Em/RM 11-35/11-95m12(*1)
Oggi entrava nella maggiore età, era arrivato ai fatidici 13 anni ma lui, a differenza dei suoi coetanei, non si sentiva pronto. Sia chiaro, non è che gli altri fossero pronti, semplicemente nemmeno si ponevano il problema, così era e così doveva essere, l’ISTITUZIONE non sbaglia mai.
Em/RM 11-35/11-95m12(*1), si sentiva diverso da tempo, da quel giorno che per sbaglio, ritrovò dietro un tramezzo rotto in soffitta, quello strano baule, pieno di libri, di quaderni, disegni ed una palla. Da allora, si era anche dato un nome, Marco, ma non lo diceva, sapeva bene che sarebbe stato punito.
Perché i nomi non erano più usati da anni, dalla grande rivoluzione scientista/ugualitaria. I nomi, portavano discriminazione. Inizialmente tolsero le vocali finali sessiste ma non andava ancora bene, erano troppo divisivi, potevano ricordare la provenienza da paesi diversi e poi generavano atti di bullismo a scuola, almeno fino all’abolizione della scuola in presenza avvenuta nel 2030.
I cognomi erano stati aboliti, essendo l’individuo proprietà dello stato/azienda, una password era più che sufficiente.
Custodiva il suo tesoro segretamente, un ponte con un mondo che non c’era più, che non aveva mai visto ma che sentiva profondamente suo, naturalmente suo.
Era cosciente del rischio che correva tenendo quelle cose, lo sapeva bene, da quando per strada, intorno ai 6 anni, abbracciò un bambino. Genitore uno e due furono condannati al TSO obbligatorio ed al decurtamento del 50% dei crediti di sostentamento per sei mesi. Ora alla soglia della maggiore età, sapeva che avrebbe iniziato a pagare personalmente per ogni infrazione al codice.
Per questo, una volta letto tutto quello che aveva potuto, richiuse il baule nel muro, tenendosi solo la palla ed un foglio di uno dei quaderni, su cui il vecchio padrone del baule aveva scritto:
“Cosa siamo diventati, persi tra impedimenti e terrore? Impaurite e violentate pedine solitarie.
Ma dove andiamo? Ovunque ci ordinino di andare, non sappiamo più scegliere, decidere… pensare.
Cosa eravamo? Incerti e pieni di errori ma comunque umani. Colori che mescolandosi, creavano a volte scarabocchi e a volte capolavori.
Cosa saremo? Automi obbedienti, ciechi esecutori e il grigio avuto unendo tutti i colori.
Chi ha ordito tutto questo? Alcuni di noi, più affamati e malvagi… perché il male esiste, è dannatamente certo.
Perché avete perso? Perché lo abbiamo dimenticato (il male), e questa mancanza lo ha fatto crescere a dismisura, camuffato di falsa bontà.
Ma avete combattuto? No, perché eravamo divisi… lui ci aveva divisi, fin nei legami poi profondi, fino alle basi del nostro essere.
Combattemmo tra di noi e lasciammo che si appropriasse delle nostre vite.
Molti di noi, non si accorsero nemmeno di esser morti ed i loro simulacri, combatterono contro gli ultimi disperati uomini rimasti, portando il male alla vittoria e distruggendo tutto ciò che era umano.”
* 1 – Questa password era così formata, Em stava per compartimento Europa meridionale, Rm Roma, 11-35 mese ed anno di nascita, 11-95 quella della morte (il termine vita era stato fissato a 60 anni per via dell’inquinamento e della scarsità delle risorse finanziarie, ovviamente si potevano comprare crediti aggiuntivi, ma era cosa da pochi), m stava per maschio e 12 perché era il dodicesimo nato a Roma in quel giorno.
Foto di copertina: Sasha Freemind