
Noi siamo il potere costituente
Con le immagini dell’insubordinazione popolare di Chivasso, abbiamo un’ulteriore conferma del fatto che la nuova opposizione sociale esiste e che consta di una massa variegata, certamente contraddittoria, spesso esprimente approssimazioni ma, allo stesso tempo, caratterizzata da un preciso principio politico di coesione. Questo principio si esplicita e ricorre in tutte le manifestazioni, in tutti i convegni, in tutte le riunioni della nuova opposizione sociale e dimostra che, alla forma moltitudinaria e spontaneista, corrisponde anche una sostanza di general intellect all’opera, una presa di coscienza che accende il fuoco della vita sullo scenario di asettica morte generato da media e istituzioni. Questo principio che coalizza e qualifica la nuova opposizione sociale, ebbene, è la volontà non solo di difendere ma anche di ri-generare il costituzionalismo democratico, oggi sospeso e dissolto grazie alla deriva neo-assolutista in atto.
Da una parte, il potere costituente fondato sulla sovranità popolare e le forze del lavoro vivo che lo difendono (lavoro dipendente, lavoro autonomo, piccole attività imprenditoriali). Dall’altra, i nemici del costituzionalismo e della democrazia.Le forze eversive e criminali sono oggi rappresentate dagli organismi sovranazionali controllati dalle grandi corporation, dagli Stati a essi sottomessi, da una destra e una sinistra che giocano alla ricerca del consenso ma che sono accomunate dall’assoluta adesione alle strategie di dissolvimento della democrazia.
La situazione odierna potrebbe essere, di fatto, pre-insurrezionale.
Il motivo di questo risiede nella volontà, da parte degli apparati istituzionali, di innalzare il livello dello scontro. Tanto i manifestanti che hanno protestato a Fano contro il TSO imposto allo studente che rifiutava la mascherina, quanto i numerosi sostenitori della torteria di Chivasso scesi in piazza, sono stati identificati e multati a centinaia. Ovvero, siamo di fronte al venir meno dei diritti costituzionali più elementari riguardanti la libertà di espressione e di associazione. Il fatto che le denunce siano collegate alla mancanza d’uso della mascherina – quando ormai sempre più ricerche scientifiche (di Arpa e CNR in Italia, di Health Protection Surveillance Centre in Irlanda) hanno attestato la semi-inesistenza del contagio all’aperto – non attenua ma anzi peggiora la gravità del fatto e denuncia il sistema di pura menzogna in cui siamo immersi.

Ma se la situazione fosse davvero pre-insurrezionale, occorrerebbe allora muoversi con intelligenza. In primo luogo, dimostrando con la danza e con la convivialità che la disobbedienza civile è innanzitutto espressione di volontà di relazione, di gioia di vivere, di amore fra gli esseri umani.
In secondo luogo, facendo tutti gli sforzi possibili per creare un sistema coordinato di difesa legale in tutte le province italiane.
In terzo luogo, iniziando a capire come reagire ai media mainstream. Il ruolo del giornalismo è ormai quello della repressione diretta, attraverso la criminalizzazione e la diffamazione di ogni forma di dissenso. E’ necessario che, nel prossimo futuro, ogni trattazione mediatica incentrata sulla parola “negazionisti”, comporti un prezzo da pagare per i tanti, piccoli Goebbels della carta stampata.
Prendiamo coscienza del fatto che noi siamo il potere costituente, che noi siamo contro la destra e contro la sinistra, che noi siamo l’affermazione della vita.
Illustrazione di copertina: Eva Vazquez

