
Pandemia e guerra biologica
Una cosa mi aveva ha negativamente colpito in questi 18 mesi di pandemia narrata, l’ennesima menzogna nata da un sistema che ha orrore della verità come il palloncino ha terrore dello spillo. Riesumando discorsi e interventi da Bill Gates a Fauci, sparsi nell’ultimo decennio in cui si giustificava la manipolazione virale, chiamata in gergo “guadagno di funzione”, come una cosa necessaria a causa dell’incombere di nuovi virus derivanti da animali, si notava immediatamente la stonatura: il passaggio di microrganismi da un ospite animale a uno umano è certamente possibile, anzi alla lunga inevitabile, ma storicamente si tratta di un evento raro pur considerando che fin dall’inizio dei tempi storici il contatto con gli animali era strettissimo. Perché allora temere l’imminenza di un simile evento proprio quando questo contatto diventava sempre più labile e remoto? E perché addirittura provocare e facilitare in laboratorio questo passaggio pur sapendo che il rischio di una fuga accidentale è statisticamente molto più elevata di un evento di passaggio naturale di un virus?
No, davvero tutto questo non aveva molto senso ed era evidentemente una copertura per qualcos’altro: così mi sono fatto l’idea che la guerra biologica sulla quale gli Usa hanno investito cifre stratosferiche fin dagli anni ’50 del secolo scorso si sia trasformata man mano in una sorta di ibrido tra ricerca militare e business farmaceutico tenuto in piedi da personaggi del sottosuolo scientifico – politico come Fauci. Del resto la favola del passaggio del virus da un pipistrello all’uomo che sarebbe avvenuta nel mercato di Wuhan era roba per idioti ignoranti, una espressione che mi ricorda invincibilmente qualche governatore del Nord Italia con alcune singolari idee sulla cucina orientale: prima di tutto perché i cinesi non mangiano pipistrelli e dunque non c’è ragione che si trovassero al mercato e poi i chirotteri sotto accusa nel caso specifico vivono in una grotta lontana 1500 chilometri da Wuhan. Non c’è dubbio che le probabilità di trovare virus di pipistrello in un laboratorio biologico di virologia dove si studiano virus di pipistrello sono incomparabilmente più alte. Del resto la stessa canea sollevata da Fauci e dai suoi amici scienziati tutti coinvolti nei finanziamenti per la manipolazione virale nel respingere l’origine artificiale era troppo sospetta per per non nascondere qualcosa, come in seguito è venuto alla luce.
E si capisce anche abbastanza bene perché la Cina abbia dato una risposta “militare” alla nuova infezione, nonostante il fatto che si trattasse sostanzialmente di una forma influenzale la quale analogamente a tutte le altre diventa seria solo in presenza di un età molto avanzata e di una concomitanza di patologie gravi: temeva potesse essere un attacco nei suoi confronti, come avvenne nel 1950 -51 e successivamente negli anni ’70. Durante la guerra di Corea le forze americane subirono una serie di disastrose sconfitte per mano delle truppe cinesi e il rapporto di un comitato del Pentagono all’inizio di dicembre del ’50 sottolineava l’importanza di accelerare lo sviluppo di armi biologiche come la febbre Q, la peste e l’antrace insieme a i necessari meccanismi di distribuzione degli agenti patogeni: dai rapporti e dalle testimonianze specie quella di un sergente britannico pare che sia stata diffusa una forma di vaiolo, malattia di cui anche 200 marines si ammalarono. Ma da allora in poi tutto è rimasto segretato, nonostante le accuse, le fughe di notizie e quelle di virus reali che di tanto in tanto hanno costellato le cronache.
Ma con il cambiare del secolo e la paura suscitata dal terrorismo e dalla possibilità che le stesse armi biologiche potessero essere usate contro gli Usa tutto è cambiato e così il budget anti-terrorismo di Fauci è passato da 53 milioni di dollari nel 2001 a 1,7 miliardi di dollari nel 2003. Mettendo da parte il suo lavoro per un vaccino contro l’AIDS, che proprio non riusciva a realizzare, Fauci disse che avrebbe fatto di tutto per trovare difese contro una serie di noti agenti della Guerra Fredda, che erano stati tutti allevati e perfezionati nei programmi americani molti anni prima: brucellosi, antrace, tularemia e peste, per esempio. “Stiamo facendo di questa la massima priorità”, ha detto Fauci. “Stiamo davvero schierando tutte le risorse disponibili”. Ecco quindi che non si trattava affatto di precedere il passaggio di virus dagli animali all’uomo, ma di difendersi dalle stesse creazioni umane già realizzate o potenzialmente realizzabili.
