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Il Ddl Zan e lo smantellamento delle democrazie occidentali

Quello che temo che non si stia capendo fino in fondo è che in questa fase, attraverso tutta una serie di provvedimenti che sembrerebbero mirati a risolvere problemi di natura sanitaria, questioni ambientali o legate ai diritti civili, si sta procedendo a smantellare pezzo per pezzo la vecchia architettura socio-economico-giuridica delle nostre società per sostituirla con una più funzionale al nuovo paradigma del “capitalismo della sorveglianza”, per dirla come la Zuboff.

Gran parte delle norme che vengono progressivamente introdotte nei nostri ordinamenti minano alla radice i principi fondamentali delle democrazie e spalancheranno la strada al futuro autoritario che stanno apparecchiando per noi e per i nostri figli.

La propaganda martellante operata da centri di potere, media, influencer, multinazionali e politici (messi appositamente per ultimi in quanto non avendo alcuna autonomia decisionale, si limitano esclusivamente a ratificare decisioni prese altrove) ha il solo scopo di vendere alle masse i diversi prodotti (non è un caso che ci si stia avvalendo in maniera sfacciata dei servizi offerti dagli influencer, finora utilizzati soltanto dalle aziende per promuovere presso i follower smalti glitterati e borsette), celando accuratamente lo scopo ultimo per il quale sono stati concepiti, ovvero lo smantellamento costante e progressivo delle democrazie occidentali.

Molte delle norme partorite in questi ultimi mesi per un particolare scopo, sanitario, ambientale o umanitario che sia, va interpretata come una sorta di Cavallo di Troia avente lo scopo di limitare in futuro, le libertà e le garanzie costituzionali dei cittadini del cosiddetto “Occidente allargato”.

Una volta scardinato il principio che regola l’ordinamento, avranno gioco facile nell’allargare la falla e spingere dentro limitazioni che oggi possono apparire inaccettabili, ma che a breve saranno ritenute auspicabili se non addirittura necessarie.

DDL ZAN: COME FUNZIONA NELLA REALTÀ

(Fonte: Roberto Buffagni)

La discrezionalità nell’interpretazione delle scriminanti è amplissima. Un quidam o una organizzazione per la difesa di Y ti querela perché hai detto X, per esempio che gli omosessuali non si devono sposare, o non devono poter adottare. Il PM decide se archiviare la querela. Se il querelante ha voce sui media, il PM ci pensa due volte. Se il PM non archivia, vai sotto processo come imputato di un reato che ti può costare sei anni di prigione.

Se va benissimo il giudice scrimina e vieni assolto con formula piena. Intanto, ti sei pagato avvocati e periti e hai passato tre annetti sotto processo, con serie ripercussioni psicologiche e professionali. Un processo penale è sempre una pesante sanzione, per l’imputato.

Se va male vieni condannato. Vai in appello, altri soldi per gli avvocati e i periti, altro tempo, altre ripercussioni. Se va bene, la sentenza viene riformata. Sennò, vai in Cassazione. Altro tempo, altri soldi, altre ripercussioni. Se va bene la sentenza viene cassata, se va male passa in giudicato e vai dentro.

Sintesi: se non sei un eroe o un ingenuo ti guardi bene dal parlare in pubblico di tutto ciò che vagamente attiene il ddl Zan, insomma, ti tappi la bocca da solo, che è la teleologia del decreto: le posizioni culturali che esso pretende di difendere c’entrano zero.

Giorgio Bianchi

Illustrazione di copertina: Carlo Giambarresi

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