I due pilastri della follia
Riflessione personale filosofica sull’autodistruzione della civiltà.
Non ne usciremo facilmente, forse mai. Al netto delle cospirazioni geopolitiche e dei complotti transumanisti (che pure esistono) vedo sempre più difficile uscire dalla situazione di paralisi da covid per il semplice motivo che la nostra civiltà ha eretto un monumento alla follia ponendo due pilastri solidissimi a reggerlo, così come Joakim e Boaz sostenevano l’ingresso del Tempio di Gerusalemme. E poi ci si è infilata dentro.
Primo pilastro: LE PERSONE SANE NON ESISTONO
Aldous Huxley in una sua celebre frase diceva: “La medicina moderna ha fatto così tanti progressi che quasi non esistono più le persone sane”.
Quel “quasi” è stato abolito e per farlo è stato cambiato il significato di “sano”, laddove prima indicava “corpo che funziona” ora deve obbligatoriamente indicare “corpo non contaminato”, col sottinteso che un corpo contaminato, anche se perfettamente funzionante è un pericolo pubblico per chiunque altro.
Nessun ragionamento, analisi, ricerca, esperimento ecc… riesce più a scalfire questa granitica convinzione. L’idea che il semplice contatto con un prossimo “contaminato” possa mettere a rischio le nostre vite e quelle di chissà quante altre persone va oltre la superstizione e si trasforma in vera e propria paranoia da zombie-movie.
Ai medici viene consigliato di “non visitare i pazienti”, ai nonni di non far entrare in casa i nipoti, alle persone di stare lontane le une dalle altre in un crescendo di pazzia che nega alla vita la sua stessa essenza di contaminazione continua.
Si afferma l’ideale di una “purezza” digitale ed asettica e come tale incompatibile con la vita stessa. Il corpo non contaminato è in realtà un corpo morto e viene proposto come l’obiettivo da raggiungere.
Non si curano più i malati ma si isolano i sani perché “contaminati” e dilaga il concetto di “medicina preventiva”, frutto dell’esasperata medicalizzazione cresciuta negli anni e che grava sulle nostre società come un mantello di piombo.
In questi giorni arrivano le pubblicità di farmaci contro “l’ansia lieve” ed i media suonano 24h al giorno al grancassa dei vaccini-messia, mentre si condanna come pericolosa eresia qualsiasi espressione di vita sana e benessere (sport, movimento relazioni sociali…).
Analisi su analisi, tamponi e test di ogni tipo per confessare il peccato della contaminazione, oggi del covid domani di altre migliaia di virus e batteri che albergano nel nostro corpo da sempre. Ma che ora sono diventanti all’improvviso il nemico da combattere anche se il corpo funziona benissimo.
Non siete più “puri”.
Secondo pilastro: LA VECCHIAIA È UNA MALATTIA (e va curata a qualsiasi costo)
La terza età non è più il periodo dei bilanci, delle riflessioni su ciò che si è fatto o non fatto nella vita, sul riposo e l’attesa di un passaggio nell’Aldilà.
L’abolizione dell’anima e della stessa concezione di un Aldilà che si è insinuata nella nostra società ha trasformato la vecchiaia e la morte stessa in malattie da combattere e se possibile da sconfiggere.
Anche se muore un novantenne o un centenario è sempre una terribile tragedia perché “poteva vivere di più”. Il Dio-Scienza promette che non c’è un limite prefissato alla vita terrena – che è ritenuta l’unica possibile e anche irripetibile! – è che un decesso è sempre un avvenimento nefasto, un colpo che il nemico-Morte infligge alle nostre difese e che ci ripromettiamo di rintuzzare alla prima occasione.
“A 105 anni ha sconfitto il covid grazie all’aiuto di medici ed infermieri” (notizia letta qualche tempo fa).
Fa niente che per far sconfiggere il covid alla signora 105enne sia stato distrutto il futuro di interne generazioni, ne valeva sicuramente la pena!
La trasformazione della vecchiaia in una malattia porta con sé un altro assunto immediato: si può invertire il processo e tornare indietro nel tempo. Basta avere le cure giuste.
Naturalmente questo non avviene ed allora di chi è la colpa?
Ma chiaramente dei “corpi contaminati” che sono gli strumenti con cui il nemico-Morte porta i suoi colpi alla nostra Scienza, alle nostre promesse di vita eterna e gagliarda.
E sei tu il colpevole della morte di tuo padre, dei tuoi nonni, della tua bisnonna! Tu, corpo contaminato, complice della Morte!
Senza di te, quelle persone sarebbero sicuramente ancora vive!
Ecco, questi sono i due pilastri che reggono il moderno Tempio della Follia. E sono talmente solidi, talmente ben piantati nel terreno che le persone ci si aggrappano spontaneamente, senza rendersi conto che così facendo diventano pietra anch’essi.
L’autodistruzione della società è iniziata
Illustrazione di copertina: Sara Gironi