Pesca d’alto mare
Ogni buon pescatore sa che per catturare un grosso pesce ci vuole abilità e intento consapevole. Una delle prime cose che i pescatori imparano è che non puoi semplicemente tirare su il bestione riavvolgendo la lenza senza fare fatica.
Ci vuole finezza, una specie di danza. Mantenendo sempre una presa ferma, li porti su lentamente, con l’obiettivo principale di logorarli, quasi ipnotizzandoli fino alla sottomissione.
Un popolare sito web di pesca dice a riguardo:
Ricordate che troppa tensione può spezzare la lenza e quando pesci di grandi dimensioni decidono di scappare, la cosa peggiore che potete fare è cercare di tenerli in posizione. Se contrastate la loro fuga, l’unico risultato sarà quello di aumentare le possibilità che la lenza si rompa e la preda vada persa. Impostate invece la resistenza in modo che il pesce possa allungare la lenza continuando a stancarsi. Questo logorerà la preda; alla fine i suoi tentativi di fuga diventeranno più brevi, meno violenti e meno frequenti.
Hmmm. Troppo poco per i miei gusti, eh?
Temo di non essere così entusiasta dell’attuale trambusto riguardo alla nostra apparente vittoria sulla narrativa mainstream. Semplicemente, non ci credo del tutto.
Abbiamo cercato di scappare, per così dire, forse abbiamo fatto un po’ troppo chiasso, così ci hanno concesso un po’ di corda, per non farla spezzare.
Questo scappare non riguarda solo noi da questa parte del recinto, ma anche le pecore. Siamo TUTTI stanchi, abbiamo tutti voglia di uscire da questo pasticcio e farla finita.
Sembra una tattica sensata da parte loro: darci un po’ di lenza, ma tenendoci ancora agganciati e, a quanto pare, ancora sotto il loro controllo.
Tutta questa euforia per aver finalmente vinto una battaglia e sul fatto che la narrativa si sta finalmente sgretolando mi dice che potremmo perderci nei dettagli di un apparente successo ma che, in realtà, abbiamo ancora l’amo saldamente conficcato nella nostra carne, pronto a tirarci di nuovo, dopo un vertiginoso e disorientante assaggio di libertà. E la cosa non mi piace.
Quasi tutti conoscono l’esperimento di Harvard degli anni ’50 condotto da un piuttosto cinico Curt Richter. Alcuni topi venivano messi in una vasca piena d’acqua dove dovevano annaspare freneticamente per sopravvivere. In genere duravano solo 15 minuti circa prima di arrendersi e annegare.
Una seconda serie di esperimenti aveva mostrato che se i topi venivano salvati appena prima di affogare, asciugati e fatti riposare un po’, e poi gettati di nuovo nella vasca d’acqua, potevano resistere e rimanere in vita fino a 60 ore.
Lo avevano chiamato “Hope experiment” (esperimento della speranza, n.d.t.), il che è rilevante dati gli attuali avvenimenti.
Per mantenere in piedi la narrativa, alla gente deve poter rimanere un po’ di speranza. Quando stiamo per gettare la spugna, ci viene leggermente allentata la tensione della lenza e, quando la pressione aumenta di nuovo, con una nuova variante, un nuovo virus o, una svolta a destra radicale, una minaccia di guerra nucleare, potremo continuare ad essere leali e obbedienti al massimo, credendo che non ci faranno annegare ma che saremo salvati all’ultimo minuto dai nostri genitori surrogati e “protettori” archetipici.
Queste tattiche funzionano in modi diversi con le masse su entrambi i lati della recinzione. Le pecore hanno bisogno di un allentamento quando stanno per gettare la spugna dell’obbedienza. Il resto di noi non ha intenzione di gettare la spugna, anzi, sta resistendo per provocare un danno maggiore alla narrativa: la risposta ad entrambe le situazioni è la stessa, ma con risultati diversi a seconda di che lato della recinzione uno occupi in tutto questo pasticcio.
Questo “esperimento della speranza” mi ricorda il lavoro di BF Skinner (anche lui un famoso ricercatore di psicologia ad Harvard e, secondo molti, abbastanza senza cuore). Il suo lavoro con i piccioni alle prese con delle leve per ottenere il cibo lo aveva portato alle conclusione che negli animali, e quindi anche nelle persone, agiva un “principio di indeterminazione”. Se il cibo veniva erogato a intervalli irregolari, i piccioni cominciavano a beccare incessantemente le leve, come impazziti.
