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La fabbrica della menzogna

Il livello di malafede degli organi di informazione ha ormai superato ogni immaginazione. La diminuzione della mortalità per coronavirus viene attribuita ai vaccini. Non è però dato sapere quanti, tra i morti, fossero vaccinati e quanti non vaccinati. Evidentemente è un segreto di stato. Se risultasse che non vi sono apprezzabili differenze tra le due categorie, tutta la narrazione di questi due mesi andrebbe a farsi benedire.

Si omette di dire che, in quasi tutta l’Europa, la situazione, nel luglio del 2020, quando non c’era vaccinazione, era migliore rispetto a quella attuale, quando metà della popolazione ha ricevuto due dosi. Ciò è vero sia per quanto riguarda i contagiati, che per i ricoveri in terapia intensiva, che per i decessi.

Eppure il paragone anno su anno o, meglio ancora, stagione su stagione, è l’unico corretto. Si può prendere una brutta influenza anche in estate, ma il picco epidemico viene generalmente raggiunto nei mesi di dicembre gennaio, febbraio e marzo. Non è chiaro perché avvenga, ma è un dato di fatto che avviene. Paragonare la mortalità di febbraio con quella di luglio è un atto senza senso.

Alla luce di tutto questo, dire che la campagna vaccinale, anche al netto degli eventi avversi che si sono verificati e di quelli che potrebbero verificarsi in futuro, sia stata un successo, mi pare azzardato.

Si è profetizzato che in Svezia vi sarebbe stata una strage, perché non c’era stato nessun confinamento. Quando ci si è resi conto che non solo questo non era accaduto, ma la Svezia aveva avuto dei risultati molto migliori rispetto a Italia, Francia e Inghilterra, si è detto, non si sa in base a quali ragioni, che l’unico paragone corretto era quello con gli altri paesi baltici.

Si è ripetuto fino alla nausea che nel 2020 vi sono stati 100000 morti in più in Italia, ma l’ISTAT si è ben guardato di fornire i dati sull’aumento dei decessi per infarto, cancro, ictus. Si tratta di persone che hanno spesso dovuto rimandare a data da destinarsi operazioni, visite di controllo, terapie. Molte di esse si sono tenute lontano dall’ospedale nel timore – in parte reale , in parte indotto – di incorrere nel contagio.

Nessuno ha avuto il coraggio di chiedere quali effetti possa aver avuto sulla salute collettiva l’aumento del peso dovuto all’assenza di movimento e all’eccesso di alimentazione a cui quasi tutti ci siamo lasciati andare durante il confinamento.

Eventi macroscopici, che avrebbero meritato, quanto meno, una qualche indagine, sono stati completamente ignorati.

Nel marzo del 2020 si è verificata una vera e propria strage negli ospedali del Bergamasco e, in genere, della Lombardia. Chi entrava in terapia intensiva correva un rischio altissimo di uscirne passando per l’obitorio. Come è potuto avvenire tutto questo? Non è che sia stato un errore, magari giustificato dall’emergenza, ma pur sempre un grave errore, intubare precipitosamente i pazienti?

Che dire, infine, del silenzio di tomba sull’incredibile protocollo tachipirina e vigile attesa, che ha portato centinaia di migliaia di malati ad essere abbandonati a se stessi? Del boicottaggio di farmaci che si sono dimostrati efficaci? Della vera e propria cancellazione delle notizie che non fossero terrorizzanti?

Bisogna prendere atto di questa triste verità. Il sistema informativo è il braccio armato del potere e si è specializzato nella creazione a getto continuo di bugie.

Prof. Silvio Dalla Torre

Illustrazione di copertina: Mágoz

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