Psicopatologia dei tecnici
Dare il potere ai tecnici – e davvero non importa se si tratti di tecnici della finanza o della sanità – significa sempre e comunque dare potere a degli psicopatici.
Per il tecnico, la propria disciplina ha un primato su tutte le altre e la risoluzione tecnica del problema posto va perseguita “whatever it takes”, ovvero senza curarsi minimamente di eventuali conseguenze esteriori al proprio ambito disciplinare quali, per esempio, povertà o disoccupazione.
La politica, in origine, era la disciplina preposta a impedire questa deriva delirante, ovvero la disciplina che connetteva le altre e che era guidata da una visione d’insieme della società.
La sottomissione della politica ai soli interessi delle classi dominanti, negli ultimi decenni, si è realizzata attraverso il dispositivo pseudo-razionale dell’attribuzione di primato a vari ambiti specialistici – prima la finanza, poi la sanità – e attraverso la totale noncuranza dei costi umani e sociali, ovvero estromettendo l’uomo dalle finalità per cui una società esiste e si riproduce.
Certo, la propaganda dei tecnici sostiene di curarsi della salute degli uomini. Cancellando la vita e le sue relazioni, infatti, si cancella il rischio di morte. Ma cancellando le relazioni e la vita, si cancella l’umano dall’orizzonte teleologico del tempo.
Se da una parte dobbiamo fare guerra al ceto politico responsabile di tutto questo, dall’altra dobbiamo il prima possibile lanciare un attacco volto a screditare, delegittimare totalmente, quest’orda di psicopatici in camice bianco che sta impazzando ogni giorno sui media nonché impartendo ordini a una politica regredita allo stadio larvale.
La necessità strategica di lanciare una grande campagna di delegittimazione contro i Tele-Virologi
L’insieme dei tele-virologi va contrastato e occorre iniziare a farlo immediatamente. Il ruolo dei tele-virologi è formalmente privo di facoltà decisionale ma, ciò malgrado, risulta strategicamente più decisivo di quello di qualsivoglia premier o ministro.
Il problema della politica, in questo momento, consta del fatto di essere uno strumento che si limita a obbedire alle direttive degli organismi sovranazionali controllati dalle grandi corporation. Ovvero: l’OMS dispone gli ordini, il WEF delinea gli indirizzi di lungo termine e i governi obbediscono.
Dal momento che però, nell’obbedire, i politici oscillano e temporeggiano perché devono tener conto dell’opinione pubblica e delle associazioni di categoria, ecco il ruolo da una parte di mediazione e dall’altra di avanguardia che viene svolto dai tele-virologi.
Il ruolo è di mediazione perché, suggerendo e consigliando, essi fanno da tramite tra corporation e governi al fine di rafforzare la linea d’indirizzo delle prime, ovvero l’indirizzo del lockdown permanente. Ma il ruolo è altresì di avanguardia perché, imperversando sui media e lanciando profezie, essi fanno accettare all’opinione pubblica le serrate dell’immediato futuro e pongono le basi per una progressiva e futura accettazione del lockdown senza fine.
Dal punto di vista dei milioni di italiani che rischiano di perdere il lavoro attraverso il lockdown, anche se le chiusure sono poi ordinate dai governi, i tele-virologi rappresentano la minaccia più immediata perché, qualora vi siano margini di mediazione tra politica e categorie professionali, i tecnici sanitari sono appunto lì per scongiurarla.
Questa piccola cricca di narcisisti e di sociopatici, va dunque fermata attraverso una vasta campagna di delegittimazione volta a colpirne la credibilità e a denunciarne la funzione attentatrice alle condizioni di vita di milioni di lavoratori e, nel caso della recente dichiarazioni di Crisanti contro l’andare alle urne, anche la funzione eversiva dell’ordine costituzionale.