creazione, la natura, l’evoluzione. Dio di se stesso – lo proclama Yuval Noah Harari, il futurologo israeliano consigliere degli stregoni di Davos- l’uomo “aumentato”, attraverso il mito del progresso sale i gradini che portano non al cielo, ma al nulla. Assolutizza la scienza, unica verità inopinabile, sola conoscenza ammessa, con l’assenso delle chiese, ex custodi delle trascendenza. Si chiedeva Thomas S. Eliot nei Cori della Rocca: è l’uomo ad avere abbandonato la chiesa o è lei ad avere tradito il suo popolo?
Assistiamo allo scempio della legge naturale e alla torsione delle verità più elementari. Un gigantesco pesce d’aprile permanente. Citiamo di seguito un esempio devastante di (in)cultura della cancellazione. Proviene dalla Disney, un gigante dell’intrattenimento, e scioglie ogni dubbio circa la provenienza ideologica e l’identità dei promotori, banditori e finanziatori della pazzia postmoderna. L’ avvertenza precede le produzioni non in linea con la dogmatica “risvegliata”. “Questo programma contiene delle rappresentazioni datate e/o un trattamento negativo delle persone e delle culture. Tali stereotipi circolavano all’epoca e lo sono ancora oggi. Piuttosto che sopprimere il contenuto (il che farebbe perdere molto denaro, diciamo noi) teniamo a riconoscere la loro nefasta influenza al fine di non ripetere gli stessi errori, impegnarci nel dialogo e costruire un avvenire più inclusivo, tutti insieme. Disney si impegna a creare storie su temi ispirati e ambiziosi che riflettano la formidabile diversità della ricchezza culturale umana nel mondo.
Chiarissimo: prima imperava l’oscurità, adesso ci sono loro, l’esercito del Bene. Ammettono, ostentano l’intenzione di manipolarci. Quelle righe sono il simbolo di un mondo impazzito che ha perduto la bussola, in cui tutto ciò che è assurdo, riservato alle risate tra amici o alle cure di uno psicoterapeuta, sta diventando un insieme di norme che governano le malate società occidentali.
Qualche esempio tratto dalla società dello spettacolo, che ha in pugno il cervello rettiliano delle masse. Attori e attrici neri interpretano Amleto e Anna Bolena (una vittima, Enrico VIII è rigorosamente bianco!), un attore nano ha preteso che sia cambiata la storia di Biancaneve e i sette nani per non offendere le “persone di statura molto bassa”. Un’alta dirigente della Disney dichiara che, in quanto madre di un figlio transessuale e di uno pansessuale, intende stabilire una quota minima del cinquanta per cento di personaggi LGBT e appartenenti a minoranze razziali nei film per bambini. I disagi della parte più fragile e esposta delle classi alte occidentali devono diventare patrimonio comune attraverso il sistema di intrattenimento che cambia la percezione della realtà e i valori (chiamiamoli così) delle nuove generazioni.
Per quanto le nostre affermazioni suonino incomprensibili all’uomo privato di ogni trascendenza, formattato nel corpo e nell’anima da una anti cultura mortifera, la lotta è ormai su un piano metafisico. L’Homo Deus va sconfitto dalle forze dello spirito alleate con il senso comune dei popoli e dei singoli, che non possono credere che il bianco sia nero.
Tutto ciò che fino a ieri era normale, indiscusso, è stato spazzato via da un decennio in cui alcuni pazzi (e pazze, rispettiamo la parità di genere!) vendicativi, rancorosi, decisero che era necessario porre fine alla normalità e fare tabula rasa della legge naturale. Uno scherzo o un’osservazione “inappropriata” (tutti hanno il diritto di trovare inappropriato qualcosa) può cancellare una reputazione, far perdere il lavoro, interrompere i rapporti con gli amici, i membri della famiglia. E’ il momento di ribellarsi contro questi mentitori seriali, minoranze piccole ma potentissime (abbiamo visto chi paga il conto…) che stanno sfigurando una civiltà, la nostra, sino a capovolgerla.
In più, ci chiedono di arruolarci a difesa dei “valori occidentali” che una parte sempre più consistente di mondo sta contestando sul piano economico, civile, sociale, valoriale. In questo orribile pesce d’aprile permanente, esigiamo a gran voce di essere lasciati in pace, immunizzati dalle teorie di genere, dalle nevrosi antirazziste, dai capricci sessuali e pansessuali – qualsiasi cosa significhi- dalle ossessioni neo-femministe, dai “costrutti sociali” in cui costoro hanno trasformato l’esperienza umana, la natura, la biologia. Stanno scrivendo un vangelo nichilista intriso di onnipotenza, che conduce ad azioni incontrollabili.
Ne stiamo facendo esperienza nella privazione delle libertà elementari con il pretesto della pandemia, nell’imposizione green, nell’ arruolamento forzoso contro i nostri interessi concreti nelle guerre di dominazione dell’Occidente malato che si sente Dio. Un Dio a testa in giù che revoca le verità e ne istituisce di nuove, provvisorie, valide per oggi: domani sarà ancora meglio, sarà “più”, è il progresso. Dobbiamo fermare con ogni mezzo, a partire dal diritto naturale di resistenza, la corsa del treno lanciato a tutta la velocità verso un precipizio sempre più vicino. E’ il nichilismo di Thelma e Louise, che al termine della fuga verso equivoche libertà, che in fondo non le hanno soddisfatte, lanciano l’auto e se stesse nel burrone.
La gente assennata, che usa il cervello e vede con i propri occhi, ha il dovere di battersi contro i deliri, le psicosi, le nevrosi di una piccola ma influente minoranza di fanatici diventati “padroni del discorso” – per volontà esplicita delle oligarchie d’Occidente – che stanno facendo strame non soltanto di trenta secoli di civiltà, ma della stessa ragione. Lasciamo il pesce d’aprile a un unico giorno- una volta all’anno è lecito impazzire – nella speranza di non essere querelati da qualche antispecista convinto che i pesci siano vittime di una inaccettabile discriminazione. I pazzi non condurranno più i ciechi se questi si strapperanno le bende e rivedranno la luce, cioè la verità e la realtà. La menzogna non dura in eterno. Contra factum non valet argumentum.
Roberto Pecchioli
Illustrazione di copertina: Sebastien Thibault