L’abisso
È arrivato anche il “bonus psicologo”. Non voglio entrare nell’aspetto tecnico; se questa ennesima buffonata sia concreta o meno, ma sul principio, sul concetto ideale. Cioè, il sistema ti devasta in tutti i modi possibili e poi ti vuole offrire la soluzione. È l’ennesima prova che possono ormai proporre di tutto, senza che la gente batta ciglio.
Ricorda la famosa scena del film “Un borghese piccolo piccolo”. Quando il malcapitato veniva ridotto in fin di vita e insanguinato a colpi di crick e poi medicato, unicamente per prendere poi colpi ancora più forti e quindi prolungare l’agonia il più possibile.
Fuor di metafora, è l’ammissione totale di colpevolezza degli stessi autori, ma non se ne accorge ormai nessuno, in questo paese in decomposizione. Dove appunto le menti sono state devastate e dove viene fatta intravedere la fine del tunnel e, contemporaneamente, il suo prolungamento ab aeternum, senza che ci si ponga domande.
La maggioranza, Lega e FI in primis, vota per prolungare la follia oltre la vigenza dello stato di emergenza, eppure non accade nulla. Solo in questa fogna chiamata Italia. Si parla già di nuove ondate dopo l’estate, e nessuno che si chieda: ma quando cazzo finisce, quando? E qui esplode l’insipienza agghiacciante di un popolo che non esiste più, che non ragiona più, che si autoproclama convintamente carne da macello. È che è il vero responsabile di tutto. Interamente ed esclusivamente. Tolta una parte di esseri pensanti, che viene guardata con disprezzo.
Perché? Ovvio, perché è proprio questo zoccolo duro, che acclara lo schifo della mandria che si inginocchia ormai a tutto. Come uno specchio impietoso, che dimostra e prova, a chi gli si pone davanti, il baratro morale in cui è irrimediabilmente sprofondato.
“Ma come, non ti pieghi, non cedi, non molli? E come fai? Come osi, solo pensare, di non avere catene, di non far parte dell’acquario, in cui ci illudiamo di essere liberi, fin quando non sbattiamo nel vetro? Come puoi immaginare di uscire dal set, dalla matrix, al di fuori dalla quale la tua vita, scandita unicamente dagli imput della regia, non può sussistere? Vieni anche tu con noi, basta. Almeno non dobbiamo vedere nei tuoi occhi, lo schifo indicibile di ciò che siamo diventati”.
Il loro sogno di sconfitti, è quello di vedere tutti dentro il recinto, per non avere più rapporti con la libertà e poter uccidere, una volta per tutte, la coscienza morente, la cui voce li lacera, perché li condanna. Come il grillo parlante di Pinocchio, da far tacere con una martellata, perché dice la verità che non si vuole ascoltare.
Pensateci bene: di tutta questa storia, non c’è una parte che regge, un aspetto credibile e coerente, una traccia di bene e di buonsenso da seguire. Quindi, per accettarla, devi fare inevitabilmente torto a te stesso. E umiliarti in tutti i sensi.
Avrebbero potuto nascondere certe accecanti evidenze, fare un lavoro migliore, occultare certi abomini. Invece hanno proprio voluto il non senso, la contraddizione, la follia. Hanno sottolineato la discriminazione, la devastazione dei diritti, l’espulsione di gente innocente e completamente sana. Hanno sputtanato, loro stessi, la scienza e la logica. Hanno chiuso le giostrine ai bimbi, e sigillato scaffali all’interno dello stesso punto vendita. Hanno imposto il coprifuoco serale assoluto e poi fatto scoppiare bus e mezzi la mattina dopo. Hanno tutelato la privacy dei cantanti di Sanremo, ma, nello stesso tempo, tolto il pane alle famiglie e rifiutato di curare esseri umani. E potrei continuare all’infinito.
Perché lo hanno fatto? Perché in maniera così smaccata? Per fare risultare i veri colpevoli: tutti quelli che hanno avallato questo schifo. Perché ogni possibile giustificazione gli hanno tolto, anche la più piccola. Perché la loro pochezza e miseria umana, fosse lampante e acclarata. E quando gli sento dire: “Io l’ho fatto, ma non mi è successo niente”, nel disperato e ignobile tentativo di trovare una giustificazione all’ingiustificabile, non si rendono neanche conto di sprofondare in una logica bestiale e inumana, in cui, qualsiasi aberrazione diventa possibile, unicamente nella misura in cui non mi danneggia, indipendentemente da quanto succede ad altri, che, sostanzialmente, per me nemmeno esistono.
Eccoci arrivati al punto più basso mai raggiunto dalla specie umana. Ecco che, i fautori di tutto questo, possono ben dire di non essere loro i veri responsabili, ma una massa che lo ha reso concretamente possibile. Un opera malvagia di una finezza spaventosa e inappuntabile. Che si incarica di “pesare” definitivamente questa umanità, ormai diventata materiale di consumo di sé stessa e pertanto completamente incapace di riconoscere il male, in una folle ipnosi di adeguamento a tutto, che rappresenta ormai l’unica pulsione vitale esprimibile.
Ecco perché i ribelli sono odiati. Sono la scomoda misura dell’abisso odierno. Le certificazione forzata di tanta bassezza.
Illustrazione di copertina: Gerard DuBois