Attualità,  Società

Io non posso, non voglio, non devo

So che potrò perdere molti amici per quello che ho scritto, ma non posso più tacere.

Non sono un normopatico, vale a dire un conformista che ripete pappagallescamente quello che i media diffondono e che diventa Vangelo per la massa, e non sono nemmeno uno di quelli che impropriamente vengono definiti “negazionisti”, cioè coloro che sostengono che il virus non esista: leggo, mi informo, raccolgo testimonianze di amici e conoscenti, mi consulto con amici medici ed infermieri, elaboro informazioni e riesco a farmi un’idea della situazione che, lo riconosco, è maledettamente complicata, ma che è ben diversa dalla narrazione corrente.

IO NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO più tollerare che le forze dell’ordine, sempre più spesso, usino il pugno duro con delle ragazzine, multandole per assembramento senza in realtà avere valide ragioni, a giudicare dalla versione delle dirette interessate che riporto sotto.

IO NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO capire chi, temendo un virus che ha una letalità dello zero virgola (sì, è così, zero virgola, fatti, non opinioni), non si limiti ad usare, legittimamente, tutte le precauzioni del caso per sé ma pretenda (sì, pretenda, avete letto bene) che persone appartenenti ad alcune categorie possano essere rovinate, andare a fare la fila alla Caritas, essere impossibilitate a curarsi adeguatamente di altre patologie ben più gravi (sì, avete letto bene, ho scritto ben più gravi, e se eccepite, informatevi). No, signori, le vostre paure non possono limitare la libertà degli altri, perché la libertà di movimento, di lavorare, di avere una normale socialità sono il fondamento per il mantenimento della salute. Il vostro diritto alla salute è sacro come il mio diritto di vivere, senza ovviamente mettere in pericolo nessuno.

Mi fanno orrore le persone che trovano giusto ed inevitabile che molti lavoratori possano e debbano stare a casa per il fantomatico bene comune: ai tifosi del lockdown e delle regole (assurde) da rispettare, io da tempo propongo la sospensione delle loro pensione e del loro stipendio fino al termine dell’emergenza: visto che loro si appellano ai sensi di colpa di chi vorrebbe semplicemente vivere senza illogiche restrizioni, mi appello io alla loro coscienza ed al loro senso di solidarietà. Sono certo che non saranno insensibili all’appello e volentieri rinunceranno alle loro entrate per 3, 4, 6 mesi, un anno, insomma, per il periodo necessario, visto che loro lo pretendono dagli altri. Come dite? No? Ops, mi sbagliavo, allora…

IO NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO sentirmi in colpa per invocare il ritorno alla normalità, con la motivazione che io non posso mettere bocca in questioni sanitarie. e giustamente, Lord Sumption ex giudice della Corte Suprema del Regno Unito, afferma: “Non sono uno scienziato. La maggior parte di voi non è uno scienziato. Ma possiamo tutti leggere la letteratura scientifica, che è perfettamente chiara, ma ha evidenti limiti. Gli scienziati possono aiutarci a valutare le conseguenze cliniche dei diversi modi di contenere il coronavirus. Ma non sono più qualificati di noi per dire se valga la pena di mettere sottosopra il nostro mondo e di infliggergli gravi danni a lungo termine. Tutti noi abbiamo la responsabilità di mantenere il senso delle proporzioni, soprattutto quando molti stanno perdendo il loro.”

IO NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO più tollerare persone che plaudono a chiusure sine die, con un egoismo ed una grettezza d’animo senza pari, pensando, erroneamente, che impedire stoltamente di cenare al ristorante possa salvare delle vite. Un’attività che chiude significa davvero un grave danno sociale che si riflette anche sulla salute, perché ci saranno meno soldi da investire sulla ricerca e sulla medicina.

IO NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO avere timore di pormi delle domande: perché dovrei credere ad un Comitato Tecnico Scientifico in cui c’è solo un virologo, e per giunta, anch’egli caduto in evidenti contraddizioni in quest’ultimo anno?

Perché solo da pochi mesi si è finalmente capito che tachipirina e “vigile attesa” facevano aumentare i ricoveri ed i decessi? Perché si sono bellamente ignorati gli appelli a rivedere tali protocolli che hanno provocato indubbiamente decessi che potevano essere evitati? Perché si sono silenziati gli eroici (quelli sì) medici che hanno continuato a visitare i pazienti, curandoli con successo con terapie domiciliari, contro le indicazioni del governo? Perché vietare le autopsie, che, effettuate grazie alla felice disubbidienza di alcuni medici, hanno fatto capire che la strada per le cure era ben diversa da quella ufficiale?

