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“Il covid è diventato una malattia pediatrica”

Ce lo ha detto Giorgio Palù, autorevole virologo e presidente di Aifa, che ha aggiunto: “È tra le prime cause di morte a questa età. Mentre nessuna giovane vita è stata interrotta a causa del vaccino.”

Tralasciamo il fatto che rimuovere dalla memoria collettiva la morte di Camilla Canepa, diciottenne perfettamente sana “ufficialmente” uccisa da un vaccino anticovid, è veramente increscioso; e cerchiamo invece un riscontro – doverosamente, in quanto genitori direttamente interessati, o semplicemente in quanto cittadini che vorrebbero potersi fidare delle istituzioni – sull’altra parte della frase, quella che ha avuto l’effetto di indurre molti genitori a farsi un’opinione a favore della vaccinazione anticovid per i propri bambini.

Il riscontro lo cerchiamo nelle parole di Gian Vincenzo Zuccotti, primario dell’Ospedale Buzzi di Milano, riportate dal Corriere della Sera l’8 dicembre:

“Nel mese di novembre abbiamo avuto 4 MILA accessi al pronto soccorso, che al Buzzi è esclusivamente pediatrico. Fortunatamente i bambini ricoverati per Covid-19 si contano sulle DITA DI UNA MANO [una mano ha 5 dita, ndr], non da novembre, ma DA SETTEMBRE a oggi.”

Un tema su cui spingono tutti i sostenitori del vaccino pediatrico è il rischio della sindrome infiammatoria multisistemica (MISC).

Sentiamo ancora Zuccotti:

“Casi di complicanze come le sindromi infiammatorie multisistemiche (la «mis-c») al Buzzi ne abbiamo osservati durante la prima e la seconda ondata, meno nella terza e in quest’ultima ondata QUASI NESSUNO». Pur con il deciso aumento dei casi di positività che si registra tra i bambini. Infatti continua Zuccotti:”

Quello che si registra è un aumento dei casi positivi nei tamponi. Del resto, nelle scorse ondate la vita di comunità dei bambini era ridotta, ora per fortuna è ripresa. Ma IN OSPEDALE non sto osservando NULLA DI PARTICOLARE, e come me i colleghi degli altri ospedali pediatrici lombardi.”

Interrogato dal giornalista (1), Zuccotti afferma che i 4 mila accessi al pronto soccorso pediatrico nel solo mese di novembre sono dovuti “Ad altre infezioni, come il virus respiratorio sinciziale, responsabile tra l’altro delle bronchioliti, che ci ha riempito i reparti.”

Per inciso, sappiamo – perché ce lo hanno detto – che il virus sinciziale quest’anno si è presentato in anticipo e con una inedita aggressività – molto costosa per i neonati, finiti a centinaia in terapia intensiva, intubati – a causa degli effetti di lockdown e restrizioni sul delicato equilibrio dell’ecosistema microbiologico in cui viviamo immersi da sempre. Ma guai a suggerire – allora come ora – che l’opzione dei lockdown e delle chiusure andrebbe valutata anche sulla base dei rischi di questo genere che avrebbe potuto comportare.

Arriviamo al vaccino per i bambini:

“Io penso che sia importante avere a disposizione un vaccino, ma credo che si debba guardare la realtà epidemiologica. I bambini fragili e le loro famiglie devono essere vaccinati, per gli altri credo si possa ATTENDERE un poco e — nel frattempo — fare le terze dosi e vaccinare tutti gli adulti non ancora protetti: sarebbe un approccio di buon senso.”

Eh, ma il long covid?

“Si sente parlare tanto di long Covid in età pediatrica, ma i veri danni nei bambini che vediamo al momento sono quelli provocati dalla MANCATA SOCIALIZZAZIONE e dal lockdown. Si osserva in tutte le fasce d’età un aumento dei disturbi psichici: anoressia, bulimia, autolesionismo.”

Questi sono i danni inflitti dalle scelte di governo anche agli adolescenti e ai ragazzi. Con i tentativi di suicidio e gli atti di autolesionismo raddoppiati tra bambini e adolescenti, e l’aumento drammatico di ricoveri per depressione, anoressia, bulimia (fenomeni paventati da qualcuno già nell’aprile 2021… ma “i bambini si adattano”), la prima preoccupazione di adulti responsabili verso la generazione dei figli dovrebbe riguardare la salute mentale, il benessere emotivo e relazionale, la possibilità di un sano e pieno sviluppo. Se QUESTA fosse la preoccupazione, nessun essere umano avrebbe pensato che potesse essere lecito sottoporre adolescenti e ragazzi a pressioni psicologiche, passaporti, esclusioni dalla vita sociale e dalle opportunità di benessere, di crescita e di formazione, a campagne di odio e di colpevolizzazione per spingerli alla vaccinazione (senza obbligarli a farlo, però, si badi bene).

QUESTA politica ha suscitato in centinaia di migliaia di ragazzini – o forse milioni, se guardiamo i numeri dei vaccinati spontaneamente e di quelli vaccinati sotto ricatto – angoscia, sofferenza, paura, tensioni in famiglia, senso di colpa, senso di impotenza di fronte a un ricatto di istituzioni che tirano il sasso (per lapidare moralmente) e ritirano la mano.

Questa politica non ha alleviato le sofferenze dei giovani, non è per i giovani, è contro i giovani: è un continuo ATTENTATO alla salute, alla serenità, e potenzialmente perfino alla vita, dei più giovani.

Questa politica – tolto per ora il green pass, che comunque i bambini pagano in molti modi indiretti – tra una settimana riguarderà anche i bambini dai 5 agli 11 anni. Con milioni di genitori che correranno a vaccinarli con un farmaco approvato per uso in emergenza* perché “il covid è diventato una malattia pediatrica”.

* Anticipo l’obiezione: il fatto che il vaccino sia già stato somministrato a miliardi di adulti e a milioni di bambini compensa il fatto che è stato oggetto di una “approvazione condizionata” per uso in emergenza. No, signori. Il fatto che le reazioni gravi immediate e manifeste accertate siano un numero X, non ci dice nulla sul fatto che reazioni prive di manifestazioni cliniche, e quindi non rilevate dalla farmacovigilanza passiva, possano verificarsi nell’organismo – nell’organismo di persone in mezzo all’età dello sviluppo, soprattutto – e andare a costituire un fattore di rischio per determinate patologie a distanza di anni. Non per niente la società francese di pediatria – assumendo una posizione diametralmente opposta rispetto all’omologa italiana – non raccomanda affatto la vaccinazione dei bambini francesi, non ritenendola necessaria in questo momento; e raccomanda invece di aspettare che si sia accumulato ed elaborato un maggior numero di dati, che possa rassicurare sugli eventuali effetti a lungo termine del vaccino. Effetti la cui esistenza, evidentemente, in barba ai miliardi di vaccinati negli ultimi 12 mesi, non può essere esclusa categoricamente. Posizione analoga espressa dalla Società di pediatria tedesca.)

Carlo Cuppini

Illustrazione di copertina: John Holcroft

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