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Galli e Bassetti: il poliziotto buono e il poliziotto cattivo

In quel circo Barnum alla perpetua ricerca di mostri e fenomeni da baraccone da esibire alle folle che sono oramai diventate le televisioni italiane, da un anno a questa parte hanno fatto la loro trionfale entrata in scena delle nuove prime donne. Si tratta dei virologi.

Ormai abbiamo imparato a conoscerli. Dal vaccinatore ottimo massimo Borioni, al zanzarologo Crisantemi, alla veterinaria Capua. Ognuno di loro ha qualche perla da elargire. Non quelle che ci si aspetterebbe da dei medici, cioè indicazioni su come curare i malati. L’unica cosa che sanno dire è che bisogna chiudere tutto e che i vaccini, e solo i vaccini, rappresentano la soluzione dell’epidemia (qualcuno aggiunge, a mezza voce, momentanea, facendo così intendere che la campagna di vaccinazione dovrà durare in eterno).

Inoltre si distinguono per le loro proposte liberticide, invocando pass sanitari, licenziamenti per i colleghi recalcitranti ed altri provvedimenti contrari allo spirito e alla lettera della Costituzione.

Tra le marionette di questo farsesco teatrino io nutro una vera predilezione per i professori Galli e Bassetti, che inscenano la parte del poliziotto cattivo e del poliziotto buono della narrativa pandemica.

Capita persino che i due si mettano a litigare. L’uno è per iniziare il coprifuoco alle 22 , l’altro per iniziarlo alle 23. L’uno è per chiudere tutto quello che è superfluo; l’altro è per aprire tutto quello che è necessario. L’uno vorrebbe licenziare i medici che esprimono dubbi sul vaccino, l’altro vorrebbe soltanto sospenderli dal lavoro. L’uno è contrario alle cure domiciliari (pare che la mente di cotanto scienziato abbia partorito il protocollo tachipirina e vigile attesa, in buona sostanza l’invito a non fare un cazzo finché il paziente non rischia di morire), l’altro lo è un giorno sì e uno no. L’uno si è ormai completamente identificato nella parte di profeta di sventura, l’altro vorrebbe sembrare rassicurante.

A voler essere pignoli, se i giornalisti non fossero i reggi coda senza dignità del potere, potrebbero fare qualche domanda di un qualche interesse a questi dioscuri del covidismo.

Il Galli ed il Bassetti sarebbero, nel tempo libero loro concesso dagli impegni televisivi, anche i primari di due importanti reparti di malattie infettive in grandi ospedali delle città di Milano e Genova, le quali – per inciso – hanno avuto un tasso di mortalità tra i più alti al mondo.

Sarebbe interessante sapere quanti malati sono entrati nel loro reparto, quanti sono guariti, quanti sono transitati nelle terapie intensive, e quanti sono usciti dall’ospedale passando per l’obitorio. Questo, in particolare, sarebbe interessante sapere. Quanti decessi ci sono stati tra i pazienti passati sotto le mani del Galli e del Bassetti.

Si tratta dell’unica cosa che conta (le chiacchiere, quando è in ballo la vita, stanno a zero) ed è l’unica cosa che non gli viene mai chiesta.

Chissà perché.

Prof. Silvio Dalla Torre

Illustrazione di copertina: Yukai Du

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