Attualità,  Mass Media,  Politica,  Società

La classifica dell’infamia

Con chi è corresponsabile di questo crimine verso bambini e adolescenti, malgrado io non abbia figli, temo che non potrà mai esserci una riconciliazione.

Sulla violenza che viene perpetrata da un anno ai danni dei minori, trovo inaccettabile, ormai, anche la sola idea di dover stare a spiegare e argomentare. Chi non ha avuto finora la sensibilità di comprendere la portata criminale di un distanziamento permanente con cui si sta compromettendo il futuro di milioni di bambini, evidentemente, non sarà in grado di capirlo mai.

Magari, però, quegli stessi genitori che oggi minimizzano gli effetti del distanziamento sociale, sono gli stessi pronti a fare fuoco e fiamme quando un insegnante mette un brutto voto al figlio.

Provando a stilare una classifica dell’infamia, sicuramente al primo posto andrebbero le due istituzioni che conducono il gioco, quelle che manovrano come marionette governi, Commissione Europea e media: vale a dire OMS, World Economic Forum e i potenti soggetti economici a essi associati.

Al secondo posto, metterei gli ideologi “di sinistra” del distanziamento permanente. I mistificatori che, dal mondo accademico oppure da quello culturale e spesso tramite spot pagati dalle grandi aziende, si riempiono la bocca con bestialità retoriche tipo “il mondo di prima era sbagliato e quindi questo nuovo mondo è migliore”, oppure straparlano di resilienza e sostenibilità.

Al terzo posto, gli agenti della repressione che, in quest’epoca, almeno per il momento non sono i poliziotti, bensì la casta dei giornalisti mainstream. Come gli squadristi in camicia nera andavano negli anni ’20 a incendiare le Case del Popolo e a picchiare gli operai che scioperavano, oggi i picchiatori mediatici di Repubblica e Corriere della Sera si prodigano nella criminalizzazione d’ogni forma di dissenso, bollando lavoratori e disoccupati come fascisti e negazionisti.

Al quarto posto, ma molto distanziata dagli altri tre, la classe politica dei partiti oggi presenti in Parlamento. Quest’ultima, però, è qui citata solo per completezza: trattandosi di lacchè dediti a obbedire agli ordini dei sopra citati potentati economici, questi soggetti sono degni del nostro rancore nella stessa misura in cui potrebbero esserlo gli scarafaggi per i quali ci si rivolge alle aziende di disinfestazione.

Riccardo Paccosi

Illustrazione di copertina: Andrea Ucini

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *