I tempi stanno cambiando. 80 anni di Bob Dylan
Ci sono canzoni senza rughe, senza luogo, eterne, che si adattano alle epoche attraverso il proprio messaggio universale. Gettano un ponte tra le generazioni, raccontano la nostra storia, narrano i cambiamenti, sono fotogrammi indelebili del loro tempo, capaci nella loro autenticità di essere sempre così attuali da precorrere anche quello che verrà.
Spesso si dice che la musica sia magica. È vero. Ma c’è una spiegazione molto più semplice e razionale dietro quella magia ed è la purezza del messaggio, la necessità di mettersi a nudo che si percepisce ascoltando le canzoni di certi artisti che ancora oggi consideriamo i più grandi. Anche per questo ogni volta che se ne va un mostro sacro genera un vuoto che non viene colmato. Perché abbiamo bisogno di ritrovare quella onestà nel raccontare il mondo attraverso la musica che è ciò che la rende eterna. Abbiamo bisogno ancora di voci libere che non abbiano paura di non essere allineate, che non si preoccupino di risultare scomode se necessario, che non siano condizionate dalla ricerca del consenso. Abbiamo bisogno ancora di voci coraggiose che denuncino l’assurdità di un mondo che ci vuole tutti grigi, uguali e impauriti, che stimolino il coraggio, la voglia di vivere e di difendere la libertà.
Era il 1963 quando Bob Dylan scriveva “The Times They are a-changin’”. C’era la guerra in Vietnam, le ingiustizie sociali non erano i capricci del piagnisteo radical chic, erano tempi di profondo cambiamento e di conflitti generazionali. Dylan puntava il dito contro la politica, l’ipocrisia del sistema, verso gli intellettuali e i media inginocchiati al potere. Da lì a poco, il 23 novembre dello stesso anno, il Presidente Kennedy veniva assassinato a Dallas e la notte seguente doveva aprire un concerto proprio con quella canzone.
“Pensai: Wow, come posso aprire con quella canzone? Mi tireranno dei sassi. Ma dovevo cantarla, il mio concerto cominciava da lì. […] Qualcosa aveva fatto corto circuito in tutto il paese e la gente applaudiva la canzone. E io non riuscivo a capire perché, o perché l’avessi scritta. Non riuscivo a capire nulla. Era pura follia”
È passato più di mezzo secolo e, soprattutto di questi tempi, “The Times They are a-changin’” è un brano ancora sorprendentemente attuale, nel quale è impossibile non rispecchiarsi, non vedervi un’analogia con ciò che ci sta accadendo, molto di più di qualsiasi canzone scritta di recente e trasmessa alla radio. Forse dovremmo domandarci perché…
Antipatico, misterioso, inafferrabile, cantautore per antonomasia, avverso a retoriche e celebrazioni, ribelle, libero, imprevedibile come il soffio del vento di “Blowin’ in the wind”. Icona da otto decadi. Buon compleanno, menestrello.
I TEMPI STANNO CAMBIANDO
Venite intorno gente
dovunque voi siate
ed ammettete che le acque
attorno a voi stanno crescendo
e accettate che presto
sarete inzuppati fino all’osso.
E se il tempo per voi
significa qualcosa
fareste meglio a cominciare a nuotare
o affonderete come pietre
perché i tempi stanno cambiando.
Venite scrittori e critici
che profetizzate con le vostre penne
e tenete gli occhi ben aperti
l’occasione non si ripeterà
e non parlate troppo presto
perché la ruota sta ancora girando
e non c’è nessuno che può dire
chi sarà scelto
dato che il perdente di adesso
sarà il vincitore di domani
perché i tempi stanno cambiando.
Venite senatori, membri del congresso
rispondete alla chiamata
e non rimanete sulla porta,
non bloccate l’atrio
perché quello che si farà male
sarà colui che ha cercato di impedirci l’ingresso
c’è una battaglia fuori
e sta infuriando
Presto scuoterà le vostre finestre
e farà tremare i vostri muri
perché i tempi stanno cambiando.
Venite madri e padri
da ogni parte del paese
e non criticate
quello che non potete capire
i vostri figli e le vostre figlie
sono al dì la dei vostri comandi
la vostra vecchia strada
sta rapidamente finendo.
Per favore spostatevi dalla nuova
se non potete dare una mano
perché i tempi stanno cambiando.
La linea è tracciata
La maledizione è lanciata
Il più lento adesso
sarà in seguito più veloce
e cio che ora è il presente
diventerà passato
L’ordine sta rapidamente
scomparendo.
E il primo di adesso
sarà l’ultimo
perché i tempi stanno cambiando.
THE TIMES THEY ARE A-CHANGIN’
Come gather ‘round people
Wherever you roam
And admit that the waters
Around you have grown
And accept it that soon
You’ll be drenched to the bone.
If your time to you
Is worth savin’
Then you better start swimmin’
Or you’ll sink like a stone
For the times they are a-changin’.
Come writers and critics
Who prophesize with your pen
And keep your eyes wide
The chance won’t come again
And don’t speak too soon
For the wheel’s still in spin
And there’s no tellin’ who
That it’s namin’.
For the loser now
Will be later to win
For the times they are a-changin’.
Come senators, congressmen
Please heed the call
Don’t stand in the doorway
Don’t block up the hall
For he that gets hurt
Will be he who has stalled
There’s a battle outside
And it is ragin’.
It’ll soon shake your windows
And rattle your walls
For the times they are a-changin’.
Come mothers and fathers
Throughout the land
And don’t criticize
What you can’t understand
Your sons and your daughters
Are beyond your command
Your old road is
Rapidly agin’.
Please get out of the new one
If you can’t lend your hand
For the times they are a-changin’.
The line it is drawn
The curse it is cast
The slow one now
Will later be fast
As the present now
Will later be past
The order is
Rapidly fadin’.
And the first one now
Will later be last
For the times they are a-changin’.
Foto di copertina di Barry Feinstein, Liverpool, 1966