
Inversione narcisistica sociale
Mi è parso interessante tradurre questo post di Chuck Pezeshki per illustrare la situazione con la percezione della pandemia di Covid negli Stati Uniti. Seppure non così estrema come la nostra, le motivazioni e i punti di vista sono molto simili. Il risultato ce lo descrive il Prof. Pezeshki, esprimendo anche un concetto di cui non si è discusso molto per ora in Italia, quello della cosiddetta “parentificazione.” E’ l’inversione dei ruoli fra genitori e figli, con i figli adesso visti come responsabili per la salute dei loro genitori. E’ un atteggiamento che non ci porterà a niente di buono nel futuro.
Prof. Ugo Bardi
***
Una delle cose principali che mi ha portato a prendere una posizione attiva sul COVID – in effetti, la cosa principale – sono state le misure (mascherine, vaccini, ecc) imposte a tutta la popolazione su bambini e giovani adulti. Per tutta la mia vita lavorativa, mi sono impegnato con passione per il benessere e l’evoluzione dei giovani e mi sono anche dedicato a capire come crescere i bambini in questi tempi difficili e in rapida evoluzione.
Poco più di un anno fa, quando i vaccini sembravano vicini e iniziavano a trapelare informazioni che avremmo potuto vaccinare gli adulti in modo sicuro, ho previsto che avremmo avuto una discussione accesa su se e quando vaccinare i bambini. Saremmo probabilmente arrivati a un difficile compromesso. Mentre per e persone anziane la decisione era facile – la stragrande maggioranza dei decessi per COVID (non voglio discutere a proposito della questione se “con” o “di” qui!) erano persone sopra i 50 anni. Un nuovo vaccino poteva avere dei rischi, ma il rischio di COVID era abbastanza alto da settare l’asticella a un livello facile da capire.
Non così per i bambini e il COVID. Qualsiasi vaccino deve superare una test di sicurezza MOLTO RIGOROSO. Sebbene i bambini possono contrarre il COVID, il risultato di solito è semplicemente un raffreddore. Nei giovani, le morti per COVID sono inferiori alle morti per influenza, che di per sé sono estremamente rare. Ecco l’attuale distribuzione dei decessi per COVID negli Stati Uniti, dal sito web Statista.

Ciò significa che qualsiasi test in grado di provare l’efficacia del vaccino nei giovani sarebbe stato a.) difficile da generare, perché il numero di giovani gravemente colpiti sarebbe così basso da non essere probabilmente rappresentato in una sperimentazione clinica, e b.) qualsiasi sperimentazione con un vaccino sperimentale dovrebbe essere su scala così grande che potrebbe anche causare gravi danni.
OK. Questa è “La Scienza”. Il caso razionale – quello su cui avremmo dovuto discutere. Ovvero se il vaccino avrebbe influenzato gli esiti della pandemia senza causare danni dello stesso ordine di grandezza del COVID stesso. Non sarebbe stato facile: ci sarebbe stata una zona grigia di incertezza. Ma questa era la domanda da farsi.
Come mi sbagliavo!
Come ora sappiamo, questo non è stato affatto come si è svolto il dibattito! Sì, queste domande vengono poste. Ma non è affatto il modo in cui il pubblico comprende il caso del COVID per i bambini. Invece, quello che è successo, una volta che la nostra attenzione è stata liberata dalla questione degli adulti vaccinati, è stato che ci siamo concentrati sul fatto che i bambini NON erano vaccinati e che sarebbero diventati piccoli e sporchi super-diffusori. Come società (soprattutto negli Stati Uniti) siamo tornati a una visione perfettamente dicotomica: vaccinati buoni, non vaccinati cattivi. E i ragazzi, già poco protagonisti nella narrativa americana complessiva, lo avrebbero letteralmente preso nella parte alta dei pantaloni. Una volta che l’Occhio di Sauron si è staccato dagli adulti, si è rivolto ai bambini. E poi li ha tenuti in ostaggio attraverso la questione delle riaperture scolastiche e dei protocolli che includevano principalmente il mascheramento e l’isolamento.
OK, le mascherine non funzionano. L’ho trattato ampiamente. Ma le mascherine per i bambini piccoli non sono neutre. Sono letteralmente una tortura. Costringere i giovani a mascherarsi (con maschere che non funzionano) è solo “razionalità superficiale” (che implica una causa ed effetto) basata sull’idea che le maschere potrebbero effettivamente funzionare. Alcuni bambini possono tollerarle: tutti i bambini attraversano una fase in cui vogliono essere considerati buoni membri della tribù, e la fedeltà al rispetto delle regole è un modo per esprimerlo. E i ragazzi non sono immuni dall’ambiente informativo sociale. Molti studenti universitari non sono stati informati che il COVID è probabilmente una minaccia minima per loro (anche se, francamente, i miei studenti di ingegneria sono ben informati), quindi non sorprende che alcuni ragazzi delle scuole elementari si siano fatti mascherare.
