In Italia un nuovo regime in nome del green pass
“Mi facevano pena le donnette dei lontani paesi del Mezzogiorno che si mettevano in rivoluzione per impedire che vaccinassero i loro bambini. Ma allora non capivo un accidente e pensavo alla grande ignoranza e alle nebbie grasse della superstizione che inducevano le povere donnette a reputare i medici governativi emissari di chi sa mai quale paurosa centrale di maleficio. E invece le donnette agivano per istinto e credevano di difendere le loro creature dal maleficio, mentre le difendevano dal sopruso dello Stato”.
È l’immenso Giovannino Guareschi, dal “Corrierino delle famiglie”, 1953 e che dobbiamo dire: che è attuale? Ma qui di attuale c’è un regime che, constatando come i vaccini imposti non coprono, anzi ammalano, instaura la dittatura, primo tratto della quale è la follia burocratica. Non bastando due anni e due governi di vessazioni continue e sempre più psicotiche, siamo arrivati ai “controlli a campione” nei supermercati per stanare chi senza green pass osa acquistare prodotti non essenziali, da precisare con apposita lista. La minaccia di Brunetta, “vi faremo uscire solo per prendere pane e formaggio, per non morire di fame”, è realtà.
Chi lo decide se qualcosa è necessario o meno? I funzionari di governo, pagati dai cittadini e bene per stritolargli le libertà. Non è più questione di vaccini, di lasciapassare, si sta introducendo un precedente totalitario che verrà buono per qualsiasi cosa, dal modo di viaggiare a quello di alimentarsi a quello di pensare. Esattamente come vuole l’Europa dei burocrati e dei ladri. La burocrazia come sintomo, il delirio sociale come conseguenza. La casistica si allunga di giorno in giorno e assume sembianze allucinanti, da incubo: i luminari di nomina politica ogni sera in televisione a provocare, a insultare; i dirigenti di ospedali che rifiutano le cure ai non vaccinati e si permettono anche di irriderli: “Se hanno male ai piedi, peggio per loro”. È legale? No, è fuorilegge ma il governo asseconda e la magistratura di fatto non interviene. Nel padovano una casalinga scesa in strada a soccorrere un motociclista ferito è condannata a due mesi di galera perché ha violato la quarantena. I feticci della democrazia come la Corte di Cassazione scortati da polizia in assetto di guerra in una difesa al contrario, non dai sovversivi contro l’istituzione ma della istituzione contro i cittadini.
La multinazionale Pfizer, dai precedenti non incoraggianti, annuncia verifica sugli immunizzati i quali si scoprono cavie dopo due anni di rassicurazioni opposte, e dove la fanno? All’ospedale san Martino di Genova in cui fa quel che vuole un altro dei baroni televisivi, il vanitoso Bassetti già consulente della stessa Pfitzer. Il famigerato protocollo Speranza, tachipirina e vigile attesa di morire, sconfessato dal Tar è subito riabilitato da una pronuncia monocratica del nuovo presidente del Consiglio di Stato, Frattini, appassionato di sci, che vuol diventare Presidente della Repubblica. Che altro serve per concludere che non siamo più un Paese libero e probabilmente neppure un Paese ma l’ultimo Panopticon mentre il resto del mondo libero rimuove le restrizioni?
Se la vergogna dei controlli a campione sulla lista della spesa passerà, se non verrà sabotata da cittadini e commercianti, allora siamo alla fine e la dittatura ce la meritiamo tutta. Ci meritiamo i presidenti di Regione che vogliono la strage dei “novax”, nella quale fanno rientrare chiunque a qualsiasi titolo non entusiasta del regime, chi col lanciafiamme e il bazooka, chi con la deportazione, chi con la taglia, “Wanted”, vivi o preferibilmente morti. Corvo rosso, non avrai il mio scalpo oppure sì, ti darò anche quello? La persecuzione contro i “novax”, per dire le voci critiche, è arrivata a livelli peggiori che sotto le leggi razziali o la discriminazione per i neri ai tempi di Rosa Parks: almeno lei, in fondo alla corriera, poteva salirci. Il nostro presidente uscente, Mattarella, del quale si lodano equilibrio e saggezza, ha additato questi ineffabili novax al pubblico disprezzo, ha detto che non meritano considerazione, che non va loro dato spazio. Il capo del regime, Draghi, ha fatto di più, ha alternato minacce a rappresaglie, prometteva di spingerli alla disperazione e ha mantenuto. Però allargandosi ai due volte vaccinati e presto anche ai tripli. Medici, scienzati, filosofi vengono ogni sera aggrediti ai talk show da mezze cartucce o propagandisti del regime che gli sbavano contro: “Taci, merda, devi morire” nei risolini compiaciuti della claque e pure del conduttore. Il Paese unito che Mattarella si vanta di lasciare ha il volto di quel maestro elementare che via Twitter ha esultato: “Un enorme ringraziamento al novax sospeso di cui ho preso il posto”. “Non è abbastanza”, hanno scritto nei commenti, “deve prendere il cancro, è peggio di un cane e di un topo”.
Siamo oltre il razzismo biologico con tutta la pazzia che si porta dietro. A questo punto, o ribellarsi o sparire. Muhammad Ali, il pugile più grande di tutti i tempi, nel 1967 accettò di venire privato del titolo, della licenza, della dignità sociale pur di non venir meno ai suoi princìpi; rifiutò di andare a combattere in Vietnam e non lo fece per atteggiamento fanatico, spiegò anzi che “se il mio Paese mi chiamasse per opporsi a una minaccia attuale, allora chiamatemi subito; ma se è per andare a sterminare dei poveri contadini col Napalm e coi mitragliatori, allora non contate su di me: me lo vieta la mia religione, me lo vieta la mia umanità”. Per tre anni e mezzo Ali rimase inattivo e miserabile. Perse il suo apice, la sua forma migliore. Seppe tornare più forte di prima e a quel punto da infame nazionale, capro espiatorio, divenne eroe planetario. Chi più ha, più ha da perdere. Tranne una cosa. A nessuno di noi è richiesto di rinunciare al tetto del mondo, ma se qualche sacrificio per la libertà nostra e dei nostri simili ci è richiesto, ebbene che si faccia. Insieme, ora o mai. Tempo di illudersi non è più, tempo da perdere non ne resta più, la dittatura non aspetta nessuno ed è già tra noi. Su di noi.
Cultura Identità / Illustrazione di copertina: Mark Riechers
Un commento
Gemma
Il discorso fila. Ma nulla accadrà se non la dittatura. Tra stupidità diffusa e veleno facilmente iniettato dal regime dei media, la gente é semplicemente ipotizzata e prostrata ai piedi dell’idolatria vaccinale. Piena di odio per chi non fa la genuflessione.