Non c’è nessun giudice a Berlino
Qualche settimana fa sono ripetutamente apparsi in alcuni Talk Show televisivi i rappresentanti di un gruppo di circa 200 medici sostenitori delle terapie domiciliari per la cura del Covid. A detta di questi professionisti, intervenendo alla manifestazione dei primi sintomi, la mortalità causata dal Covid viene quasi azzerata. Tra i loro pazienti, infatti, non si sono registrati decessi.
Mi sarei aspettato che affermazioni del genere suscitassero scalpore, monopolizzando il dibattito per settimane.
Due infatti, sono le possibilità.
La prima è che questi medici mentano. Certo, appare strano che tanti professionisti, fino al giorno prima da tutti stimati, impazziscano contemporaneamente. Questo, infatti, significherebbe millantare, in una situazione come quella che stiamo vivendo, dei risultati che non sono stati ottenuti. Nella vita, però, non si può mai dire. Magari la tensione o il super lavoro (vai a saperlo) possono fare brutti scherzi.
Confesso che per qualche giorno ho pensato che questi medici fossero proprio impazziti.
Successivamente però, non avendo nessun giornale osato contestare nel merito le loro affermazioni (e quando lo ha fatto, avendo dovuto rimangiarsi tutto in breve tempo) ho avuto la certezza che ad essere vera fosse la seconda possibilità, vale a dire che essi abbiano detto quanto realmente è accaduto.
Dando dunque per buona la seconda ipotesi, non si può non giungere alla conclusione che il protocollo fino ad ora impiegato per le cure iniziali del covid (tachipirina e vigile attesa) sia del tutto sbagliato. Per giungere a questa conclusione, alla quale è comunque giunto il più importante virologo italiano, il Prof. Remuzzi, non occorre essere né medici né esperti, ma solo possedere le più banali nozioni di logica formale.
Di fronte ad un fatto di tale portata mi sarei aspettato che anche la magistratura volesse vederci chiaro. Qui non si tratta di capire se c’era o meno il calcio di rigore, ma se decine di migliaia di persone potevano essere salvate ricevendo le cure appropriate. Purtroppo né il sistema mediatico (che ha anzi generalmente denigrato questi medici benemeriti) né la magistratura hanno avuto nulla da dire su quanto è avvenuto.
Dobbiamo prendere atto che non c’è nessun giudice a Berlino.
Illustrazione di copertina: Stephan Schimitz