Nel 2005, così tanti soldi erano destinati alla riduzione e contemporaneamente alla preparazione alle minacce biologiche che più di 750 scienziati inviarono una lettera di protesta al National Institute of Health (Nih) guidato da Fauci. La loro affermazione era che le sovvenzioni per studiare le malattie canoniche della guerra biologica – antrace, peste, brucellosi e tularemia, tutte eccezionalmente rare negli Stati Uniti – erano aumentate di un fattore 15 dal 2001, mentre i fondi per lo studio di malattie “normali” diffuse, di grande importanza per la salute pubblica, era diminuito. Ma Fauci è stato fermo nella sua risposta: “Gli Stati Uniti attraverso i suoi leader hanno deciso che questi soldi sarebbero stati spesi per la biodifesa”, ha detto. “Non siamo d’accordo con l’idea che le preoccupazioni sulla biodifesa siano di bassa importanza per la salute pubblica”. Nel 2010, secondo un conteggio, c’erano 249 laboratori BSL-3 e sette laboratori BSL-4 negli Stati Uniti e più di 11.000 scienziati e membri dello staff erano autorizzati a gestire i germi ultra letali nell’elenco dei patogeni selezionati dal governo. Eppure l’unico bioterrorista a memoria d’uomo che ha effettivamente ucciso cittadini americani – l’uomo che ha inviato le lettere all’antrace – si è rivelato essere proprio uno dei ricercatori del governo. Bruce Ivins, un eccentrico scienziato di laboratorio suicida dell’Ohio che ha lavorato nello sviluppo di vaccini a Fort Detrick, avrebbe voluto aumentare il livello di paura in modo da persuadere il governo ad acquistare più vaccino brevettato e geneticamente modificato VaxGen contro l’antrace, di cui era un co-inventore.
Dopo la comparsa della SARS nel 2003, il laboratorio di Ralph Baric, esperto di coronavirus, ha scalato la montagna dei finanziamenti NIH. La SARS era un organismo a “doppio uso”: una minaccia alla sicurezza e una minaccia zoonotica allo stesso tempo. Nel 2006, Baric ha scritto un lungo articolo piuttosto inquietante sulla minaccia dei virus “armabili”. La biologia sintetica ha reso possibili nuovi tipi di “armi di distruzione di massa” virali, ha scritto, implicando, ad esempio, “la produzione rapida di numerose armi biologiche candidate che possono essere rilasciate simultaneamente”, una tattica terroristica dispersa che Baric ha chiamato la “sopravvivenza dell’approccio più adatto”. Nel 2010 Jonna Mazet, uno scienziato veterinario dell’Università della California affermò di aver raccolto campioni da 164.000 animali e umani e di aver trovato “quasi 1.200 virus potenzialmente zoonotici, tra cui 160 nuovi coronavirus, inclusi diversi coronavirus simili a SARS e MERS”. C’è da chiedersi come mai tutta questa abbondante masse di patogeni non sia mai trasmessa all’uomo in 5000 anni di storia conosciuta, mentre adesso sembrava così urgente difendersi da essi: ma la risposta era abbastanza ovvia, si temevano non questi virus in sé, ma ciò che poteva essere costruito in laboratorio partendo da questi elementi naturali, anche perché ormai le tecniche per poter ottenere tali trasformazioni erano diventate più sofisticate.
A questo punto ci sono moltissimi passaggi da tenere in conto e per chi è curioso consiglio la lettura di questo articolo, in realtà quasi un saggio, apparso sull’Intelligencer, ma a me pare chiaro che il contesto in cui è nato il Sars Cov 2 è quello della guerra biologica: non in maniera intenzionale o almeno si spera, ma come incidente inevitabile prima o poi in un contesto in cui la manipolazione virale è massiccia. Che poi sia stato sfruttato per fare giganteschi affari è un altro conto, ma nasce proprio nel contesto dell’ostilità e della guerra, come evento parallelo alla logica demenziale della guerra biologica.
Illustrazione di copertina: Max Loffler