Non c’era una corrispondenza o un motivazione per la somministrazione della ricompensa, e quindi il beccare non si fermava mai.
È evidente come queste tattiche psicologiche siano oggi importanti (e sì, per quanto odio ammetterlo, la scienza comportamentale è reale e, anche se non dà risposte a tutte le domande, gli esseri umani, spesso, si comportano davvero come topi e piccioni).
Se qualcosa viene data, portata via, di nuovo concessa e di nuovo portata via, apparentemente per ragioni irrazionali e imprevedibili, si genera follia: intervalli variabili di tensione e rilascio. Un buon modo per far andare fuori di testa le persone.
Sembra che ciò che stiamo vedendo ora, con l’apparente svolta della narrativa mainstream, sia troppo calcolato, troppo veloce, troppo facile e, semplicemente, non così profondo come dovrebbe, perchè si possa cantare vittoria.
Dove sono gli arresti e i procedimenti legali contro i funzionari governativi o i rappresentanti di Big Pharma? Dove sono le denunce per le migliaia di persone che sono state danneggiate dai vaccini? Dov’è l’ammissione che tutto questo non è stato altro che un orribile tentativo di creare un Nuovo Ordine Mondiale? — Un Grande Reset?
Nella Seconda Guerra Mondiale gli Alleati avevano dovuto letteralmente LIVELLARE la Germania prima che i bastardi si arrendessero. Non credo che questa “vittoria” sarà così facile.
Recentemente, James Corbett, quello del “The Corbett Report”, ne ha parlato nel suo programma “New World Next Week“. Ecco cosa ha detto:
“Questo non è il colpo di grazia, letterale o metaforico, questa è la prima salva in un processo lungo anni, decenni di reingegnerizzazione del principio guida della società verso uno stato di biosicurezza, e questo solo per riposizionarne l’infrastruttura.”
Corbett continua dicendo che probabilmente c’è molto altro in arrivo, un altro virus ancora più letale e spaventoso, ad esempio, e che ora tutto è pronto per il prossimo evento terrificante.
Quindi, forse la Covid è finita. Forse quel filone si è esaurito. Forse non ha lasciato il segno che ci si aspettava, forse non è stata abbastanza letale o forse le varianti non hanno spinto i richiami come previsto. Forse il vaccino non doveva essere un tale disastro.
O forse tutto ha funzionato esattamente come previsto.
Indipendentemente da ciò, hanno fatto una mossa piuttosto importante. Per lo meno sono riusciti a normalizzare quasi tutti i principali obiettivi che si erano prefissati.
Gli obiettivi come i passaporti digitali, il punteggio di credito sociale, la valuta digitale e la conformità cieca, catatonica e ovina, solo per citarne alcuni, forse non si sono radicati nel funzionamento quotidiano della società così a fondo come si aspettavano, ma ora questi concetti sono certamente normalizzati e visti dalle masse come fattibili probabilità (e alcuni di questi obiettivi, come “l’obbedienza cieca, stupefatta e da pecora”, sono ormai ben consolidati).
Ci vorrà molto meno sforzo in futuro per rimetterli in atto e portarli alla piena funzionalità
Hannah Arendt, una delle più incredibili paladine della verità del secolo scorso, aveva scritto nella sua opera fondamentale Le origini del totalitarismo:
“Un misto di creduloneria e cinismo era stata una caratteristica eccezionale della mentalità della massa prima che diventasse un fenomeno quotidiano. In un mondo incomprensibile e mutevole, le masse erano arrivate al punto in cui avrebbero, allo stesso tempo, creduto a tutto e a niente, pensando che tutto fosse possibile e che nulla fosse vero.
Questo miscuglio, in sé, era abbastanza notevole, perché aveva segnato la fine dell’illusione che l’ingenuità fosse una debolezza di ignare anime primitive e il cinismo il vizio di menti superiori e raffinate. La propaganda di massa aveva scoperto che il suo pubblico era sempre pronto a credere al peggio, non importa quanto assurdo e che non si sarebbe opposto particolarmente all’inganno, perché riteneva comunque che ogni affermazione fosse una bugia.
I leader totalitari basavano la loro propaganda sul corretto presupposto psicologico che, in tali condizioni, si sarebbe potuto un giorno far credere alle persone le cose più fantastiche e confidare che, se il giorno dopo fosse stata data loro una prova inconfutabile della loro falsità, avrebbero cercato rifugio nel cinismo; invece di abbandonare i leader che avevano mentito, avrebbero giurato di aver sempre saputo che l’affermazione era una bugia, e avrebbero ammirato i leader per la loro superiore intelligenza tattica.”
