Il Complesso di Erode
Una delle leggi dello showbusiness hollywoodiano stabilisce che se si vuole decretare il successo di cassetta di un polpettone è sufficiente infilare nella trama il personaggio di un intrepido ragazzino o di una tenera e innocente bambina.
Dovevano saperlo i suggeritori dell’eroina green con i codini e ne hanno fatto tesoro sicuramente gli sceneggiatori dell’horror vaccinale a reti unificate. Cito dalla rete: “Insegnanti e genitori raccontano che i loro figli reclamano il vaccino per evitare di contagiare i nonni quando vanno in visita per gli auguri di Natale”, dal canto suo è la Repubblica a pubblicare una toccante letterina.
Carlotta, 10 anni, scrive: “Quando abbiamo saputo che potevamo essere tra i primi bambini a Torino a farsi vaccinare contro il coronavirus, noi tre ci siamo guardati e abbiamo urlato in coro “Sì!”. Poi io, che sono la più grande, ci ho riflettuto un secondo e ho detto “Ma quindi ci usano come cavie o qualcuno l’ha già fatto?”. Mamma e papà mi hanno risposto di stare tranquilla, che in America li stanno facendo a tanti bambini, e mi sono tranquillizzata. Abbiamo anche chiesto a mamma se ci dava una ricompensa dopo il vaccino, ma lei ci ha risposto che la ricompensa è la nostra salute…. Io lo consiglio ai miei compagni, sperando di avere di nuovo una vita normale”.
Chiunque abbia frequentato un giornale quotidiano o settimanale sa bene che gran parte delle lettere al direttore o di quelle della posta del cuore sono inventate di sana pianta per suscitare artificialmente un “dibattito” intorno a un fenomeno di moda.
Non ci resta dunque che sperare che il redattore che si è fatto carico di una rivisitazione aggiornata delle missive serali di Enrico del libro Cuore, venga opportunamente premiato come merita con uno dei prepensionamenti d’oro di Gedi a beneficio del fedeli dipendenti, oggetto in questi giorni di una inchiesta. Perché se fosse invece autentica sarebbe ora di far salire sul banco degli imputati di una nuova Norimberga gli autori di crimini così nefandi commessi ai danni dei bambini, alla stregua dei sacerdoti di quelle religioni sanguinarie che sacrificavano sugli altari i teneri corpicini degli innocenti, per compiacere le loro divinità feroci e insaziabili.
D’altra parte ci sarebbe poco da stupirsi. Sempre la Repubblica, autoinvestita della funzione di house organ di BigPharma riporta l’accorata raccomandazione dei medici pediatri rivolta ai genitori di buona volontà. Società italiana di pediatria, Federazione italiana medici pediatri, Associazione culturale pediatri e Federazione delle società scientifiche e delle associazioni di area pediatrica, allo scopo di dare sostegno all’immunizzazione dei bambini hanno redatto un documento “con i dati della letteratura scientifica da usare nel dialogo con i genitori” secondo i quali si ipotizza che “se non si vaccina, il bambino avrà una probabilità nell’ordine di 3-5 su 10.000 di avere complicazioni serie, tali da richiedere un ricovero e dell’ordine di 1 su 100.000 di avere una malattia così grave da richiedere cure in terapia intensiva“.
La spocchia dei “competenti” è tale che il caldo invito rivolto ai genitori cita i numeri accertati dei possibili danni collaterali della somministrazione “dell’ordine di 3 su 100 di avere sintomi (febbre e malessere) e una di 1 o 2 su 100.000 di avere un effetto collaterale di maggiore entità, ma del tutto curabile“, premurandosi di sottovalutare le preoccupazioni fatte proprie anche dall’Oms, e lasciando intendere che il senso di responsabilità individuale e collettiva – a fronte di dati pressoché analoghi – deve far propendere per il vaccino.
E infatti l’appello termina con una raccomandazione che non ha nulla a che fare con la tutela profilattica, sanitaria o igienica: “I bimbi protetti potranno fare più attività extra ed evitare i tamponi… diventando anche più liberi di partecipare ad attività extrascolastiche e di muoversi“.
