Il Grande Reset
La rivoluzione dietro la pandemia.
“La storia ci insegna che l’umanità evolve in misura significativa solo quando ha davvero paura … Una pandemia di grandi dimensioni farà quindi nascere una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio delle risorse e una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale.” (1)
No, non è una citazione profetica da 1984 di George Orwell, né tantomeno da Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, bensì da un articolo del 6 maggio 2009 di Jacques Attali, famoso banchiere, economista e maestro di Macron.
Mi chiedo come non si possa perlomeno avere il dubbio che tutto ciò che stiamo vivendo non arrivi da più lontano e non c’è bisogno di scomodare alcuna teoria del complotto per riconoscere l’evidenza; e cioè che si tratta di una questione prima di tutto sociale e geopolitica ancor prima che sanitaria.
Il virus, nel giro di pochi mesi, ha infatti bloccato le economie locali di tutto il mondo, aumentato ulteriormente i divari e le disuguaglianze, incrementato la povertà e i suicidi ovunque.
Per la prima volta nella storia dell’umanità un’intera generazione a livello globale ha dovuto interrompere la propria istruzione delineando così un divario educativo senza precedenti. Per David Malpass della Banca Mondiale l’attuale situazione potrebbe presto significare niente più scuola per 1 miliardo di bambini. (2)
Ci sono paesi come l’Argentina, giusto per fare un esempio, in costante lockdown da 7 mesi dove la popolazione che vive sotto la soglia di povertà sta raggiungendo quasi il 50% e sei bambini su dieci hanno problemi di alimentazione. E le stesse percentuali assumono livelli impressionanti in zone dell’Africa o dell’Asia dove i blocchi imposti e i confinamenti hanno ridotto al minimo i rifornimenti di generi alimentari e di farmaci comuni, creando e acutizzando conflitti civili interni.
Dal Venezuela al Paraguay fino al Kazakistan(3), il Myanmar(4), il Barhain(5) e in molti altri paesi il coronavirus ha assunto il ruolo di nuovo strumento di controllo e di repressione sociale. In altri paesi come la Colombia(6) e il Burkina Faso(7) intere regioni sono in mano a gruppi armati le cui vittime non hanno alcun spazio nei nostri telegiornali.
Le restrizioni di spostamento in tutto il mondo e la relativa sospensione delle campagne di prevenzione stanno avendo come conseguenza un nuovo incremento delle malattie più diffuse, a tal punto che diverse organizzazioni internazionali temono un aumento dei casi di malaria che potrebbe raggiungere i livelli di 20 anni fa. (8)
Tutto questo avviene mentre l’OMS dichiara che molto probabilmente in questo momento già il 10% della popolazione mondiale ha contratto il virus, riducendo così ulteriormente il già di per sé basso tasso di letalità, e mentre la nostra percezione si riduce sempre di più a ciò che ci viene riferito da un’informazione governativa e di regime basata solo sul terrorismo e l’obbligo morale di tenere viva la paura. (9) (10)
Ovviamente per il nostro bene…
Certamente non è una normale influenza, molto più contagiosa, certamente ci sono stati i morti, ma questo non basta a interpretare e giustificare le disastrose conseguenze sociali, economiche e psicologiche a livello globale.
All’interno di questo divario percettivo fuori da ogni logica, abbiamo visto in tutto il mondo (o almeno in quasi tutti i 193 paesi dell’Onu), e con incredibile contemporaneità, droni che controllavano la popolazione, eserciti mobilitati, uso della forza per reprimere le proteste, censura e libertà di parola sotto attacco (solo in Cina oltre 100 giornalisti arrestati) (11), democrazie sospese, legittimazione di poteri totalitari.
Nel nome del covid è permesso tutto.
Già lo scorso aprile il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa aveva lanciato l’allarme con un manifesto sottoscritto da 150 intellettuali e personalità di venti paesi del mondo (12):
“… molti governi ne stanno profittando per prendere misure che restringono sine die le nostre libertà fondamentali e i nostri diritti civili. […] …in dati Paesi è stata instaurata una quarantena stretta, l’impossibilità di lavorare e produrre, insieme a una forte manipolazione dell’informazione.
Alcuni governanti hanno colto l’opportunità per arrogarsi un potere eccessivo. Hanno sospeso lo Stato di diritto, finanche la democrazia rappresentativa e il sistema legale. […]
… alcuni leader chiaramente ideologizzati stanno cercando di sfruttare le difficili circostanze per gestire problematiche politiche ed economiche con soluzioni che i cittadini rifiuterebbero in maniera determinata in altro contesto. […]
Noi ripudiamo il falso assunto che queste circostanze ci costringono a scegliere tra l’autoritarismo e l’insicurezza, tra l’Orco Filantropico e la morte”
Ovviamente questo manifesto è stato quasi del tutto ignorato dalla stampa, esattamente come qualsiasi manifestazione è stata vittima di completa disinformazione in questi ultimi mesi utilizzando il solito vecchio espediente del dare a tutto una connotazione di ideologia fascista o comunque, in alternativa, riducendo ad un generico “negazionismo” (non a caso termine usato per la Shoah).
