Attualità,  Società

Quella scissione sociale che non si ricomporrà mai più

Ammettiamo pure che il sistema capitalista occidentale riacquisisca la sua originaria inclinazione pragmatica, mediatrice e gradualista, che la follia estremistico-visionaria di Schwab, Gates e compagnia venga messa all’angolo e che dunque, alla fine, l’emergenza pandemica finisca entro il 2021 come detto o auspicato da Joe Biden, dalla rivista Science e, in ultimo, dalla multinazionale finanziaria JP Morgan.

Se davvero andasse così, inanzitutto bisognerebbe vedere che cosa un anno di stato d’eccezione ci avrebbe lasciato in termini di cambiamento irreversibile.

Vent’anni fa, lo stato d’eccezione generato dall’11 settembre e dalle campagne di guerra che sono seguite, ha consegnato al futuro cambiamenti sociali e istituzionali che – tra giornalismo embedded, polarizzazione tra complottismo e anticomplottismo, Patriot Act – si sono rivelati tutt’altro che lievi. Inoltre, l’esperimento che si sta materializzando in questi giorni in Israele, ci dimostra come il “ritorno alla normalità” possa benissimo coincidere con l’istituzionalizzazione definitiva del distanziamento sociale.

Eppure, volendo fare una classifica delle preoccupazioni, il nuovo ordine sociale non credo sia la prospettiva più allarmante.

Ciò che ci sta consegnando un orizzonte deprivato del futuro consta, soprattutto, della profondità della scissione sociale a cui stiamo assistendo.

Tra i sostenitori e i critici della narrazione mediatico-istituzionale, non vi è solo una lacerazione politico-ideologica, ma anche una distonia cognitiva riguardante il concetto di realtà e, soprattutto, una stigmatizzazione morale assoluta.

Personalmente, come esponente del segmento sociale ch’è latore d’una visione critica, non penso che, una volta che tutto questo dovesse parzialmente finire, i rapporti con chi si è schierato dalla parte del potere costituito potrebbero tornare normali.

E’ venuta meno la stima personale. La lacerazione ha riguardato amicizie lunghe una vita, rapporti professionali e parentali.

A questa condizione di separati in casa, potremo reagire – noi della parte critica – solo generando un contropotere costituente, una società parallela, una rete comunitaria.

Riccardo Paccosi

Illustrazione di copertina: Borja Bonaque

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