Perché da quando sono stati aperti i cantieri del business farmaceutico affidato alla manovalanza del generale è venuto meno l’afflato etico dei primi mesi, diventato insostenibile alla luce del susseguirsi delle rivelazioni sulla inefficacia dei prodotti salvifici. Così dalla persuasione morale si è passati al ricatto e ora, in presenza di uno zoccolo duro di renitenti e disertori, si punta sull’interesse privato, molla insostituibile di molti comportamenti civici di una cittadinanza impoverita e intimorita.
E infatti anche Figliuolo confida nella risposta ragionevole delle famiglie in modo da mettere in sicurezza anche questa fascia di popolazione “e restituirla alle normali dimensioni sociali“.
Non è da meno dei giornali Gedi anche il Fatto Quotidiano che ormai imita il segreto del successo della Repubblica della prima ora, pubblicando in una pagina i frutti dal tardivo revisionismo di Travaglio folgorato dalle cialtronaggini delle autorità scientiste e, insieme, i contributi di fanatici vaccinali, in modo da appagare gli appetiti delle opposte curve di lettori.
E difatti a firma Elisabetta Ambrosi, giornalista, ecco l’epigrafe sul principio di precauzione che dovrebbe essere perseguito con più forza nel caso dei bambini, sia per quanto riguarda effetti immediati di qualsiasi somministrazione, che per quelli protratti nel tempo: “a vaccinare i bambini ora c’è solo da guadagnarci”, scrive.
A convincerla delle ricadute profittevoli del vaccino è l’arrivo della tremenda variante Omicron “contagiosissima”, proprio come un raffreddore e, pare, molto meno aggressiva di qualsiasi influenza stagionale, che rischia, caso unico nella storia, di mettere in ginocchio l’attività didattica altrimenti così efficiente e ben oliata.
“Quindi vaccinare i bambini, pontifica, significa consentirgli una vita sociale che, con tutta evidenza, sarà vietata a chi non è vaccinato, basti pensare al divieto di salire sui mezzi pubblici. Non sto dicendo che questa misura sia giusta – non lo credo, in realtà – ma volenti o nolenti è così. E l’unica strada è il vaccino. Sentirsi esclusi li danneggerebbe senz’altro a livello emotivo e sociale, di più sarebbe traumatico”.
A volte c’è da domandarsi cosa sia successo in questo Paese se l’invito unanime di chi ha una tribuna consiste unicamente nell’assoggettarsi a essere cavie, fin da piccoli, di una cruenta sperimentazione sociale che deve annullare libertà di pensiero e di espressione, indurre al conformismo come atto preliminare e irrinunciabile della totale obbedienza ai comandi, compreso quello di trasformarsi in potenziale malato da sottoporre a perenne medicalizzazione.
C’è da chiedersi che pressione abbia potuto persuadere genitori che sbandierano principi e valori dell’antifascismo, del riscatto dalla cultura tribale e patriarcale di Dio, Patria e Famiglia, a voler fare dei propri figli dei piccolo balilla, consegnandoli alla trimurti costituita da Governo, militari e “scienziati”, condizionati da poteri economici e commerciali espliciti, offrendo in una età dell’incertezza l’unica sicurezza di essere protetti, irragionevolmente, da una malattia che in altre latitudini si considera ormai sconfitta.
Come sarà stato possibile che generazioni che hanno lottato contro l’imperialismo che si declina con la militarizzazione di interi paesi ridotti a colonie o succursali di depositi di armi micidiali, accettino di buon grado che in otto Regioni sia in corso l’operazione Athena che autorizza strutture e personale militare a processare e all’occorrenza eseguire i tamponi per il monitoraggio del Covid19 negli istituti scolastici, andando anche ad effettuarli a domicilio, sotto l’occhiuta guida di un generale Nato.
Che terribile virus sta circolando che esalta i valori della rinuncia alla libertà e al proprio arbitrio, dell’abiura ai diritti, facendo venir meno ai doveri di trasmettere ai figli quello del rispetto di se stessi e della propria dignità.
ilsimplicissimus / Illustrazione di copertina: Shonagh Rae