E non fatemi nemmeno cominciare a parlare dell’idea di mascherare i bambini disabili. È oltre il terribile e profondamente sadico.
Ma il problema è peggiorato molto rapidamente. La “razionalità superficiale” indicava che c’era una situazione di ostaggio in gioco. Bisognava mascherare i bambini e testarli in modo invasivo, o non sarebbero potuti tornare a scuola. Dovevano rimanere bloccati a casa, davanti a uno schermo, con gli insegnanti dall’altra parte dell’iPad. Dei genitori determinati potrebbero riuscire a tenere un bambino incollato a uno schermo per quattro o cinque ore al giorno, soprattutto se i bambini non sono più di uno o due. Ma per quelli con più bambini o altri doveri, beh, arrivederci all’apprendimento. Almeno via schermo.
Ora che è stata creata una situazione di ostaggio generalizzato, non dovrebbe sorprendere che si sia presentato un certo sottoinsieme di narcisisti, come pure di persone con vari tipi di disturbi dell’empatia, che hanno generato una serie di narrative tipicamente psicopatiche, specialmente riguardo alle mascherine, come ho scritto qui . L’intera frase “la tua maschera protegge me, mentre la mia maschera protegge te” è diventata rapidamente una routine di controllo per gli egocentrici autoconcentrati per fare i prepotenti con la gente attraverso la moralizzazione. E ora, invece di “se non isoli la nonna, la ucciderai”, hanno tirato fuori un argomento altrettanto elegante: “tuo figlio, se non fai quello che ti dico io di fare, non solo NON verrà istruito, ma ucciderà anche la nonna”. Non importa che molto probabilmente la nonna sia stata vaccinata, e beh, le mascherine non funzionano comunque.
(l’articolo di Pezeshki continua sul sito con un confronto con il comportamento del Joker nei film di Batman). Il testo poi continua qui di seguito
Peggio ancora, abbiamo poi visto l’intervento di una banda di persone che sono del tipo chiamato nella letteratura “Narcisisti psicopatici”, detti anche “Scimmie Volanti”, un termine preso dagli assistenti della Strega Cattiva dell’Ovest della serie di Oz scritta da L. Frank Baum. Le scimmie volanti sono essenzialmente attori neutrali che fanno cose terribili per conto di altri. Gli scienziati in questa pandemia sono stati delle scimmie volanti particolarmente utili, facendo domande tipo “i bambini hanno bisogno di vedere i volti delle madri per non ritardare lo sviluppo?” C’è un oscuro ventre storico nella scienza psicologica che ha soddisfatto i bisogni dei narcisisti in tutto questo. Il pesante onere della prova in una società sana sarebbe stato su chiunque si fosse azzardato a dire che “i bambini non hanno bisogno di vedere i volti dei loro tutori” per dimostrare in qualche modo che la tesi non era neanche lontanamente sostenibile, senza esperimenti di grande crudeltà.

Ma come ho scritto prima, il mondo accademico in generale e la scienza in particolare hanno avuto un grosso problema di empatia. Non c’è esempio migliore del lavoro di Harry Harlow, così come il suo allievo Stephen Suomi, che torturavano le scimmie rhesus per verificare le loro teorie sulla depressione e lo squilibrio, così come l’importanza relativa dell’attaccamento.
Esaminare l’etica nella ricerca sugli animali va oltre lo scopo di questo post. Ma basti dire che le considerazioni sull’empatia, anche nelle circostanze più benigne, non sono il punto essenziale. La ricerca dello status attraverso l’affermazione della relativa “giustizia” è il gioco che si gioca. E tutta una serie di scienziati e psicologi sono più che felici di farsi avanti e tirare i dadi sulla miseria di qualche altro essere senziente per lustrare un po’ la propria reputazione.
Il problema con la situazione attuale è che si tratta di un imbroglio multidimensionale stile Matrix. L’argomento, che avrebbe dovuto essere “come possiamo proteggere i bambini e assicurarci che tornino a scuola”, si è invece spostato su “come possiamo minimizzare il rischio per l’élite, attraverso lo sfruttamento di una popolazione relativamente non colpita”. Avevamo dati da altri paesi, che mostravano che sostanzialmente non c’era alcuna minaccia di diffusione da parte dei ragazzi delle scuole. Ma l’idea era solo di aggiungere uno 0,001% di protezione alle élite, E anche di giocare sulla credulità di una numerosa popolazione (come abbiamo visto abbondantemente).
Bene, è il gioco che si sta giocando. E’ un gioco che io chiamo Inversione Narcisistica: c’è un intera sottopopolazione di un paese vicino al collasso economico, in preda a un egocentrismo disastroso e paure a livello di sopravvivenza, i cui membri si rivolgono ai loro figli per chiedere che si sacrifichino per le paure irrazionali degli adulti. Il rapporto genitore/figlio si è invertito su larga scala. I bambini ora sono responsabili degli adulti.
