
I governi non sanno, non capiscono, ma puniscono
Certe volte la verità salta fuori nonostante tutte le coperture e i tentativi di nasconderla. All’inizio di luglio, i liberali tedeschi della Fdp in una richiesta al governo che noi potremmo chiamare interrogazione parlamentare con risposta scritta, chiesero che l’esecutivo illustrasse l’effetto e l’efficacia delle misure di protezione contro il Covid che come sappiamo in Germania sono state e sono piuttosto stringenti. Probabilmente una domanda così ovvia e semplice non era attesa, non comunque dallo schieramento dei “complici” di pandemia e così la risposta si è fatta attendere addirittura quasi un mese. Ma alla fine di questo periodo in cui si pensava fossero state raccolte montagne di dati e di argomentazioni la risposta è uscita fuori sotto forma di un documento di 7 pagine il cui contenuto è stato anticipato dalla Bildzeitung e può essere sintetizzato in una sola frase: “il governo non ha la minima idea in merito”.
Quali risultati hanno esattamente raggiunto le drastiche violazioni dei diritti fondamentali come i blocchi, le segregazioni, le distanze di sicurezza e le mascherine? Su quali ricerche scientifiche sono basate. E quali studi sono disponibili per metterne in luce i risultati? Nulla di tutto questo: invece di fatti e di numeri, il ministero della Salute ha risposto con frasi annidate e criptiche per nascondere il fatto che non ne sa assolutamente nulla, né si è preoccupato di saperlo.
Ecco un esempio: “A causa della interazione contestuale di un numero molto elevato di variabili non è possibile quantificare l’impatto delle singole misure su un indicatore (es. incidenza) in modo affidabile e generalizzabile e confrontarli tra paesi”. Per spiegare la propria ignoranza, il documento cerca “connessioni multifattoriali” che potrebbero essere anche “una possibile spiegazione per le variazioni di efficacia delle singole misure tra regioni o Paesi diversi”.
Nonostante la mancanza di dati e di conoscenze scientifiche, è ottimista che le “prove” mostrino chiaramente “che è sempre l’attuazione di più misure simultanee” che “influiscono sul corso della pandemia”. Perché la “somma delle misure di protezione porterebbe alla diminuzione dei contagi”.
Insomma il solito bla bla bla per coprire una verità evidente: che non c’è modo di sapere quali effetti abbiano avuto le le misure draconiane prese, quali siano i presupposti scientifici in base a cui sono state prese e soprattutto che ai regimi pandemici questo non interessa affatto perché tutte le misure hanno un eminente carattere politico – economico e non sanitario.
E’ fin troppo chiaro che come dice il portavoce della Fdp, il governo Merkel in mezzo a tutte le chiacchiere ellittiche di cui fa sfoggio non può dimostrare l’efficacia di nessuno dei provvedimenti governativi né singolarmente, né nel loro insieme. “Sono state prese misure che limitano gravemente la libertà dei cittadini e mettono in pericolo molti mezzi di sussistenza economici senza che la loro efficacia sia stata verificata”.
Naturalmente questo vale per tutti i governi occidentali – salvo qualche rara eccezione di dissidenti del lockdown come per esempio gli svedesi – i quali non potrebbero spiegare quali siano i risultati epidemiologici dei loro provvedimenti anche perché tutti i dati reali di cui siamo in possesso dicono che le segregazioni, le mascherine e i distanziamenti non hanno avuto effetto sulla diffusione epidemica, ma in compenso hanno avuto conseguenze nefaste per la salute pubblica in generale provocando un numero eccezionale di decessi in più.
Nonostante questo continuano imperterriti nella loro opera di distruzione economica dal basso che è poi il vero scopo della narrazione pandemica: reiventandosi ogni giorno un’epidemia il meccanismo mediatico consente loro di non dover spiegare le misure che prendono, né giustificarne l’efficacia perché i media rimbambiscono a tal punto la popolazione che solo la parta più lucida si pone le domande più ovvie.
Illustrazione di copertina: Sebastien Thibault

