Società

Il tramonto dell’Occidente

Sono convinto che l’operazione chiamata grande reset sarà coronata da successo nel breve periodo, ma difficilmente potrà esserlo nei tempi lunghi.

Quella a cui stiamo assistendo è una torsione in senso totalitario delle società occidentali. Il pensiero critico è ormai incompatibile con la narrazione dominante. I valori dell’ipercapitalismo, declinati nella forma del politicamente corretto, non tollerano alcun contraddittorio.

Inoltre, per la prima volta nella storia, ci sono gli strumenti tecnici per tacitare facilmente il dissenso. Gli inquisitori moderni non devono nemmeno alzare i roghi in piazza, come ai tempi di Giordano Bruno. E’ sufficiente cancellare dai social le voci sgradite e denigrarle mediaticamente.

Il problema, però, è che una società non può reggersi a lungo su queste basi. Per quanto si intenda demandare alle macchine molte funzioni, perdurando su questa strada l’Occidente è destinato a diventare periferia del mondo. Isolare sistematicamente gli individui e consegnarli, fin dalla prima infanzia, al dialogo solipsistico con un computer, significa far di loro dei nevrotici o dei coglioni. E con un materiale umano di questo tipo si può puntellare il potere di ristrette oligarchie per alcuni decenni, ma nei tempi più lunghi la decadenza collettiva è assicurata.

Prima o dopo questa consapevolezza non potrà non emergere persino tra gli psicopatici in cabina di comando, o quanto meno tra i più intelligenti di loro.

C’è solo da sperare che, quando questo avverrà, non sia troppo tardi o che, nel frattempo, non sia prevalsa la tentazione di risolvere questa crisi di civiltà per via militare

Prof. Silvio Dalla Torre

Illustrazione di copertina: Luca D’Urbino

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