Perché continuare a chiudere tutto, quando i risultati sono sempre gli stessi, vale a dire, il virus continua a circolare? Perché sottovalutare i danni enormi e forse irreversibili che il lockdown ed i vari colori delle regioni hanno provocato e stanno tuttora provocando? (tentati suicidi dei più giovani di cui nessuno parla, depressione, traumi, disagi sociali, aumento della povertà assoluta, ecc. ecc. ecc.) Perché non avviare il processo di produzione dei vaccini in Italia già 7-8 mesi fa, per non farsi cogliere impreparati, come puntualmente è successo, perdendo tempo con vari bonus monopattini, cashback, lotteria degli scontrini, tutti provvedimenti senza senso e senza logica?

Perché negli anni passati, in questo stesso periodo, i pronto soccorso e le terapie intensive erano comunque congestionati a causa di influenze aggressive (soprattutto nel 2015, in Italia, oltre 50.000 morti solo per queste, nel silenzio generale) ma nulla è stato fatto per migliorare la situazione?

Perché la mia rovina dovrebbe essere la tua salvezza? Hai paura? STAI A CASA. Non vuoi andare al ristorante? NON ANDARCI. Temi che tuo nipote o tuo figlio possa contagiarti? NON FREQUENTARLO, tanto già fin d’ora succede questo: ma non impedirgli di vivere, di andare a scuola, di conoscere gli altri, di amare. E se ci inviti a “farci in giro per le terapie intensive”, ti rispondo: perché non lo hai fatto tu anche gli anni passati? Credi che rovinare la gente economicamente significhi rispettare il dolore ed il lutto degli altri?

IO NON POSSO, NON VOGLIO, NON DEVO accettare che Homo homini lupus sia diventato homo homini virus, dove tutti vengono visti come possibili untori, e la socialità sia morta.

Noi abbiamo bisogno gli uni degli altri, non possiamo vivere così a lungo. Non è vita, non è sano, non è giusto. Se in autostrada succede un incidente, potrò chiudere una corsia, potrò limitare la velocità ma non potrò chiudere l’autostrada a tutti, senza dire quando la riaprirò.

Voi che state con la mascherina anche da soli, all’aperto, nei boschi, unici passeggeri in macchina, che cambiate marciapiedi per paura di incontrare, anche a due metri di distanza uno più intabarrato ed impaurito di voi, e che dite a noi, che, sia pure con prudenza, desideriamo solo vivere, di stare a casa, ecco a voi io dico: STATE A CASA VOI. Che sia una libera scelta, non un obbligo, non un suicidio collettivo imposto.

E non azzardatevi, spargendo il vostro insensato odio che proviene dalle vostre paure, a definirci irresponsabili, perché vi assicuro che nessuno di noi, persone NORMALI, vuole che qualcuno si ammali, nessuno pensa che se uno è anziano, debba morire, perché noi AMIAMO la vita, la nostra e la vostra. Ma voi NON POTETE, NON DOVETE PRETENDERE , di far finire la nostra, di impedire ai bambini di giocare, di studiare, di vedersi, perché ciò è criminale e non mi interessa se lo fanno tutti in tutto il mondo, non siamo normopatici, ve l’ho detto prima.

Io ho paura del virus, ma ho più paura di voi, perché le vostre fobie vi rendono ciechi, illogici, automi docili ed ubbidienti: sareste capaci di tutto, perché chi è terrorizzato, non sa quello che fa.

Ed anche per questo, non dite a noi di stare a casa, ma STATE A CASA VOI, non fatevi vedere, fino a quando non sarà tutto finito. Ma, con la vostra mentalità non finirà mai: ci sarà sempre qualcosa, perché, purtroppo, la vita comporta sempre piccoli e grandi rischi.

A proposito, lo sapevate che anche stare a casa non è sicuro? Ogni anno, solo in Italia, ci sono circa 4 milioni e mezzo di incidenti domestici, che causano molte invalidità permanenti e più di 8.000 morti. State a casa, ma, comunque prudenza!

Stefano Burbi

Illustrazione di copertina: Carlo Giambarresi

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