La faccenda si è fatta più che problematica quasi immediatamente. Mescolato a questo cocktail già tossico, c’era un lungo dibattito sociale sui vaccini in generale. La stampa e i gestori dei social media avevano preso la comoda posizione che il dibattito sui vaccini per bambini fosse in qualche modo correlato all’argomento di lunga data sulle vaccinazioni contro le malattie infantili. E con una popolazione già fondamentalmente incapace di capire argomenti basati su un rapporto di rischio / efficacia, è successo di tutto e di più.
Ho storie di amici, non solo su Twitter, di genitori che mi dicono “i miei figli vogliono solo andare a scuola, e se indossare una maschera facciale è quello che devono fare, sono felici di farlo”. Un altro genitore, una persona che ammiro profondamente, mi ha detto che il suo bambino di sette anni la implorava di ricevere un vaccino. Queste sono tutte persone normali che conosco e di cui sono amico da molto tempo.

Tutto questo mi dice che ciò con cui abbiamo a che fare non è così facilmente isolabile in singoli individui. E’ un problema di inversione narcisistica a livello sociale in cui ora i bambini hanno il compito di proteggere la salute dei genitori e dei loro nonni, è una tattica di abuso memetico che colpisce tutta la società. In qualsiasi trauma sociale su larga scala sarebbe considerato un dovere per i genitori proteggere di bambini dallo stress e dal trauma della data situazione. Ma a causa dell’ambiente tossico, funzionalmente svincolato dalla realtà statistica (ci saranno sempre bambini con gravi disturbi respiratori, e ovviamente questo è triste), i bambini sono ora responsabili dei genitori e dei loro stati emotivi. Il rapporto genitore/figlio è stato invertito, se non in modo coerente su base individuale, sicuramente su base statistica.
Quel che è ancora peggio sono i media che ora attaccano i genitori sani che potrebbero tentare di proteggere i propri figli, non cedendo all’argomento del mascheramento o di assumere un vaccino non provato, con la minaccia di essere essenzialmente banditi dai rapporti sociali. I bambini raccolgono queste cose: se non segui il copione narcisistico di inversione, è perché tu, come genitore, sei fondamentalmente una persona immorale.
Il problema di tutto ciò è che i risultati di questa inversione narcisistica, pur essendo in qualche modo sopportati dai bambini adesso, influenzeranno profondamente la forma della nostra società futura. I bambini che devono crescere i loro genitori (e nell’interesse della piena divulgazione, vi confesso che io sono stato in quella situazione in gioventù) sono stati sottoposti a un complesso disturbo da stress traumatico. A valle, ciò significa che ci saranno ulteriori, profonde crisi di attaccamento, dissociazione e stress.
Il valore di una famiglia, comunità o nazione di successo è la sua capacità sia di produrre una cultura con una serie di valori sani, sia di far evolvere ulteriormente la capacità dei suoi membri di gestire la complessità mentre il mondo continua ad evolversi. Abbiamo avuto molte sfide nella nostra società lungo queste linee. Ma un continuo periodo di inversione narcisistica può significare lo sviluppo di uno dei più grandi difetti sociali possibili: i nostri figli, a causa della loro esperienza negativa con i loro genitori, potrebbero non volere affatto avere figli. Mentre combattiamo sulle maschere per bambini di tre anni che non ne avrebbero nessun bisogno, (anche se funzionassero), li priviamo di uno sviluppo sano a causa delle argomentazioni di un gruppo di idioti e individui eruditi ma di bassa empatia con i loro problemi. Dovremmo fare una pausa, unirci e mettere fine a questa malvagia pazzia.
Partendo da una prospettiva di ridimensionamento empatico, l’inversione narcisistica implica un collasso del tempo a un solo attimo, centrato sull’individuo patologico e sulle paure che esistono nella sua testa. E questo non sarà di buon auspicio per nessuna traiettoria sociale di lunga data.
Addendum
C’è una letteratura ampia e ricca su questo fenomeno nella letteratura sui sistemi familiari – la si può trovare se cercate sul Web il termine “parentificazione”. Non sono certamente il primo a notare il fenomeno.
Quando le nazioni seguono percorsi che sovvertono le nozioni di base dell’attaccamento, così abilmente descritte da ricercatori come uno dei miei eroi, John Bowlby, possono ottenere qualche risultato utile per un po’. Ma fondamentalmente, decidere di non crescere bambini con un sano attaccamento verso di loro finisce inevitabilmente in un disastro. Ne ho scritto in proposito in questo pezzo sulla storia di Atene e Sparta.
Prof. Chuck Pezeshki – Washington State University
Traduzione dall’articolo originale a cura del Prof. Ugo Bardi per The Unconditional Blog
Illustrazione di copertina: Doug Chayka

