Politica,  Società

Ma chi è davvero il complottista?

Viviamo un momento storico conflittuale. Razionalmente trovo faticoso accettare che davvero una élite di miliardari stia manovrando da anni per cambiare il mondo a suo piacimento. Trovo altresì doloroso che la maggioranza della popolazione non si renda conto di ciò che stia succedendo, nonostante le prove siano accessibili senza grandi sforzi. 

Non posso in tutta sincerità biasimarli fino in fondo, un anno e mezzo fa ero parte di quella maggioranza. La frenesia del vivere quotidiano assorbe il nostro tempo come un buco nero. I problemi da risolvere sembrano sempre troppi, figuriamoci se a fine giornata vien voglia di dare uno sguardo in profondità alle varie situazioni di livello globale. Il nostro “Micro” è di per se già impegnativo, figuriamoci quanto lo può essere il “Macro”. Si pensa sempre ci siano persone competenti che se ne occupano.

Sì, quella sensazione di disagio che accompagnava le vite di molti di noi negli ultimi anni, quel “sentire che le cose non vadano proprio per il verso giusto” era un pensiero costante e capitava che diventasse un argomento di discussione fugace che terminava, senza uno studio approfondito dei processi, con un semplice “ora va così”. 

Si guardava un film, tanto per rilassarsi un po’, si chiudevano gli occhi e al mattino seguente ecco una nuova giornata.

A Marzo 2020 qualcosa è cambiato. Tutti fermi a casa, le giornate parevano lunghissime, abituati a ritmi di vita così veloci. Ciò ha avuto però un effetto positivo in molte persone. Finalmente si è potuto riflettere. Dopo lo sbigottimento iniziale e avendo tempo a sufficienza il pensiero critico è emerso e per molti le notizie diffuse da giornali unici e reti unificate non bastavano più. Quella sensazione di disagio si è fatta più forte e ha spinto verso l’approfondimento. Non più contenuti, ma visione sui processi.

Io non sono né un giornalista né un ricercatore. Mi piace pensare di avere una mente aperta e di essere dotato di curiosità per tutto ciò che mi circonda. Questo mi spinge ad approfondire un dato argomento, a maggior ragione nel momento in cui esso influenza il mio vivere quotidiano. A un tratto, persone che come me hanno iniziato a dubitare della narrazione conforme, semplicemente usando la ratio e un poco di buon senso, dotazione standard della specie umana, sono state etichettate come complottiste. Perché?

Ecco una buona domanda. E il tentativo di darmi una risposta.

Sento spesso la terminologia “unire i puntini”, come il gioco della settimana enigmistica. Nessuno si sognerebbe mai di richiedere una preparazione tecnico-scientifica per risolvere tale gioco, è sufficiente un minimo di concentrazione e colpo d’occhio. 

Più mi informavo e più mi sembrava di vivere in un macro gioco estivo da spiaggia, dove la semplicità del suo svolgimento è imbarazzante quanto il numero di persone disinteressate al tracciare le linee per la sua soluzione. Forse il segreto sta tutto lì, è troppo semplice, troppo evidente. Lascia sgomenti che una tale faccenda in cui l’umanità tutta è coinvolta abbia una matrice così facile da rintracciare. La maggioranza delle popolazioni continua a non approfondire, semplificando le analisi che si discostano dalla visione conformista dei fatti come elucubrazioni complottistiche. E ci risiamo.

Ma cos’è un complotto?

complòtto s. m. [dal fr. complot, di etimo incerto]. – Cospirazione, congiura, intrigo ai danni delle autorità costituite o (meno com., e solo in senso estens. e fig.) di persone private (Treccani) (1)

Che strano: alla luce di questa definizione davvero si può pensare che chiunque si dimostri scettico e di conseguenza ponga quesiti, rivendicando risposte per le quali si operano ricerche, siano da definirsi “complottisti”?

Mi chiedo, può essere operatore di una “congiura ai danni del sistema costituito”, chi richieda spiegazioni a riguardo di un cambiamento radicale imposto da mesi con il terrorismo sanitario calpestando la costituzione? Le persone che, dopo attente ricerche attraverso fonti più che autorevoli rifiutano la narrazione conformista sono da  definirsi “cospiratori”? Quale “intrigo” potrà mai intentare chi cerca disperatamente di mantenere una razionalità nel giudicare gli eventi, sforzandosi di rimanere in equilibrio tra i fatti puri e semplici e la loro narrazione?

Dopo aver ascoltato decine di dichiarazioni da parte di capi di stato e di governo, che definire univoche appare un eufemismo, aver trovato sul web articoli e libri su una volontà di cambiamento in atto da parte delle élite mondiali, osservando le sofferenze globali che ai miei occhi sono il risultato di questi loro sforzi, rileggendo la definizione di complotto la domanda sorge spontanea: chi sono i veri complottisti?

Mi sovviene un vecchio e saggio adagio popolare: il bue che da del cornuto all’asino!

Mi spiego meglio. Un ristretto gruppo di persone, le cui risorse sono più grandi, per citarne uno, del PIL Usa, composto da banchieri internazionali, manager di multinazionali operanti in ogni settore, esponenti politici ai vertici nelle rispettive nazioni, proprietari di “filantropiche” fondazioni, famiglie il cui potere è secolarizzato, società di consulenze aziendali, si riunisce regolarmente in un sperduto paesino Svizzero per una settimana ogni anno (nel 2021 si sarebbe dovuto tenere a Singapore), discute senza che nessuno sappia in realtà di cosa, pianifica agende di lavoro attraverso teorie e costrutti futuristici che interessano tutto il genere umano, senza chiedere approvazione alcuna da parte di chi poi dovrà subire le iniziative che verranno adottate dai vari stati per il raggiungimento di quei costrutti, pensati e redatti solo da loro. (2)

Chi è il complottista? 