Ed è così che anche durante le ultime manifestazioni in Italia alcuni giornalisti indipendenti hanno documentato come le troupe dei principali organi di informazione andassero a ricercare esclusivamente i “casi umani”, i più eccentrici, ma non la stragrande maggioranza di persone delle più svariate categorie lavorative che manifestavano con dignità e nel rispetto delle regole, così da creare montaggi video ad hoc, poi amplificati sui social dai soliti influencer del “pandemicamente corretto”.
Insomma niente di nuovo sotto il sole, il solito modus operandi che continua ad alimentare il rozzo livello di demenza propenso a catalogare e semplificare grossolanamente all’interno di etichette chiunque si sposti dalla narrativa ufficiale; una formula vincente che ormai rappresenta un virus molto più contagioso e che alla lunga ci porterà alla completa cecità. All’autodistruzione.
Se solo trovassimo la lucidità di analizzare il mondo di oggi sotto un profilo più ampio, da una prospettiva diversa, se solo cercassimo di guardare oltre le versioni che ci vengono regolarmente fornite dai media mainstream, ci accorgeremmo di quanto c’è di profondamente illogico, e forse si potrebbe capire qualcosa di più di quello che ci circonda e che sta cambiando davanti ai nostri occhi alla velocità della luce.
Poco conta ormai scoprire quale sia l’origine del virus; quello che conta è capire perché le conseguenze alle drastiche misure di contenimento siano enormemente più gravi del nemico stesso da combattere, perché per il potere economico mondiale questa situazione e le relative draconiane politiche di lockdown siano a tutti gli effetti un’opportunità; e soprattutto occorre capire il mondo che ci verrà lasciato in eredità.
Anche l’ultra-progressista Alec Ross, senior advisor dell’ex presidente Obama, in una recente intervista al Corriere Della Sera ha dovuto ammettere che se da una parte continuiamo a vedere piccole e medie imprese distrutte e milioni di posti di lavoro perduti, dall’altra parte “le aziende più grandi sono diventate ancora più potenti, addirittura più di molti Paesi. Oggi essere il CEO di Google o di Amazon significa avere più potere di alcuni primi ministri o presidenti. Ma non sono stati eletti, quindi non è democratico”. (13)
La “nuova normalità” di cui ultimamente si sente spesso parlare si chiama Quarta Rivoluzione Industriale e la pandemia rappresenta il perfetto acceleratore, arrivato con eccezionale tempismo, per il processo finale che sta cambiando radicalmente il volto della nostra società e delle nostre vite. Una rivoluzione silente che non tutti sanno di star vivendo e che si basa su una svolta verso una completa digitalizzazione del sistema industriale e ogni aspetto della vita quotidiana.
Per Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum (WEF), l’organizzazione internazionale nonché summit del commercio globale che riunisce i leader dell’economia, della finanza e della politica di tutto il mondo, “è arrivato il momento di un ‘grande reset’ del capitalismo”, in sostanza il definitivo avvento dell’Industria 4.0: la nuova versione cyber-futurista della globalizzazione come via di guarigione dopo il collasso dell’economia mondiale.
Ovviamente il tutto dietro l’accecante e vincente slogan del “Sustainable Green”, che suona davvero come una presa in giro se si pensa che arriva proprio da chi fino ad oggi ha inquinato di più il mondo.
Sorvolando sul fatto che WEF e Fondo Monetario Internazionale sono stati in pole position a fare esplicitamente pressione ai governi mondiali per prolungare i lockdown attraverso una massiccia campagna globale di paura, è importante capire che una rivoluzione di tale portata poteva essere definitivamente introdotta solamente creando un presupposto traumatico e portando via qualche pezzo in più di sovranità nazionali a favore delle grandi corporation. Esattamente ciò che sta succedendo.
Per il famoso economista Peter Koenig (ex Banca Mondiale e OMS) “il crollo pianificato dell’economia mondiale ha creato una miseria insondabile da parte di fallimenti per lo più di piccole e medie imprese, che sono state inghiottite dalle grandi società (…)“. Ciò che si è verificato con il lockdown è “un altro enorme spostamento di risorse dal basso verso l’alto”.
