Il nuovo mondo che avanza
“Se un uomo è uno stupido, non lo emancipi dalla sua stupidità col mandarlo all’università. Semplicemente lo trasformi in uno stupido addestrato, dieci volte più pericoloso.”
(Desmond Bagley)
Green Pass e Super Green Pass, limite mensile di 1.000 euro ai prelievi in contanti, microchip, sono le spie che dimostrano come tutto vada oramai nella direzione indicata (imposta) dalla Commissione Europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, con la Comunicazione del 19 febbraio 2020 titolata: “Plasmare il futuro digitale dell’Europa”.
Una strategia che sulla carta dovrebbe essere caratterizzata e contraddistinta da apertura, equità, pluralismo, democrazia e sicurezza: le idee guida alla base di una trasformazione digitale che partendo da soluzioni digitali si era ripromessa di mettere le persone al primo posto, offrire nuove opportunità alle imprese e incoraggiare lo sviluppo di tecnologie più affidabili per promuovere una società aperta e democratica e un’economia dinamica e sostenibile.
Balle, travestite da progettualità nobile.
Nei suoi orientamenti politici per il quinquennio 2020-2025, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato che l’Europa deve guidare la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo mondo, attraverso la sfida verde e la trasformazione digitale. Scelte che sono indissociabili e richiedono un immediato ri-orientamento verso soluzioni più sostenibili e circolari.
Obiettivo? Che ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni operatore economico, ovunque viva, abbia un’equa possibilità di cogliere i vantaggi di questa società sempre più digitalizzata. A patto di lasciarsi però plasmare nel cammino neotecnologico: per sviluppare, diffondere e adottare strumenti che possano migliorare sensibilmente la vita quotidiana delle persone. Un’economia forte e competitiva che domini e plasmi la tecnologia nel rispetto dei valori europei. Traguardi già mancati in partenza.
Perché nella ecatombe di lavoratori, piccole e medie imprese non c’è alcuna traccia di una economia equa e competitiva, di un mercato unico senza attriti, in cui le imprese di tutte le dimensioni e in qualsiasi settore possano competere in condizioni di parità e possano sviluppare, commercializzare e utilizzare tecnologie, prodotti e servizi digitali su una scala tale da rafforzare la loro produttività e la loro competitività a livello mondiale, e in cui i consumatori possano essere certi che i loro diritti vengano rispettati.
Una società aperta, democratica e sostenibile è esattamente l’opposto di ciò che si sta costruendo. Alla faccia di un ambiente in cui i cittadini siano autonomi e responsabili nel modo in cui agiscono e interagiscono, anche in relazione ai dati che forniscono sia online sia offline. Ma quale rinforzo dei nostri valori democratici, rispetto dei diritti fondamentali e contributo a un’economia sostenibile a impatto climatico zero ed efficiente nell’impiego delle risorse.
Semmai preoccupa che assieme a questa strategia sono stati pubblicati anche due importanti misure in essa previste: il libro bianco sull’intelligenza artificiale e la strategia europea dei dati. Quindi, chi non ha ancora letto i libri dell’economista Klaus Schwab (‘La quarta rivoluzione industriale’, Franco Angeli, 2016 e ‘COVID-19 – The Great Reset’, scritto con Thierry Malleret, ISBN Agentur Schweiz, luglio 2020) vada a cercarsi i documenti originali sul sito della EU.
Poi magari parliamo della differenza fra un complotto e un programma da portare a compimento.
Illustrazione di copertina: Beppe Giacobbe