Anche se non credo che le masse vedano tutto come una bugia, credo che, se si dimostrasse che è tutta una bugia, questo non avrebbe quasi alcun effetto. Non ho ancora sentito alcuna ammissione di colpa da parte delle pecore.
Tutto ciò che sta accadendo è vissuto dalle pecore come “ordinaria amministrazione” … forse sono venute alla luce alcune cose che prima non erano note (secondo loro), ma vedono tutto questo come una loro vittoria – hanno battuto la Covid indossando le mascherine, chiudendosi in casa, diffamando i cattivi non vaccinati.
I “te l’avevo detto” che provengono dalla nostra parte del recinto stanno cadendo nel vuoto. “I pazzi hanno malmenato il semidio Fauci, ma per molti continua ad essere un semidio”.
Come fa notare abilmente la Arendt, le pecore continuano ad “ammirare i loro leader per la loro superiore intelligenza tattica” indipendentemente da qualsiasi “arretramento e cambiamento di narrativa,” come, secondo noi, Fauci ha effettivamente fatto.
Sì, alcuni hanno fatto delle “giravolte”, per così dire. Forse anche molti. Ma è qui che viene alla luce l’analogia della pesca.
I poteri che contano vedono le pecore che cercano di scappare, un tentativo di fuga anche piccolo, ma comunque sentono i mugugni delle masse sull’efficacia dei vaccini, sull’inutilità dei richiami – lo sfinimento dovuto alle quarantene, le mascherine e le restrizioni sociali.
Dicono: “forse è il momento di dar loro un po’ di lenza… di lasciarli riposare un po’… prima di tirarli sù e acchiapparli con il retino, gettarli nel secchio con le code che sbattono… e portarli dall’imbalsamatore” . Quindi, alcuni di loro hanno iniziato a far giravolte (scappare) e la narrativa è cambiata per dar loro un po’ di fiato.
Detto questo, non credo che le cose siano cambiate di molto a pecoropoli.
Certamente, la maggior parte delle persone normali non ha mai creduto a ciò che si trova nelle profondità della tana del coniglio, perchè una cosa del genere provocherebbe un orrore ben maggiore di quello evocato da provvedimenti governativi, virus e vaccini (come sottolinea James Corbett). Pochi percepiscono le implicazioni della valuta digitale, della perdita delle libertà costituzionali, del credito sociale, dei passaporti vaccinali o simili.
L’agenda in questo livello generale di controllo può, così com’è ora, continuare senza intoppi, Covid o non Covid.
Da questo punto di vista, non abbiamo davvero vinto nulla. Possiamo forse cantare vittoria se Fauci, i suoi compatrioti e tirapiedi al NIAID, NIH, HHS, FDA e CDC rimangono in carica?
Finché continua la campagna diffamatoria per eliminare trattamenti efficaci ed economici? Finché i vaccini sono obbligatori o anche solo raccomandati senza un consenso informato?
Possiamo veramente cantare vittoria mentre ci sono persone che continuano a soffrire di danni da vaccino e non vengono nemmeno prese in considerazione?
Possiamo davvero credere che la narrativa si stia sgretolando quando gli autori di questi efferati crimini contro le costituzioni e l’umanità non vengono assicurati alla giustizia?
Possiamo dormire sonni tranquilli sotto la falsa euforia della vittoria quando decine di migliaia di medici, ricercatori e scienziati continuano ad essere perseguitati e a rischiare carriera, reputazione e libertà di parola?
Potrei andare avanti all’infinito.
No, questa narrativa non comincierà a “sgretolarsi” fino a quando non verranno portate alla luce altre prove che questa è solo un’altra tattica nell’agenda in corso.
Ma… forse mi sbaglio. Forse ci vuole solo un po’ di tempo per uccidere tutte le teste dell’idra. Ucciderne solo una non sarà sufficiente, ricresceranno, forse abbiamo appena ucciso una o due teste e ci vorrà del tempo per ucciderle tutte.
Forse il convoglio dei camionisti canadesi, gli annunci di Boris Johnson nel Regno Unito, la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sono davvero segni del crollo dell’agenda e del taglio di alcune delle tante teste dell’idra, mozzate dalla spada della giustizia e dal buon senso.
Non voglio disperare, ma penso che, come minimo, dobbiamo rimanere cauti, con le spade continuamente sguainate e sempre pronte.
Off-Guardian (articolo originale) / Traduzione a cura di Comedonchisciotte / Illustrazione di copertina: Vova Krapivin