“Possiamo solo ipotizzare – prosegue Koenig – cosa potrebbe significare il Grande Reset per i cittadini del mondo. Proviamo a immaginare ciò che i ricchi oligarchi attraverso la loro affiliazione societaria, finanziaria, farmaceutica e militare, possono intendere imporre alle ‘grandi masse sotto di loro’. Per ottenere il ‘Grande Reset’ previsto dal WEF, il primo punto dovrebbe essere quello di mantenere o aumentare la cadenza della propaganda, delle bugie e della falsa paura in corso (…). Questo deve essere uno sforzo incessante e non dovrebbe essere un problema, poiché tutta la propaganda anglo-americana occidentale e gli organi di stampa e i loro affiliati in altre lingue sono completamente cooptati. Un altro o più lockdown con misure come le mascherine o il distanziamento sociale e la reclusione tra le mura domestiche per diminuire ulteriormente il contatto umano attraverso l’isolamento; una ‘società mascherata’ perde l’autostima, la paura e l’ansia abbassano il sistema immunitario delle persone, rendendole vulnerabili a tutti i tipi di malattie (…). Raggiungere una riduzione del consumismo, attraverso un’estrema austerità e lavori a basso salario e una gigantesca disoccupazione, causando così insicurezza, ansie e paura per la sopravvivenza e preparando così la mentalità della popolazione ad ancora più manipolazione e più schiavitù, nell’attesa disperata di un vaccino. Sostituire il frutto del lavoro, vale a dire il salario per il lavoro dignitoso, con un reddito di base universale (UBI), creando una dipendenza dal sistema e demolendo il lavoro umano e ciò che resta dell’autostima (…)“. (14) (15)
Ma dopotutto lo stesso WEF già a partire dal 2016, al di là dei soliti proclami di cambiamento sostenibile, ci avvertiva dell’imminente enorme perdita di posti di lavoro e il rischio di periodi in cui la disuguaglianza sarebbe aumentata e con essa le tensioni civili.
Dunque, con una visione d’insieme più ampia viene facilmente a delinearsi quella che sarà la nuova società del futuro, un monoblocco totalitario su base digitale e transumanista. Un modello distopico che in nome della salute stiamo, passo per passo, passivamente accettando.
Dobbiamo ritrovare la lucidità, sforzarci di unire i puntini, munirci di autodifesa intellettuale, scendere in piazza, ricominciare a parlare con la gente; tutto questo è un dovere morale verso le prossime generazioni, per il futuro dei nostri figli perché ciò che si intravede è un domani che qualcun’altro ha scelto per noi. Passività, distacco e distanziamento ci renderanno soltanto prima complici e poi vittime di quello che Shoshana Zuboff, docente di Harward Business School, ha definito l’era del “capitalismo della sorveglianza”. (16)
In conclusione, un accenno allo scienziato Stephen Hawking che, nel suo ultimo libro scritto prima di morire nel 2018, rispondeva ai grandi quesiti di questa umanità e alle due eventualità che riteneva davvero preoccupanti: “una guerra nucleare o il rilascio di un virus creato tramite l’ingegneria genetica”.
Welcome to the Great Reset.
Mario Percudani
Illustrazione di copertina: Andrea Ucini
Fonti:
- https://www.lexpress.fr/actualite/societe/sante/avancer-par-peur_758721.html
- https://www.money.it/coronavirus-niente-scuola-per-1-miliardo-di-bambini
- https://www.osservatoriodiritti.it/2020/08/18/kazakistan-coronavirus/
- https://www.osservatoriodiritti.it/2020/06/26/myanmar-coronavirus-covid/
- https://www.osservatoriodiritti.it/2020/05/11/bahrain-diritti-umani/
- https://www.osservatoriodiritti.it/2020/08/06/gruppi-armati-colombiani/
- https://www.osservatoriodiritti.it/2020/03/24/burkina-faso-coronavirus/
- http://www.saluteglobale.it/index.php/2020/04/27/covid-19-la-mortalita-per-malaria-potrebbe-tornare-a-quella-di-20-anni-fa/
- https://www.byoblu.com/2020/10/07/covid-19-adesso-loms-da-i-numeri-reali-il-tasso-mondiale-di-letalita-e-dello-014/
- https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-studio_per_loms_di_ioannidis_prof_di_standford_tasso_di_letalit_del_covid_simile_alle_normali_influenze_sotto_i_70_anni_solo_1_decesso_su_2000/6119_37868/
- http://www.ristretti.org/index.php?view=article&catid=220:le-notizie-di-ristretti&id=94414:la-censura-ai-tempi-del-coronavirus&format=pdf
- https://www.linkiesta.it/2020/04/vargas-llosa-pandemia-manifesto-covid/
- https://corriereinnovazione.corriere.it/2020/05/29/alec-ross-l-ex-guru-obama-negli-usa-si-rischia-un-altra-cambridge-analytica-39b4784e-a1b8-11ea-972c-41555f8ee621.shtml
- https://www.globalresearch.ca/wef-knows-best-great-global-reset/5719627
- https://blog.ilgiornale.it/puglisi/2020/08/30/la-teoria-del-grande-reset-globale-laccusa-il-lockdown-favorito-dai-potenti-della-terra/
- https://www.libreriauniversitaria.it/capitalismo-sorveglianza-futuro-umanita-era/libro/9788861054097
Altre Fonti:
https://www.money.it/Il-lockdown-Tutta-una-strategia
https://www.imf.org/en/News/Articles/2020/06/09/sp060920-from-great-lockdown-to-great-transformation
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