Fascismo virtuale
“Avete negato il virus”: un esempio di fascismo virtuale.
Ma chi sono i “Fascisti” tanto giustamente stigmatizzati dopo l’assalto alla sede della CGIL di Roma? A parte l’ipotesi, perfettamente possibile,che siano dei provocatori pagati, questi tizi palestrati armati di spranghe sono una manifestazione di intolleranza che si esprime in modo violento – una caratteristica storica del Fascismo come ideologia.
Però, secondo me esiste anche una forma di Fascismo virtuale forse anche più violento di quello dei picchiatori armati di spranghe. Ve ne passo un esempio più in basso: è un testo che gira su Facebook dove sembra aver raggiunto una certa diffusione virale. Non ha un titolo, ma comincia subito con “Avete Negato il Virus”, e capite subito di cosa parla: è tutto dedicato alla demonizzazione dei “no-vax”.
Va letto con attenzione perché non è uno sfogo buttato giù alla buona da qualcuno incavolato. No, è un pezzo scritto da un professionista che di tecniche di propaganda ne sa parecchio. Sapete probabilmente che Joseph Goebbels aveva proposto “11 principi della propaganda” e qui li trovate tutti. Ma, alla fine dei conti, la propaganda non è una cosa molto sofisticata. Si basa su un solo principio: “noi contro di loro.” Per applicarlo bisogna localizzare, definire, e demonizzare “loro” – in questo caso i “negazionisti”, “no-vax” o come il volete chiamare.
Il testo è organizzato in modo da riprendere metodicamente le linee principali di tutto quello che si è detto durante il ciclo della pandemia: il complottismo, la mancanza di rispetto per i morti, le “grigliate” durante il lockdown, i runner incoscienti, gli assembramenti nelle discoteche (addirittura quelle dei “Vip in Sardegna”), l’ignoranza, l’incompetenza, e tutto il resto. E poi arrivano le accuse alla moda: “loro,” i no-vax, sono una minoranza, un’elite manovrata da estremisti, quelli che ci impediscono di tornare a una vita normale. Invece “noi”, la maggioranza, ci sacrifichiamo anche per voi, perché vogliamo che tutto torni come prima. Non uno straccio di dubbio: le cose stanno così e non ci sono alternative.
Ci sono altre cose da notare: per esempio, il linguaggio gergale tipo “non glie ne frega una beata ceppa”, o “ne abbiamo le palle piene”. E’ tipico di questo tipo di testi cercare di presentarsi dando l’impressione che l’autore è “uno di noi.” Ma chi è l’autore? Chi ritrasmette non sembra preoccuparsi di verificare: a volte il testo è attribuito a una certa “Chiara Serra”, nome molto comune per cui è impossibile capire chi sia, posto che esista. Notate anche un dettaglio sottile: se vi è arrivato questo testo, vi sarà arrivato preceduto dalla frase “condivido ogni singola parola” o simili (anche minacciosi, tipo “condivido con le mani che prudono”). E’ un’aggiunta che serve a impegnare emotivamente chi ritrasmette, che spesso rielabora la un po’ la frase.
La manipolazione del lettore è così evidente che sembra incredibile che questo tipo di propaganda sia efficace. E invece lo è. Anche un testo così pesantemente propagandistico si diffonde perché ogni frase trasuda di odio, soltanto odio verso chi non la pensa come te. Odio allo stato puro.
Funziona bene, anche troppo bene. Una volta che si mette in moto il meccanismo della diffusione dell’odio, non lo ferma più nemmeno chi lo ha creato. Chi usa queste tecniche fa l’apprendista stregone e forse non si rende nemmeno conto di quello che sta facendo. E’ successo più di una volta nella storia e sapete tutti come è andata a finire.
Questo tipo di manipolazione si evita soltanto usando la propria capacità di pensare: mantenendo i nervi saldi e analizzando i messaggi che arrivano. Non importa aver letto Goebbels per capire quando vi stanno imbrogliando. Il buon senso, anche da solo, può bastare. Leggete questo pezzo con spirito critico, capirete molte cose.
Prof. Ugo Bardi
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Avete negato il virus.
Negato i morti.
Deriso i morti.
Deriso medici, infermieri e operatori del 118 sfatti di stanchezza per aver cercato di salvare vite umane. Disperati per averne perse troppe.
Avete inseguito ambulanze, filmato sale d’attesa dei PS vuote, per dimostrare che non c’era emergenza.
Avete poi minacciato il personale sanitario, vandalizzato le macchine.
Avete infranto le regole, organizzando feste e grigliate e creando focolai di contagio.
Avete trovato ogni possibile scappatoia per uscire di casa, perché voi siete voi e gli altri non sono un cazzo.
Però avete fatto le vittime sacrificali quando vi hanno richiamato al lavoro. In banca, magari.
Avete pianto miseria per mesi, morivate di fame e di stenti.
Poi però vi siete ammassati in discoteche per Vip in Sardegna, per poter postare sui social le foto e i filmati.
Avete postato ogni sorta di stronzate, condiviso le opinioni di ciarlatani raccattati chissà dove come fossero il verbo divino, inventato complotti e strane teorie, dando degli ignoranti a chi cercava di farvi capire quanto fossero assurde.
Poi è arrivato il vaccino.
Avete iniziato a deridere e insultare chi si vaccinava, con la stessa arrogante ignoranza di sempre, immersi nei vostri siti sempre più pieni di cazzate e di professori di filosofia che si improvvisavano medici e vi dicevano che invece del vaccino era meglio ammalarsi e poi curarsi con un vermifugo per cavalli.
Continuate a sentirvi un’elite, il popolo eletto,
i detentori della conoscenza mentre gli altri (la maggioranza ormai) sono dei poveri idioti, i *punturati* le cavie, gli scemi del villaggio.
Adesso manifestate per la libertà, la vostra come sempre, senza rendervi conto di essere manovrati da estremisti a cui della vostra libertà, del vostro lavoro, della vostra vita non frega una beata ceppa.
Non cercate solidarietà o empatia ora dalla maggioranza silenziosa, quella che ha sempre rispettato leggi e regole, che ha sopportato e stretto i denti e la cinghia davvero, che si è vaccinata non soltanto per proteggere se stessa ma anche per chi non può farlo e per interrompere il ciclo mortale della pandemia.
Ne abbiamo le palle piene di voi e delle vostre stronzate.
Illustrazione di copertina: Paolo Beghini