Una associazione, la World Economic Forum, fondata da un ingegnere/economista tedesco sconosciuto ai più, e di cui fanno parte le stesse entità citate sopra, con l’aggiunta di università a loro vicine, teorizza scenari globali attraverso esperimenti pandemici in almeno due occasioni, una delle quali a distanza di qualche settimana dallo scoppio della “pandemia” reale (?). Una sorta di “pamdemic game” dei quali scopi umanitari io dubito alquanto.

É di questi giorni una nuova “simulazione”, questa volta sono “hacker game”, uno scenario di attacchi a sistemi informatici di stati e multinazionali. Visti i risultati precedenti c’è da temere il peggio, soprattutto per quanto riguarda il controllo su tutto il World Wide Web. (3)

Di nuovo, chi è il complottista?

Vogliamo parlare dell’Agenda del grande reset? Vergognosamente negata ancora giorni fa da uno dei quotidiani italiani a tiratura nazionale, liquidandola come teoria complottista nonostante esistano articoli, libri, discussioni aperte sul tema, annunciata e declamata a spron battuto dallo stesso ingegnere/economista e dai suoi accoliti, il cui slogan è “non avrete nulla e sarete felici”. Da notare la coniugazione dei verbi in terza persona. (4)

Chi sono davvero i complottisti? Chi sta “cospirando contro l’ordine costituito?”

Non si tratta nemmeno, io credo, di avidità: è una nuova ideologia tecnocratica che utilizza il terrore sanitario per veicolare le masse verso una transizione che di umano non ha proprio nulla. 

Una transizione non richiesta da nessuno se non dalle élite, non approvabile da nessuno che abbia ancora un briciolo di buon senso e subdolamente indotta attraverso sistemi si psico-manipolazione di massa come le finestre di Overton. Una transizione che è involuzione: il semplice fatto di essere in grado di costruire cose, anche le più complesse come le I.A. non dà il diritto all’umano di deviare dal binario evolutivo naturale della nostra specie. E soprattutto mai attraverso una ideologia frutto di un pensiero distorto e lontano dalla realtà delle popolazioni coinvolte, mai interpellate per uno straccio di consenso democratico sul tema. Sempre tutto imposto, sempre tutto per il nostro bene. Se non è un complotto questo.

Le varie rivoluzioni industriali che si sono succedute, a partire dal diciottesimo secolo in poi hanno portato benessere e miseria allo stesso modo ma non nella stessa misura. Non ha insegnato nulla il fardello di tragedie e sofferenze che le innovazioni tecnologiche inevitabilmente trasportano. Invece di imparare da quegli errori, ricercare un sano compromesso tra progresso e natura umana si è premuto sul pedale di uno sfrenato consumismo, potente arma di mistificazione, con la quasi totale assenza di regole morali. Come se fosse indice di un processo evolutivo il progressivo allontanamento dagli insegnamenti delle generazioni precedenti le nostre, compresi i precetti di buon senso che ci hanno portato dove siamo ora.

La forbice sociale si è allargata soprattutto negli ultimi 10 anni, guarda caso da quando si è impressa una accelerazione verso la sedicente Quarta Rivoluzione Industriale, tanto sponsorizzata dall’ingegnere/economista nella agenda 2030. (5)

Una rivoluzione che vuole tagliare di netto il cordone ombelicale che lega l’umano all’umanità.

Tutto ciò è ben documentato e consultabile da tutti, non c’è nessun complotto nella ricerca della verità. Semmai io vedo un complotto ben delineato nelle omissioni e nelle censure.

Altro che “il gusto del futuro”, uno slogan che trovo orribile, sia nella forma che nella sostanza, concepito senza arte né cuore da consulenti governativi profumatamente pagati con le nostre tasse, diffuso dai vertici di potere, rimarcato e utilizzato da imbonitori televisivi in una bieca campagna vaccinale dal sapore di televendita, che spinge la gente sana ad ammalarsi. (6) Chi davvero sta operando un complotto? (7)

In conclusione, dovremmo invece pensare in maniera opposta: ritrovare le nostre radici culturali. Italiani, siamo maestri nelle Arti e nei Mestieri, ce lo dobbiamo solo ricordare. Un popolo che a testa alta può vantare un trascorso storico invidiato da tutto il mondo occidentale ma che da decenni viene trattato come un adolescente impacciato e ignorante a cui bisogna sempre dire cosa deve fare, principalmente dai vincitori dell’ultimo conflitto mondiale, a saldo di un piano Marshall che ha veicolato attraverso aiuti economici uno stile di vita a immagine e somiglianza angloamericano.

I complottisti, quelli veri, non sono le persone come noi, che si fanno domande. No, Signore e Signori miei, i nuovi carbonari europeisti / atlantisti si riuniscono alla luce del sole, in alberghi di lusso, arrivano con elicotteri personali o di stato. Hanno modi gentili e sorrisi smaglianti. Hanno fascino in una società oramai abituata all’apparenza e dimentica della sostanza, possono permettersi di dire e fare ciò che vogliono in faccia al mondo, sbeffeggiando chi ricerca la verità e smaschera le loro reali intenzioni: il controllo totale.

Un ben misero destino, visto con gli occhi dei nostri Avi.

Paolo Botteschi

Illustrazione di copertina: Gary Neill

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