Società

In piedi sulle macerie, per ricostruire

Il finto benessere, lo stravolgimento percettivo, l’induzione di false priorità e di bisogni di plastica sono stati un lavoro preciso e meticoloso. Un progetto curato nei minimi dettagli per disumanizzare i popoli occidentali affinché fossero loro stessi a chiedere la distruzione della loro esistenza, attraverso un processo entropico orientato al caos sociale e individuale.

Da una prospettiva più strettamente storica appare chiaro come il prezzo da pagare per avere “scelto” di stare sotto l’ombrello del blocco atlantico, e pertanto sotto il tallone dello stivale statunitense, fosse altissimo già nel 1947 quando fu istituito il Piano Marshall, piano abilmente fiutato e saggiamente rigettato dall’URSS per mano dell’allora ministro degli esteri sovietico Vjačeslav Molotov. A questa vera e propria “Anschluss” a stelle e strisce economica, politica e militare fu affiancata un’annessione psicofisica dei popoli: un progetto di omologazione delle menti, dei corpi e financo dello spirito che trova la sua massima espansione dopo il 1989 col devastante e violento trionfo del neoliberismo. 

Eppure il momento storico che stiamo vivendo rappresenta l’alba di un nuovo mondo, per quanto possa sembrare difficile da credere. Quel mondo disumano e disumanizzante che ci hanno costruito addosso e tutt’intorno, con la forza e con l’imposizione, con la manipolazione mediatica degli eventi e delle emozioni, con la mercificazione delle anime, sta franando, sta crollando su se stesso come un edificio gigante dopo averne fatto detonare i pilastri. Tutte le contraddizioni di questo mondo occidentale postmoderno si stanno palesando. 

In questi ultimi due anni tutto si è fatto più evidente e si è scrostata la patina dorata che alle masse era permesso vedere. Quell’edificio obbrobrioso sta crollando e chi l’ha costruito ci sta scaraventando addosso tutti i pezzi di quelle che saranno presto macerie e polvere, era un processo inevitabile e chi non ha mai accettato di vivere dentro quel palazzone se lo aspettava.

Tuttavia l’imprevedibilità degli eventi e l’accelerazione degli stessi richiedono resistenza e capacità organizzative elevate ma non impossibili da mettere in atto. I popoli si trovano di fronte a una svolta, una rappresentazione di corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, in cui la barbarie si manifesta in tutta la sua interezza prima di un nuovo processo ascensivo verso una nuova umanità. Abbiamo l’opportunità di riacquisire la sovranità interiore prima ancora di quella politica, abbiamo l’opportunità di decolonizzare le nostre menti e le nostre anime, se perdiamo questo treno potrebbe non passarne un altro e rischiamo di rimanere alla stazione con la valigia in mano.

Non è un viaggio facile, tutt’altro, e la notte è senz’altro lunga ma l’aurora prima o poi arriva e vale la pena essere disposti ad ogni sforzo per vederla. Il processo di ricostruzione sarà complesso, tortuoso e pieno anch’esso di contraddizioni ma sarà la “nostra” ricostruzione. Lo dobbiamo all’umanità di cui facciamo parte. 

Renato Russo

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Illustrazione di copertina: Marly Gallardo

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