Nasce il trans-comunismo
Sta prendendo forma, seppur mutante, un nuovo, vecchio mostro: il trans-comunismo. Un fenomeno globale, non solo italiano. Mettete in fila i seguenti elementi sparsi: 1. l’egemonia mondiale di un comunismo geneticamente modificato, quello cinese, ibridato col mercato globale, rafforzato dalla pandemia e dall’espansione commerciale che sta colonizzando l’Africa e mezzo mondo; 2. lo sbarco in massa di migranti in Occidente, un proletariato mondiale che “non ha patria” – come dicevano Marx ed Engles – e “non ha da perdere che le proprie catene”; 3. il dominio planetario, a partire dagli Stati Uniti, di una ideologia correttiva che vuole abolire la realtà come voleva il comunismo (“abolire lo stato di cose presenti” prescriveva il Manifesto comunista) e sostituirla con una nuova umanità; 4. la ricaduta della biopolitica sui diritti civili, l’ideologia transgender modifica la natura umana e ribalta le identità e le definizioni, a partire dai connotati sessuali. Infine, se volete, i messaggi di Bergoglio sull’abolizione “morale” della proprietà privata e sulla destinazione comune di tutti i beni: il papa si candida a diventare il cappellano militante del nuovo comunismo terzomondialista. Percorsi diversi ma verso una stessa meta: il transcomunismo. Aggiungo: finita la lotta di classe, perché sono diventati loro classe abbiente di potere, il transcomunismo propone ora la lotta di tasse.
Qualcuno dirà che il comunismo è finito da trent’anni, anche se sopravvive in alcune aree, e dunque è grottesco parlare ancora di comunismo. Forse avete ragione. Però faccio notare che parlano ancora di nazifascismo ed è morto nel sangue più di 75 anni fa. Se il fascismo è una categoria eterna, l’ Ur-fascismo come lo definì Umberto Eco, perché non dovreste credere all’Ur-comunismo, alla sua mutazione transgenica, alle sue varianti per adattarsi ai nuovi organismi? Se credete alle befane, credete pure alle streghe…
Visto che la storia e la cultura qui non c’entrano, ma solo la psicosi, la paranoia e la loro speculazione, divertiamoci ad applicare il teorema di Eco al comunismo. Echeggiando il suo testo non fa una grinza in versione ur-comunismo. Ossia il comunismo è eterno, non è finito col Muro di Berlino, con la caduta dell’Urss o con la mutazione del Pci in Pd, ma è vivo e lotta insieme a noi. Il proletario si chiama oggi migrante, la rivoluzione si fa con gli sbarchi e i diritti civili, le classi da riscattare sono i neri, le donne secondo il vangelo femminista, gli omosessuali, i trans e i rom. La nuova umanità futura verrà dall’utero in affitto; il sistema totalitario in tema di sorveglianza e commercio globale sarà made in China.
E chi non la pensa come gli ur-comunisti va bandito dalla società civile, va criminalizzato ed eliminato da tutti i consessi pubblici, sono quel che pure al tempo del comunismo si chiamavano le forze oscure della reazione in agguato. Il comunismo è resuscitato in laboratorio, lotta sotto falso nome e sotto falso colore: non veste più in rosso ma in arcobaleno o in fucsia, su fondo nero.
Il trans-comunismo ha inventato la sua neolingua, nota come politically correct, in cui le verità vengono distorte, sottoposte a censura, fino a essere capovolte: tutto ciò che è reale e naturale appare meritevole di cancellazione e di rovesciamento, fedeli all’essenza del comunismo che è, dicevamo, l’abolizione della realtà.
Per difendersi, è necessario tenere viva la memoria storica, ci ricordava Eco a proposito del fascismo; lo stesso vale per il comunismo, il regime che ha mietuto più vittime tra più popoli, in più continenti e in un periodo storico più lungo e a noi più vicino. Il comunismo al potere ha un record unico: ha ucciso più comunisti di ogni altro regime. A differenza di tutte le altre dittature del Novecento, fascismo e nazismo inclusi, il comunismo al potere ha sterminato i suoi stessi popoli e lo ha fatto in tempo di pace, senza bisogno di inventarsi guerre e razze.
Fummo in tanti nel secolo scorso a ritenere che non aveva più senso l’anticomunismo in assenza di comunismo, come non ha senso l’antifascismo in assenza di fascismo. Ora, però, il quadro muta, da una parte intervengono i fattori sparsi che abbiamo prima indicato e dall’altro persiste in modo aggressivo, sotto la formula di odiare chi odia, il dogma che tra razzismo & fobie sta risorgendo il nazi-fascismo. Dunque, bisogna attrezzarsi con argomenti adeguati.
Il comunismo avrebbe una sua nobiltà se fosse realizzato in modo volontario e scontato sulla propria pelle, dividendo i propri redditi e proprietà con chi è povero, come fecero i monaci e i francescani; ma la pretesa aberrante del comunismo è di costringere l’intera società, con la forza, a caricarsi della furiosa utopia ugualitaria e livellatrice. I meriti e le capacità non contano, la proprietà è un furto, la ricchezza un abuso e un privilegio, la nascita in un luogo un puro accidente. Non mancano cavalli di Troia per l’operazione, dalla benedizione religioso-umanitaria al sostegno dei colossi finanziari e web. Ogni tentativo di opporsi a questo nuovo comunismo ogm è demonizzato con la scomunica polivalente di cui sopra: l’accusa di razzismo e derivati. Così non puoi più obiettare nulla, devi sottostare all’imperativo del transmocomunismo.
Per finire, dedico loro la poesia di un ex-comunista, Octavio Paz:
“Il bene, volevamo il bene/raddrizzare il mondo./Non ci mancò la fermezza:/ci mancò l’umiltà. /Quello che volevamo non lo volevamo con innocenza./Precetti e concetti, /superbia da teologi:/battere la croce,/fondare con il sangue,/edificare la casa con i mattoni del crimine,/decretare la comunione obbligatoria./Alcuni divennero segretari dei segretari/del Segretario Generale dell’Inferno./ La rabbia s’è fatta filosofia, /la sua bava ha coperto il pianeta./La ragione discesa sulla terra/ha preso la forma del patibolo/e in milioni l’adorano”.
Benvenuti nell’inferno umanitario del transcomunismo.
Illustrazione di copertina: Edel Rodriguez