
La chiamano Democrazia, ma questa è la nave dei folli
Siamo in democrazia e in democrazia il potere può dire le puttanate che vuole e nessuno deve permettersi di obiettare, dicono
Dunque, vediamo se abbiamo capito bene. Tempo di terza dose, che protegge “da 10 anni a 3 mesi”. La nuova campagna immunitaria stenta un po’, nella perplessità generale perché sempre più emerge che i vax saranno pure utili, ma non coprono, non immunizzano, e per lo più sono soggetti a scadenza e ravvicinata scadenza. Out of the blue, emerge dal remoto Sudafrica una variante terribilissima, con seicentoquarantacinque sfumature di Covid: panico generale, anzi globale, ma soprattutto in Italia, Paese del melodramma. Il paziente zero, che non manca mai ed è anzi atteso come Babbo Natale i bambini, racconta due cose: una, manco se n’è accorto tanto i sintomi sono blandi, due, si era già sparato due dosi di antivirus. Il bluff della Omicron si scopre subito, la presidente dei medici di Pretoria, Angelique Coetzee, dice, in soldoni, che è robetta leggera, non esagerate italiani, all’ospedale di Cosenza non riescono nemmeno a rilevarlo tanto è bassa la carica virale. Risultato: si rilancia con potenza il battage, terza dose obbligatoria, ma che dico terza, quarta, quinta, i virominkia scatenati, “fine buco mai”, Pfitzer annuncia che, tempo 90 giorni, anche questo antidoto sarà pronto, un affare da una cinquantina di miliardi, però si pensa già alla quinta ondata, alla sesta, con relative risacche e nuovi preparati. Il teatro dell’assurdo, la nave dei folli.
Così va il mondo. Nel frattempo, un senatore a vita, pagato coi soldi di tutti dopo avere distrutto tutti con politiche eurofinanziarie sciagurate, va in televisione a consigliare un golpe: la notizie vengano filtrate e censurate, passi solo la comunicazione ufficiale del governo, e già è un obbrobrio, ma almeno fosse una comunicazione razionale, sensata, affidabile. Invece siamo al delirio di sistema. E siccome al delirio non c’è mai fine, un giudice sentenzia che i minori debbono vaccinarsi non in base ad evidenze scientifiche che tutto sono tranne che evidenti, non in virtù della legge positiva, ma in ossequio al monito di Mattarella. Dice il giudice: il parere del minore vale solo se dice sì alla somministrazione; lo stesso vale per la di lui famiglia. Il capo del CTS, sempre più simile a un consesso di sciamani, di uomini della medicina usciti da Tex Willer, comanda la copertura di massa a partire dai 5 anni, con richiamo dopo 10 giorni; però, siccome abbiamo capito che i preparati sono sempre in corsa con nuove varianti, e queste arrivano prima, se ne deduce che i piccini vanno trattati come puntaspilli: manco fossero pulcini o maialetti d’allevamento. La comunicazione scientifica procede come segue: la nuova dose protegge per dieci anni, no per tre mesi; i bambini non saranno immunizzati coattivamente, no sono obbligati fin dai 5 anni, no, dai 6 mesi di vita, no, ancora feti; effetti avversi? Mah, speriamo di no. “Molto rari”, dichiara il presidente dei pediatri, come a dire: ma sì, vuoi che succeda proprio a tuo figlio? Ma la democrazia della pandemia esige concordia totale: se uno ha qualcosa da dire mandano la pubblicità, se diffamano una che non può difendersi e quella telefona per smentire, il bravo conduttore ortodosso le risponde: siccome io sono un democratico, decido io chi parla. E le sbatte giù il telefono.
Negli ospedali l’attività arranca: tutti i sanitari, nessuno escluso, sono dirottati sulla sacra punzonatura, ogni altra patologia, dal cancro all’accidente secco, può aspettare. Per le strade, la sicurezza ansima: tutte le divise, nessuna esclusa, sono deputate all’inseguimento dei sospetti, quelli che bypassano il greenpass, tutto il resto, dalle stragi allo spaccio agli stupri (con l’eccezione della pacca sul sedere, purché ripresa live), dall’omicidio alla rapina, non rileva. Siccome siamo in democrazia controllata, il capo del Governo annuncia la militarizzazione dura del Paese, il capo dello Stato teorizza la supremazia della sicurezza sanitaria sul legittimo dissenso, qualche guitto a corto di buffet va in tivù a cercar di superare i senatori a vita e s’inventa la “militarizzazione della sanità”, i cialtroni e i servi applaudono, e tutti vivono felici o così si deve dire; si deve “comunicare”. I sindaci, tanto per non restare indietro, “comunicano” che vogliono il glorioso ritorno della mascherina all’aperto, la stagione turistica natalizia è fottuta, disdette al 90%, consumi in crollo per 40 miliardi, ma Draghi e Mattarella indulgono in sorrisi surgelati: secondo l’oro, l’economia ruggisce. La legge di bilancio toglie briciole di tasse, 8 miliardi, e ne impone macigni per altri 40, fra detrazioni cancellate e balzelli surrettizi: ma tanto per le feste nessuno festeggia, adesso ci richiudono di fatto, non si capisce bene in base a quali presupposti “scientifici”.
Paese, regime, partiti, istituzioni sono aggrappate alla pernacchia del pnrr, che sarebbe un acronimo per dire: dateci i soldi. Ma i progetti che l’Unione Europea pretende per renderci soldi nostri, più esattamente per riprestarceli a strozzo, contemplano riforme epocali; il governo sa solo inventarsi smaltimenti di pannolini, isole verdi, quartieri “sostenibili” per superricchi e deviazioni del fiume Po in appalto a chi possiede i terreni, un affare da 300 milioni. Con il che i soldi arriveranno col sacco di Babbo Natale, cioè mai. Natale, a proposito, non si può pronunciare e così Gesù Giuseppe Maria: sono, dice l’Europa, nomi offensivi, tutto ma non i santi cristiani, siate inclusivi, sostenibili, fluidi, neutri. Il mondo è appeso ai deliri di una invasata che vuole sequestrare la CO2, imporre l’auto elettrica e i pannelli solari interamente prodotti in Cina, il maggior inquinatore del pianeta, siccome i conti della “transizione verde” non tornano, triliardi bruciati in allegra pazzia senza alcun ritorno energetico, si torna a vaneggiare di soluzione all’idrogeno, che peraltro in natura non c’è e la cui produzione, beh, inquina. Pazienza se già due presidenti americani, Clinton e Bush, ci lasciarono le penne, se l’Islanda quasi finì in default, all’epoca l’idrogeno lo voleva Beppe Grillo, quindi era giusto; adesso lo sogna Greta, la ragazza che può “vedere la CO2 sui palazzi”, quindi tutto è a posto. Spiega il Giorgetti da Cazzago, superministro della supereconomia del supergoverno del supertecnico SuperMario: l’auto elettrica costa il triplo al pubblico, un terzo a chi la fa, ma siccome tutto ciò che si può fare si deve fare, avrete tre volte i disoccupati di oggi e vi arrangiate: i costi li pagate voi. E si picchiano per farci i selfie, perché, dicono, siamo in democrazia e in democrazia il potere può dire le puttanate che vuole e nessuno deve permettersi di obiettare.
Illustrazione di copertina: Alice Wellinger

