Attualità,  Economia

S.O.S. H2O

Siamo fatti al 70% di acqua. Esattamente tanto quanto è ricoperta la superficie terrestre e di cui il 97% è mare. Del restante 3% solo un terzo è utilizzabile senza l’impiego di trattamenti costosi e ad alto consumo di energia.

2 miliardi di persone oggi non hanno accesso all’acqua potabile; si stima che l’80% di queste entro il 2030 sarà costretta ad abbandonare il proprio territorio; 3-4 miliardi soffriranno per carenza di acqua entro il 2050.

8 milioni sono le persone morte solo nel 2020 a causa di malattie legate all’indisponibilità dell’acqua, 20 milioni quelle morte per fame e sete e che potrebbero presto raddoppiare. Atro che Covid.

Negli ultimi 20 anni l’Unesco e la Banca Mondiale hanno documentato più di 500 conflitti legati al controllo idrico.

10 anni sono passati da quando le Nazioni Unite hanno incluso l’accesso all’acqua tra i “diritti universali e fondamentali”.

9 anni e 7 governi sono passati in Italia senza che nessuno convertisse in legge il referendum in cui 26 milioni di cittadini hanno votato per la gestione pubblica dell’acqua.  

Eppure ad oggi secondo Lifegate più di 1 persona su 2 mostra scarso interesse sull’argomento.

Numeri che dovrebbero far riflettere. Ma “a dare i numeri” non siamo noi, a farlo è questo nuovo mondo, che alla fine non è altro che la versione peggiore di quello di prima, nonostante molti si ostinino ancora a non volerlo vedere.

E così, mentre la minaccia dell’emergenza idrica si fa sempre più concreta – nell’indifferenza generale – il bene più prezioso in assoluto da cui dipende la nostra stessa vita, lo scorso dicembre è stato quotato in borsa per la prima volta nella storia, diventando ufficialmente un potenziale oggetto di investimenti e speculazione finanziaria.

Non che il business dell’acqua non fosse già di dimensioni gigantesche – in gran parte in mano a multinazionali come Nestlé, Danone e Coca Cola – ma la notizia della sua quotazione a Wall Street è certamente l’ennesimo segnale della tendenza attuale ad una sempre maggiore concentrazione monopolistica, così inarrestabile da mirare addirittura al controllo globale di un diritto essenziale che per la sua stessa natura non dovrebbe essere negoziabile in quanto appartiene a tutti.

Ma è questa l’epoca in cui viviamo. Un’epoca in cui la madre della vita diventa una commodity come l’oro o il petrolio e il cui prezzo diventerà dipendente dalle banche e dagli investimenti di pochi grandi gruppi a scapito soprattutto delle popolazioni più vulnerabili. E il tutto fortemente voluto dal Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e con il placet dell’Unione Europea.

Tranquilli, stanno già dicendo che lo fanno per il bene dell’umanità, per proteggerla dai rischi di carestie e siccità. Che finalmente la finanza si sta interessando al tema della salvaguardia del pianeta. E molti di voi ci crederanno, ammaliati dal marketing della sostenibilità e del green new deal, il perfetto impianto narrativo attraverso il quale stiamo cedendo tutto in cambio di un futuro che contrariamente agli slogan, ci vedrà sempre più distanti dalla natura e dal prossimo, sempre più dipendenti da un sistema globale.

“Sono molto preoccupato che l’acqua venga ora trattata come oro, petrolio e altre materie prime che vengono scambiate sul mercato dei futures di Wall Street”, ha affermato Pedro Arrojo-Agudo, relatore speciale sul diritto all’acqua potabile alle Nazioni Unite. “… è una risorsa per l’economia ma il suo valore è molto più di questo. L’acqua ha una serie di valori vitali per la nostra società che la logica del mercato non riconosce e quindi non può gestire adeguatamente, figuriamoci in uno spazio finanziario così incline alla speculazione. Mentre sono in corso discussioni globali sui valori ambientali, sociali e culturali dell’acqua, la notizia che verrà scambiata sul mercato dei futures di Wall Street mostra che il valore dell’acqua, come diritto umano fondamentale, è ora minacciato.”

Difficile tralasciare l’aspetto etico di fronte alla volontà incontrastata di ridurre un bene dal quale dipende la sopravvivenza umana a un contratto da scambiare, una merce su cui scommettere. Ma questo ultimo anno ci ha insegnato, ancora una volta nella storia, che la maggior parte delle persone sa abituarsi davvero a tutto. Come una massa telecomandata e remissiva, attraverso una subdola propaganda di passaggio alla nuova normalità, si arriva addirittura ad accettare e percepire come necessario il declassamento di concetti come la stessa etica, la democrazia e la libertà, ormai denudati dei loro significati vitali.

Ma volendo anche trascurare questi aspetti, non mancano di certo gli esempi nella storia recente di cosa potrà significare concretamente la possibilità di speculare sull’acqua come già da decenni succede con il petrolio.

Stando ai dati dell’Onu, nel giro di trent’anni la domanda d’acqua sarà più che raddoppiata rispetto ad oggi e, secondo la logica della finanza, quando la domanda di un bene cresce ma la sua disponibilità diminuisce, questo diventa prezioso e di interesse strategico per Stati e multinazionali. Gli scenari che si delineano, alla luce delle previsioni emergenziali per l’umanità, sono quindi ben più che un’ipotesi.

Già anni fa, Ismail Serageldin, l’ex vicepresidente della Banca Mondiale, lanciava l’allarme: “Se le guerre del ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del ventunesimo avranno come oggetto l’acqua”

Ora manca solo che ci portino via anche l’aria. E vedendo la facilità con la quale molti vanno in giro mascherati all’aperto senza porsi più nemmeno domande, non è poi così difficile pensare che ci si abituerà anche a quello.

Mario Percudani

Illustrazione di copertina: Sébastien Thibault

Fonti:

https://gas.social/2020/12/siamo-allacqua-quotata-in-borsa/

https://generazionifuture.org/acqua-e-finanza-il-nuovo-business-dei-falchi-di-wall-street/

https://www.greenme.it/consumare/acqua/acqua-borsa-mercati-azionari/

https://www.ilgiornalepopolare.it/roma-lacqua-quotata-in-borsa-come-oro-e-petrolio-arrivano-gli-speculatori/

https://www.ohga.it/che-ne-sara-dellacqua-ora-che-e-diventata-un-bene-quotato-in-borsa-su-cui-si-potra-speculare/

https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/acqua-una-risorsa-preziosa-da-proteggere/

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *