La caduta dell’Afghanistan e la rivoltante propaganda occidentale
Come noto l’altro ieri i talebani hanno conquistato Kabul, mettendo fine ufficialmente all’Afghanistan “democratico” nato dopo la guerra di “liberazione” cominciata dagli USA nel 2001.
Qui non ci interessa fare un’analisi di cosa è successo in Afghanistan, ma di mettere in evidenza come la propaganda occidentale ha letto l’occupazione, la ricostruzione, la caduta dello stato ex sovietico.
Secondo l’Occidente quella contro l’Afghanistan è stata una guerra di liberazione dell’oscurantista, retrogrado, medievale regime talebano. Questa lettura in realtà è molto recente, dato che all’epoca in cui Bush figlio dichiarò guerra allo stato la motivazione adottata era la lotta al terrorismo, la distruzione di Al Qaeda e la vendetta per l’attentato alle Torri Gemelle. Di umanitario la guerra al suo inizio non aveva nulla, solo in una fase successiva (dall’amministrazione Obama in poi) ha assunto questa chiave di lettura, in seguito impostaci come la sola possibile chiave di lettura.
Il cordoglio dei media mainstream per la conquista (meglio riconquista) talebana dell’Afghanistan batte pressoché su un unico tema: la condizione delle donne. Qualche sparuto giornalista aggiunge a questo punto anche le persecuzioni contro le persone LGBTQI+, ma senza troppa convinzione.
Secondo i media nostrani le donne dopo la “liberazione” occidentale hanno vissuto un ventennio fatto di rapporti autodeterminati, istruzione, libertà di movimento, progressiva scalata lavorativa culminata nel raggiungere posizioni apicali (sindache, giornaliste, ecc). Sarebbe assai interessante capire quante donne, in quali zone e con quali compromessi hanno potuto vivere questa liberazione, dato che il territorio afghano controllato dalle truppe occidentali era circa il 50% della superficie del paese, e il controllo reale era pressoché ridotto alle grandi città, segnate comunque da guerriglia e attentati.
Il governo democratico afghano che ha garantito tale emancipazione femminile en passant è il quarto governo più corrotto al mondo, dato che le sue entrate dipendevano da una parte da aiuti, finanziamenti e traffici con gli eserciti occidentali, dall’altro dai ricavati del commercio dell’oppio. Non esattamente un’economia sana capace di gettare solide basi per l’avvenire lavorativo di donne libere ed istruite insomma.
Altro dettaglio che i nostri media evitano di trattare è il perché l’esercito democratico afghano addestrato dagli occidentali si sia liquefatto senza opporre resistenza: dotato di armamenti hi-tech, stanziato nelle grandi città e teoricamente sostenuto dagli afghani “liberi”, tale esercito avrebbe dovuto opporre una strenua resistenza al ritorno dell’oscurantismo teocratico talebano, invece si è arreso immediatamente o in alcune zone i suoi effettivi si sono persino uniti al nemico. A quanto pare gli afghani “occidentalizzati” non hanno ritenuto di dover difendere con le unghie e con i denti il modello di vita offertogli dai “liberatori”.
Ancora più paradigmatico è come tale propaganda, ai nostri occhi talmente grossolana e piena di falle da essere a tratti ridicola, abbia trovato ferventi sostenitori e diffusori fra il ceto riflessivo occidentale. A quanto pare le menti più istruite e affilate del mondo libero non riescono a trovare alcuna contraddizione nell’esportare democrazia e libertà con bombardamenti seguiti da una guerra ventennale sul territorio di uno stato non occidentale, costruire un’architettura statale basata sul traffico d’armi con l’occupante, la corruzione e il narcotraffico, e l’emancipazione femminile ed LGBTQI+.
La democrazia e la libertà per il ceto riflessivo occidentale non abbisognano che di trattati, carte bollate e costituzioni, poco importa se mancano infrastrutture, usi e costumi, condizioni produttive e finanziarie perché tali pezzi di carta assumano un qualche significato concreto. I nostri intellettuali amano le forme, le retoriche, i proclami, cioè le “narrazioni”… della realtà se ne occuperanno gli altri, in questo caso a quanto pare il fardello se lo sono assunto i medievali talebani. Strano vero?
Illustrazione di copertina: Jeremy Booth