Società

I muri crescevano attorno a noi, ma non li vedevamo

Ieri sera tardi, era già buio pesto, mi sono trovato a passare davanti ad una farmacia. Innanzi ad un tendone bianco, ormai completamente avvolto dalle tenebre, una fila impressionante di persone, un umanità dolente, in attesa di tampone.

Gente completamente sana, che deve dimostrare di esserlo, ogni tot ore, per potere vivere. Siamo giunti alla prima malattia della storia del mondo, presuntivamente esistente, anche se completamente asintomatica.

Tutti malati ex legge, che devono dimostrare il contrario continuamente, per potere lavorare, per potere viaggiare, per potere esistere. Ogni incubo è stato superato, ogni squilibrio mentale, ogni aberrazione. Il nonsenso più assoluto è diventato prassi.

La follia più profonda scandisce il nostro quotidiano. Come un epidemia che non finisce più e si propaga all’infinito. Altro che scienza, questo è l’antiscientismo più titanico che ci sia mai stato. Attraverso il quale l’umanità è violentemente trascinata verso il controllo più totalizzante mai esistito. La persona è diventata un pezzo da incastro, continuamente soggetta ad un controllo di conformità assurdo, che potrà essere sanitario, fiscale e persino climatico, senza il quale sarà considerata un rifiuto, un res nullius, un elemento da eliminare.

Persino i totalitarismi del passato, di ogni marca e colore, al confronto erano uno scherzo.

Siamo entrati piano piano nella trappola, come il topo col formaggio, spinti da una musica ammaliante e da un mondo che ti prometteva tutto. Consumismo, edonismo, benessere economico, libertà morale illimitata, come nuovi “dei” e obiettivi irrinunciabili.

Attraverso i loro strumenti si intende: banche, carte di credito, mutui, prestiti, piani di risparmio, digitalizzazione imperante e ossessiva. Tutto tracciato, tutto elettronicizzato, tutto bello. Vuoi mettere? Apro la macchina a distanza, decido il percorso, mi connetto con chiunque in un secondo. E lentamente gli abbiamo consegnato la nostra vita su un piatto d’argento.

I muri crescevano attorno a noi, ma non li vedevamo. Certe porte si chiudevano pesantemente alle nostre spalle, ma non le sentivamo. Ebbri del “faccio quello che voglio” e del “decido io”. Sostanzialmente ormai inumani, ma animali da giungla barbara e ipnotica, ormai incastonati in un tempo eterno, del quale il meglio doveva ancora arrivare per contratto.

E quando le crisi finanziarie pilotate e i vincoli di bilancio acclusi, hanno iniziato a devastare le famiglie e le imprese, non ce né siamo minimamente fregati, perché riguardava sempre gli altri, i perdenti, i fessi, e il “paradiso” promesso non ci sarebbe stato tolto.

Come ubriachi, fradici di menzogne, ci siamo diretti verso la fossa, dentro la quale abbiamo scoperto che la libertà non c’era più, che non decidevamo più, che eravamo solo terminali inutili, diretti dall’alto.

Ma gli abbiamo ormai concesso tutto: Il tavolo da gioco, le regole, le carte. Mille false promesse, per capire che siamo in realtà nient’altro che fiches, senza autonomia alcuna, puramente strumentali alla partita.

Ormai, con un bottone ci tolgono tutto: soldi, beni, diritti. E sanno tutto di noi. Idee, preferenze, situazione economica e familiare, rapporti, gruppi, spese, movimenti e pensieri. Tra poco ci leveranno anche la luce e l’energia elettrica, come le galline. Ci racconteranno qualcosa e noi ci crederemo ancora. Grazie alla nostra oceanica e infantile stupidità.

Inseguivamo i beni di consumo e hanno consumato noi. Credevamo di avere tutto, di ottenere tutto. E non abbiamo niente. Nemmeno noi stessi. Smarriti come siamo ormai in questa selva oscura. L’uomo è ormai annientato. In ginocchio. Asintomaticamente morto. Solo Dio lo può rialzare e salvare. Solo Lui può porre fine a tutto questo. Aspetta solo che glielo chiediamo.

E scopriremo per la prima volta che cos’è l’amore. Non quello del mondo, falso e finto, ma quello vero. Quello che non abbiamo voluto vedere.

Murati nel nostro egoismo distruttivo che è diventato un carcere.

Come il figliuol prodigo, affoghiamo in mezzo ai maiali, dopo avere inseguito di tutto.

Leviamoci e torniamo a casa.

Marco Palladino

Illustrazione di copertina: Tom Straw

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