Porsi domande non è ancora un reato…
A porsi dubbi è il Professor Christian Perronne, PhD, Docente di malattie infettive e tropicali presso la Facoltà di Medicina di Paris-Ile de France-Ouest, Università di Versailles-St Quentin. Attualmente capo del ‘Dipartimento per le malattie infettive’ presso l’Ospedale Universitario ‘Raymond Poincaré’ di Garches, appartenente al ‘gruppo ospedali universitari’ della Grande Parigi. Tra l’altro Perronne è un convinto ipervaccinista. Insomma, un fiero pro-vax a favore anche degli undici vaccini da iniettare ai bimbi francesi, che si interroga.
Sì, perchè stavolta il seguace di Louis Pasteur non ha esitato a dichiarare di non capire ‘quale mai potrebbe essere il vantaggio di un vaccino generalizzato per una malattia la cui mortalità è prossima allo 0,05%‘… Insomma, Perronne ha seri dubbi che una vaccinazione di massa sia poi necessaria. Inoltre, i rischi della vaccinazione potrebbero essere anche maggiori dei benefici, giacché lo sviluppo e la valutazione di questi prodotti sono stati troppo affrettati. Nessun risultato ne prova ancora in effetti l’efficacia.
Ad oggi abbiamo letto solo i comunicati stampa dei produttori industriali, che hanno pure visto le loro azioni salire sul mercato finanziario. Ma nessuno ha specificato – sostiene Perronne – la cosa peggiore: i primi “vaccini” che ci verranno offerti NON SONO DEI VACCINI, ma prodotti di terapia genica (cioè, dei modificatori genetici). in sostanza verranno iniettati acidi nucleici che causeranno la produzione di parti del virus da parte delle nostre stesse cellule. Senza che al momento tuttavia conosciamo assolutamente le conseguenze di questa iniezione, poiché sarà la prima somministrazione genica nell’uomo.
E se le cellule di alcuni soggetti “vaccinati” poi producessero troppi elementi virali, al punto di provocare reazioni incontrollabili nel corpo? La risposta non c’è. È noto che le prime terapie geniche saranno con l’RNA, ma ci sono progetti già con il DNA. Di norma, nelle nostre cellule il messaggio viene inviato dal DNA all’RNA, ma in determinate circostanze è ora possibile fare il contrario, soprattutto perché le nostre cellule umane contengono da sempre dei retrovirus “endogeni” integrati nel DNA dei cromosomi.
Ebbene, questi retrovirus “addomesticati” che ci abitano sono generalmente innocui (fatto salvo l’HIV, proprio del retrovirus dell’AIDS, ad esempio), ma possono produrre un enzima, la trascrittasi inversa, in grado di trascrivere il messaggio all’indietro, dall’RNA fino al DNA. Il che significa che “un RNA estraneo al nostro corpo e somministrato tramite una iniezione, potrebbe codificare DNA altrettanto estraneo e permettergli di integrarsi nei cromosomi. Col conseguente rischio effettivo di provocare una trasformazione permanente dei nostri geni.
C’è anche il rischio, perciò, modificando gli acidi nucleici di ovuli o sperma, di trasmettere tutte le modificazioni genetiche ai nostri figli. Quindi pare chiaro che terapie geniche e vaccini non siano esattamente la stessa cosa. E che a noi potrà toccare di diventare inconsapevoli cavie. Di certo chi lavora al vaccino si attende effetti di protezione personale, ma non degli impatti feroci sulla trasmissione del virus e dunque anche sulle reali dinamiche dell’epidemia.
Il Professor Perronne si è detto inorridito, lui che è sempre stato a favore dei vaccini e per anni ha presieduto gli organismi che formulano le politiche sui vaccini. A giudizio di Perronne, sarebbe ora che scienza, etica medica ebuon senso riprendessero il sopravvento… Specie ora che una dittatura sanitaria ha preso netto potere e che il fragile confine fra narrazione e provvedimenti governativi sia stato cancellato dai fatti: non si può scegliere fra la salute e la libertà. La prima è necessaria, ma la seconda lo è ancor di più e non si può cedere la seconda al potere di Stato incapace di garantire la prima.
Fonte: https://www.facebook.com/lucio.rizzica/posts/10222082175035261
Illustrazione di copertina: Davide Bonazzi