Società

La Crisi

La scuola è in crisi, vedi giochi spastici con mascherine, gite in pulmino mimate, programmi PNL al posto del libero imparare alla Silvano Agosti.

La sanità è in crisi, vedi pazienti segnalati come covid solo per incassare l’indennizzo, vedi mesi di attesa per una visita a cui ad attenderti ci sarà un medico ucraino novax.

L’università è in crisi, vedi i titolari di cattedre collaborazionisti e corsi di laurea uguali a iniziazione a sette scientiste.

L’economia è in crisi, vedi la speculazione in borsa, che come un pescatore ubriaco, non lascia il tempo alla fauna ittica di riprodursi prima di lanciare nuovi ami e finisce con l’esaurire il bacino e darsi al cannibalismo.

La letteratura è in crisi. Vedi vincitori di premi come Trevi, inviati in tv a strapparsi i capelli come un coniglio meccanico di David Lynch.

Il giornalismo è in crisi, con fact checkers che creano fake news, con lacché che producono pornografia logica (o anche detta gramellinese).

Le amicizie sono in crisi, l’amore è in crisi, la scienza è in crisi. L’identità è in crisi. La politica, un po’ di pietà, non ne parliamo.

La storia è in crisi. Il tempo. La nausea è in crisi. La normalità è in crisi. La famiglia è in crisi. La stravaganza è in crisi. L’anticonformismo è in crisi. La semplicità è in crisi. L’antifascismo è in crisi. Le religioni sono in crisi. Il cinema è in crisi.

Il lavoro è in crisi, privo di qualsiasi vocazione, seccatura frapposta ai nostri vizi e alla Wish list dell’invidia. La filosofia è in crisi, vedi i deliqui dei vari Galimberti e Chomsky.

Ananke, la *Necessità* greca, è in crisi, giacché non smuove più l’Essere a meta indeterminata…

La sessualità è in crisi. La musica, poi! Riesce nell’impresa di non trovarsi in una crisi suo malgrado, ma volontariamente: fiera immondizia.

La fotografia è in crisi, truccata come la escort di un broker. La matematica è in crisi, trasfigurata in furia algoritmica. La psicologia è in crisi, al guinzaglio delle neuroscienze, o riassunta in attori come Recalcati.

Altra deriva, l’abbiamo visto: la medicina. Sarebbe un sogno fosse solo in crisi. No. È posseduta direttamente dal demonio.

L’arte? Sorvoliamo, doping concettuale. Lo sport, ridotto a fabbrica di record, a incoronazione di buffoni come pedagoghi del darwinismo sociale.

Che dire dei valori? Non riescono nemmeno ad entrare in crisi come l’Italia non riesce a qualificarsi per i mondiali. Se ne fa una ragione, si affeziona al suo allenatore, nel caso dei valori, i loro falliti clerici.

La natura è in crisi, che a momenti scoppia il pianeta. Persino la crisi è in crisi, giacché dalle crisi nascevano sempre reazioni uguali e contrarie, filosofia, Sturm und Drang, lotta contro *l’ospite inquietante*,

Solo una cosa sembra non avere mai una crisi: il vuoto. Oppure, la sua variante a orologeria: la guerra. Sedimento di eros inespresso, di scrittura non estratta a mani nude dal letame, di arte non distillata dall’inquietudine, di filosofia non contesa all’inaudito, di poesia non strappata alla disperazione, di autenticità non preferita alla vanagloria.

Non riusciremo mai ad uscire da questa generale crisi finché non entreremo davvero in crisi, finché, a dirla francamente, non saremo a un passo dal baratro reale, tangibile, (e non quello aleggiante in febbrile pus esterno), finché non saremo disposti, cioè, ad ammettere che siamo agli antipodi della vita che invece quotidianamente seviziamo con trucchetti ed evasioni, con euforie scambiate per felicità, con felicità scambiata per catarsi.

Alex Tattoli

SEGUICI SU TELEGRAM

Illustrazione di copertina: Matt Kenyon

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *