La paura di non essere
Quest’anno ricorre il settantesimo anniversario del famoso libro del teologo Paul Tillich, Il coraggio di essere. Ampiamente letto ai tempi in cui un pubblico istruito leggeva libri, è ormai dimenticato.
In esso, Tillich esamina la storia dell’ansia e della paura e la loro relazione con il coraggio, la fede religiosa e il significato della vita.
La sua frase conclusiva – “Il coraggio di essere è radicato in quel Dio che appare quando Dio è scomparso nell’ansia del dubbio” – è stata acclamata come una sagace descrizione del bisogno esistenziale di trovare un fondamento per la fede e il coraggio proprio quando queste fondamenta rischiano di venir meno.
La sua scrittura ha influenzato profondamente molti pensatori, anche quando non erano del tutto d’accordo con lui.
Tra questi il dottor Martin Luther King Jr, che, commentando la morte di Tillich nel 1965, aveva detto:
“Il suo esistenzialismo cristiano ci aveva dato un sistema di significato e di scopo per la nostra vita in un’epoca in cui la guerra e il dubbio minacciavano seriamente tutto ciò che ci era caro”.
Cito Il coraggio di essere non per impegnarmi in una oscura analisi teologica e filosofica, che è l’ultima cosa di cui abbiamo attualmente bisogno, ma per sottolineare la differenza tra la sua richiesta di coraggio spirituale con ciò che, da anni, stiamo vedendo sgorgare dai mass media corporativi.
C’è un martellamento all’insegna della paura, così intenso e costante che sarebbe quasi comico, se non fosse così efficace nel ridurre le persone a bambini tremanti e spaventati.
Principalmente sulla Covid e sulla necessità di obbedire alle autorità e sottomettersi ai “vaccini” Covid a base di mRNA – l’idolatria della biosicurezza – questa religione della paura va molto oltre e molto più in profondità.
Scenari di paura sono stati testati e prodotti per decenni, dai giganti dell’intelligence/IT/media su una moltitudine di questioni, grandi e piccole.
Sono radicati in una campagna di propaganda politica spiritualmente nichilista che sta esponenzialmente e intenzionalmente diffondendo paura, ansia e sconforto su vasta scala. Le persone paurose vengono facilmente intimidite e controllate.
Le élite sanno che, in tutto il mondo, le persone normali sono stufe di essere soggette a violenze e abusi sotto molteplici forme e che, se il coraggio trionfasse sulle loro paure, potrebbero unirsi in solidarietà alla rivolta globale, com’è successo di recente in varie località.
Per evitare ciò, le autorità devono usare tattiche terroristiche per dividere e sottomettere. Se le persone osano insorgere e persino mettere in discussione la propaganda, sono e saranno chiamate terroristi per averlo fatto. Il dissenso è ora equiparato al terrorismo e quindi deve essere censurato.
Tutto questo allarmismo si basa sull’ordinaria paura delle persone di “non essere”, che significa essere morti.
Naturalmente, è comprensibile non voler essere morti, ma vivere nella paura costante è una morte in vita. Tillich, che aveva subito un profondo trauma come cappellano nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, e che poi aveva perso il posto di insegnante in Germania quando Hitler era salito al potere, scriveva che il coraggio è radicato nell’accettazione spirituale e che alla base delle nostre vite individuali c’è il potere dell’Essere, con questo termine intendendo Dio, e che la paura e l’ansia per il nostro destino possono essere affrontate solo avendo il coraggio di accettare con fede questa realtà fondamentale.
Penso sia ovvio, per chiunque guardi ai media mainstream, che la paura è la loro prima necessità.
Solo nell’ultima settimana o giù di lì, ho visto il New York Times, un organo ufficiale di propaganda, se mai ce n’è stato uno, ma noto storicamente come la Signora in Grigio della minimizzazione, raccontare in iperventilazione ai suoi lettori che l’ansia per il cambiamento climatico ha generato tutta una nuova serie di patologie, che i daini dietro casa vostra sono infettati da Omicron, che stanno arrivando i Russi, ecc.
Questa è la tipica propaganda per la promozione della paura, che ogni giorno fa capolino su tutti i siti dei media e lo fa da anni. Qualsiasi osservatore occasionale può elencare quotidianamente gli oggetti della paura, dalle questioni principali a quelle minori.
Eppure, nonostante questa propaganda costante e palese, i governi capovolgono la verità e ammoniscono che chiunque la mette in dubbio è un complottista pronto a causare problemi e quindi deve essere attenzionato e confutato. Proprio l’altro giorno il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti ha pubblicato un “Riassunto della minaccia terroristica per il territorio degli Stati Uniti“, scrivendo:
“Gli Stati Uniti rimangono in un’atmosfera di crescente minaccia alimentata da diversi fattori, tra cui un ambiente virtuale pieno di narrazioni false o fuorvianti e di teorie del complotto, e altre forme di disinformazione e di informazioni errate, introdotte e/o amplificate da attori stranieri e nazionali.”
Dopo vent’anni di propaganda così ovvia, pensereste che queste persone siano in imbarazzo, ma, ovviamente, non lo sono e intendono propagare queste stronzate negli anni a venire. Loro e i loro complici nei media si sono ispirati per le loro analisi direttamente a 1984.
Solo sul fronte religioso della biosicurezza, Kit Knightly di Off-Guardian ha recentemente riferito sul fatto che le autorità hanno avvertito che c’è una vasta sottodiagnosi di malattie cardiache che potrebbero insorgere di nascosto (non a causa dei “vaccini”, ovviamente) e che i test e i vaccini per l’HIV sembrano essere il prossimo grande affare, poiché ora si dice che una nuova variante dell’HIV si sta diffondendo in Europa. [Qui su CDC].
Il presidente Biden ha dichiarato nel dicembre 2021 che la sua amministrazione mirava a “porre fine all’epidemia di HIV/AIDS entro il 2030”. Le restrizioni Covid possono essere allentate, ma non la “corsa al vaccino” mRNA, e i suoi promotori troveranno altri germi da sconfiggere solo con “vaccini” e test per alleviare le paure dei cittadini indottrinati, molti dei quali sono stati trasformati in ipocondriaci.
La dottrina della paura dei germi, delle malattie e delle “minacce” straniere e domestiche è permanente. Per chiunque pensi ingenuamente che ci sarà un allentamento di questa guerra di bugie dell’élite, suggerirei di ripensare a tale ipotesi.
Lo stato d’assedio rappresentato dalla crisi Covid sarà seguito da molti altri e questa guerra batteriologica includerà una vasta gamma di varianti straniere, provenienti da Russia e Cina. Siamo in una crisi permanente e in un’emergenza progettata dalle classi dirigenti per mantenere il loro controllo.
La fine di questa guerra d’élite contro la gente normale non è in vista. Le élite sanno che le persone si scoraggiano nel tempo e perdono la speranza; quindi, pianificano a lungo termine e continuano a martellare. Il libro di Paul Tillich è importante perché sottolinea la necessità del coraggio di fronte alla propaganda allarmistica.
Senza un fondamento spirituale che fornisca un sostegno a lungo termine, la depressione porterà alla disperazione o alla resa. La storia dovrebbe insegnarcelo. I malvagi spesso vincono, almeno nel breve periodo, e ognuno di noi non ha prospettive a lungo termine. Il nostro tempo è breve.
I grandi dissidenti e ribelli del passato, anche quando non apertamente religiosi, avevano fede nei loro compagni e nelle loro cause perché sentivano un legame profondo, indissolubile, invincibile. Lo si chiama con nomi diversi o non lo si chiama affatto. Forse, fede è la parola migliore. Fede in cosa? Alcuni, me compreso, dicono fede in Dio.
Le parole non possono spiegarlo; devi sentirlo.
Altri non si pronunciano e tirano avanti, sostenuti dal nulla. Alcuni la chiamano fede nella solidarietà umana. I nomi non contano. Non si tratta di nominare ma di sperimentare in prima persona.
Il poeta DH Lawrence aveva saggiamente detto che siamo trasmettitori di vita e che “quando non riusciamo a trasmettere la vita, la vita smette di scorrere attraverso di noi“. E aveva aggiunto nel suo stile inimitabile: «È terribile cadere nelle mani del Dio vivente. Ma una cosa molto più spaventosa è cadere dalle Sue mani“.
Non è facile da accettare, ma la paura ci aiuta a cadere.
C’era chi aveva definito Tillich un ateo, perché la sua spiegazione filosofica suonava troppo astrusa, il che è vero. Ma aveva centrato un punto fondamentale sul modo in cui noi, come esseri umani, partecipiamo all’Essere, che è il fondamento della nostra esistenza. Siamo parte di qualcosa che è molto più grande del nostro piccolo io – esseri nell’oceano dell’Essere.
Chi può negarlo?
Il suo appello al coraggio ha risuonato allo stesso modo in credenti, agnostici e atei. Non era un poeta, ma uno studioso di formazione tedesca emigrato negli Stati Uniti, il suo linguaggio era intriso di pesanti verbosità filosofiche, eppure ha trovato un vasto pubblico nella sua analisi della paura, dell’ansia e soprattutto del coraggio perché trattava di verità fondamentali. Il coraggio è fondamentale, così come la fede.
Il poeta spagnolo Antonio Machado lo ha detto in modo meno filosofico e più elegante:
“Parlo sempre con l’uomo che cammina con me;
– gli uomini che parlano a sé stessi sperano di parlare con Dio un giorno –
I miei soliloqui equivalgono a discussioni con questo amico,
che mi ha insegnato il segreto per amare gli esseri umani.
[…]
E quando verrà il giorno dell’ultima partenza,
E la nave che non tornerà in porto è pronta a salpare,
mi troverai a bordo, leggero, con pochi averi,
quasi nudo come i figli del mare.”
Siamo figli del mare e il coraggio ci tiene a galla.
Anche l’umorismo aiuta, perché siamo creature allegre.
Non capita spesso di sfuggire ad un tentativo di omicidio non intenzionale. Sono felice di dire che è capitato a me.
Questo è un esempio del potere della paura. Dove vivo, l’inverno è stato piuttosto freddo e c’è stata una recente tormenta di neve, con lastre di ghiaccio dappertutto. Mia moglie aveva paura di cadere e quindi aveva comprato come regalo di Natale dei bastoncini da escursione per sé e per me. Avevo detto che non li volevo e non li avrei usati; che non avevo paura, che avevo fiducia nella mia capacità di sostenermi.
Quindi non li ho usati, cosa che l’ha fatta arrabbiare.
Un giorno, quando il ghiaccio nel vialetto e sulla macchina era spesso qualche centimetro, mi ha convinto a usare i bastoncini per raggiungere la macchina. Li ha sistemati per me con i bloccanti all’altezza corretta, poiché sono regolabili. Abbiamo sgambettato lungo il sentiero verso l’auto, posizionando a turno un bastone davanti all’altro. Ho esagerato le mie difficoltà, chinandomi come se avessi un gran bisogno di stampelle.
Avvicinandomi al vialetto, ho allungato il bastoncino destro in avanti e, poiché le clip non erano ben fissate sono volato faccia in avanti sul ghiaccio. Lei mi ha guardato spaventata, come se fossi morto o ferito, come se la sua paura l’avesse trasformata in un’assassina accidentale. Era divertente la sua ingiustificata preoccupazione.
Prima o poi cadiamo tutti, ma preoccuparsene prima è controproducente. È una reazione alla paura.
La preoccupazione è un modo di cadere preda di sé stessi (etimologia: prendere per la gola con i denti e uccidere), e può essere indotta – ed è indotta – dalle campagne terroristiche a cui siamo sottoposti.
Il coraggio di essere era il termine che Tillich usava per dire che siamo sostenuti da qualcosa molto più grande di quanto immaginiamo. Chiamatelo Essere, Tao, Grande Spirito o Dio. Il coraggio è contagioso e ci porterà sulle sue braccia. È ciò di cui abbiamo bisogno per resistere ai seminatori di paura che vogliono azzannarci.
Articolo originale da Off-Guardian / Traduzione a cura di comedonchisciotte / Illustrazione di copertina: Owen Gent