Società

L’inevitabilità

C’è questa convinzione latente, quasi un sottotesto, nel sentire comune intorno alle faccende della deriva pandemica: quella dell’inevitabilità.
Che tutto quel che è accaduto fosse inevitabile è una convinzione diffusa, la quale genera una supina e cedevole accettazione di ogni stortura, anche della più orribile. «Un virus ci ha colti impreparati, i governi hanno agito in modo duro, ma in fin dei conti era per il nostro bene. Gli errori sono stati commessi, ma senza dolo. Abbiamo reagito come potevamo di fronte a qualcosa di inevitabile. Inevitabili sono stati anche gli errori».
Stupidaggini.
Mettetevelo bene in testa.

Tutto questo era evitabile.

Era evitabile il confinamento domiciliare di sessanta milioni di italiani.
Erano evitabili le ingerenze anche violente delle forze dell’ordine, che hanno picchiato, inseguito, multato, umiliato frugandovi nelle borse.
Erano evitabili i droni sulle spiagge deserte e nei parchi.
Era evitabile la feroce comunicazione che instillava odio contro il nemico di turno, dal runner prima ai N0-V@x dopo.
Era evitabile tenere una pezza sulla faccia ai vostri figli per otto ore al giorno; impedire loro di respirare liberamente; di giocare liberamente; di crescere liberamente; di gioire liberamente; di salire su un’altalena. Di correre al parco. Era evitabile, sciocchi!
Era evitabile di trasformare la popolazione civile in cavia da laboratorio. Erano evitabili la morte di Camilla (18 anni), di Giulia (16 anni), di Gabriele (17 anni) e di tanti, troppi, altri.
Era evitabile che una associazione sportiva chiedesse il lasciapassare per far fare attività ai vostri figli. Che il gelataio lo chiedesse. Che il barista lo chiedesse. Era evitabile che lo chiedessero i musei e le biblioteche. I bus per andare a scuola. I treni. Era evitabile che i nostri ragazzi morissero anche per causa loro. Avete capito bene: anche per causa di chi non si è rifiutato di vessarli.
Era evitabile che 45mila ristoranti e bar fallissero. Che si perdessero come minimo 200mila posti di lavoro. Che andassero in fumo 57 miliardi di euro. Era evitabile epurare i nostri medici migliori, i nostri infermieri, i nostri insegnanti, i nostri poliziotti buoni.
Era evitabile ogni cosa che vi viene in mente.

Noi vi abbiamo avvisati per tempo. Vi abbiamo prima teso la mano, ma voi l’avete scacciata. Vi abbiamo gridato in faccia la verità, ma non l’avete ascoltata. Quando i vostri parenti morivano o si invalidavano, vi abbiamo persino compatiti e aiutati nonostante la derisione.

Ve lo abbiamo detto in mille modi, ma per non ascoltarci ci avete persino tenuto fuori dal mondo e avete goduto nel farlo. Avete plaudito alle torture che ci venivano inflitte. Ne avete reclamate di peggiori.

Adesso è arrivato il momento di capire che anche quel che sta per accadere non è inevitabile.
Sono evitabili la penuria alimentare, la carestia, i razionamenti, i tracciamenti, le tessere verdi per vivere. È evitabile il costo sociale, psicologico, economico che stiamo per affrontare.

È il momento di ascoltarci.
Non lo capite? La vostra stupidità sarà anche il vostro boia.
Vi stiamo avvisando. Di nuovo.

Uriel Crua

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Illustrazione di copertina: Alex Nabaum

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