Società

L’era del fanatismo diffuso

Chi crede sia lo scontro sui vaccini il motivo per cui si sta radicalizzando il dibattito occidentale, probabilmente non segue pagine d’informazione cinematografica o videoludica: persino un banale remake di un film o l’aggiunta di una skin per un personaggio dei videogiochi diventa l’occasione per infinite polemiche, in cui la situazione sanitaria/economica non è mai nominata, ma è evidente come influenzi i toni e i modi in cui si formano le fazioni, si tribalizzano i problemi, si utilizza ogni argomento (spesso sfociando nel personale) per demolire l’avversario che mostra di scostarsi anche di una virgola dall’opinione ritenuta “giusta”.

Non è quindi l’oggetto del dibattito a generare il fanatismo, la creazione di due fazioni nettamente opposte ed incomunicanti, l’abitudine a trasformare ogni divergenza d’opinioni di un’offesa personale, è il periodo stesso ad incoraggiare e a rendere canoniche queste prassi.

Il postmodernismo a causa della pandemia ha così sviluppato e reso palese un pericolo insito nel suo concetto di post verità: eliminato ogni riferimento ad una realtà neutra e comune a tutti i dialoganti, messe sullo stesso piano tutte le posizioni perché egualmente infondate, persa qualsiasi fiducia esista la possibilità di un dialogo razionale che crei ponti capaci di trovare un minimo comun denominatore alla pluralità delle visioni individuali, ha trasformato ogni discussione in uno scontro fra fideismi opposti, scontro tanto più feroce e senza esclusione di colpi perché i rispettivi fanatismi sanno di essere ugualmente infondati.

A questo si aggiunge la consapevolezza psicologica propria dell’individuo pandemico di essere isolato e abbandonato a se stesso: l’adesione fanatica ad una delle due posizioni che si sviluppano in ogni discussione crea un temporaneo surrogato di comunità e legame sociale, l’illusione che dura quanto un flame di non essere soli ma di appartenere ad una comunità virtuale di credenti coesa e capace di dare supporto.

In questa continua guerra fra fanatismi opposti, gli individui che per formazione culturale e inclinazione personale sono più propensi a ricorrere al ragionamento razionale, al soppesare i pro e i contro delle varie posizioni, ecc sono naturalmente messi ai margini di ogni dibattito e soffrono l’isolamento più degli altri: la post verità e le polarizzazione che essa crea difatti sono una credenza collettiva, una cornice totalizzante accettata dalla stragrande maggioranza degli occidentali… in un’epoca di crociati, i tiepidi sono miscredenti pericolosi tanto quanto gli infedeli.

Federico Leo Renzi

Illustrazione di copertina: Sébastien Plassard

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