Salute e commercio di malattie
C’era una volta il Disease Mongering
Se c’è un argomento di cui non si parla mai, questo è il disease mongering.
In italiano potrebbe essere tradotto con un generico “commercializzazione delle malattie” o “mercificazione delle malattie“; la capacità, cioè, di riuscire a generare un mercato farmaceutico intorno ad una condizione umana classificata artificialmente come malattia; io lo banalizzo in “fare assumere farmaci a soggetti sani“.
L’andazzo è così diffuso che il BMJ pubblicò, nel lontano 2002, un articolo dal titolo “alla ricerca delle non-malattie”, contenente centinaia di condizioni, ascrivibili alla normale condizione umana (calvizie, cellulite), ritenute invece, dalla medicina, vere e proprie patologie.
Famoso è il riferimento a Henry Gadsen, Direttore Generale di Merck & Co. che, nel 1977, disse:
Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque.
La domanda che ci dovremmo porre, in un sistema dove finanche la salute è divenuta merce, è quale sia il limite etico superato il quale l’uso di farmaci divenga abuso; cioè quando un farmaco passa, da strumento utile al benessere psico-fisico di una persona, a merce da vendere a qualsiasi costo, sfruttando tutti gli strumenti (potentissimi) del marketing contemporaneo.
NB: stiamo somministrando i famosi (farmaci) vaccini anticovid ad una classe di soggetti (sani) che non corrono il pericolo, oggettivamente, di sviluppare conseguenze serie dall’infezione: i bambini.
Questa pratica, pubblicizzata attraverso il “salviamo i nostri vecchi, vacciniamo i bambini”, può essere considerata eticamente, e moralmente, accettabile?
Cosa è la salute
Un altro punto da chiarire riguarda il concetto di salute, perché dobbiamo capire se effettivamente le “politiche sanitarie” messe in atto dal governo abbiano avuto, letterale, l’obiettivo di farci stare in salute.
A tal proposito, mi torna in mente sempre una frase dell’amabile Aldous Huxley:
La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano.
L’uomo in salute
L’OMS, nel 1948, definì così la salute:
Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità1.
* * *
Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, la salute è una risorsa per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche.
La salute si raggiunge allorché gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse, in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali e materiali).
Salute e malattia non sono pertanto condizioni che si escludono a vicenda, bensì punti terminali di una comune continuità2.
In bibliografia3 altre definizioni di salute.
Leggendo queste esplicitazioni dovremmo capire, o quantomeno intuire (per quanto l’intuizione sia virtù sopraffina), che salute non equivale a non essere malati; salute è un concetto ampio che abbraccia l’uomo nella sua vita intima, nella società e negli affetti; non a caso molti anziani si sono “lasciati morire” perché rimasti soli…
L’uomo sano
Ho voluto porre l’attenzione (in breve) sui due aspetti precedenti, perché questi due temi non hanno mai fatto parte del dibattito pubblico, avete mai sentito qualcuno menzionare il Disease Mongering?
Per quanto tutti parlino di salute pubblica, avete mai sentito qualcuno spiegare la definizione di salute?
È anche grazie alla mancanza di basi sui due punti in oggetto, che ci si è dimenticati dell’esistenza de l’uomo sano, quell’essere mitologico ormai sostituito da l’uomo non vaccinato (soggetto che da un punto di vista medico non ha alcun senso) o da l’uomo novax (soggetto politico, dissidente).
Abbiamo sempre sostenuto che le parole contano, soprattutto in politica, ed è giunto il momento di riappropriarsi di parole semplici come salute e sano, anche perché sono intimamente collegate a noi stessi e alla nostra esistenza, “…è il nostro ultimo piccolo spazio. All’interno di quel centimetro siamo liberi” (semi cit.).[1] CONSTITUTION OF THE WORLD HEALTH ORGANIZATION
[2] (diapositiva 1)
[3] Altre definizioni di salute:
La salute è il prodotto di una relazione armoniosa tra l’uomo e la sua ecologia. (Rossdale, 1965)
… La salute non è una condizione statica di equilibrio perfetto; al contrario, essa consiste in uno sforzo continuo di adattamento alle mutevoli condizioni ambientali…
… La salute è una condizione di armonico equilibrio funzionale, fisico e psichico, dell’individuo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale… (A.Seppilli, 1966)
La salute è lo stato di capacità ottimale di un individuo per l’efficace svolgimento dei ruoli e dei compiti per i quali egli è stato socializzato. (Person, 1972)
La salute è l’adattamento perfetto e continuo di un organismo al suo ambiente. (Wylie, 1970)
… L’uomo per serbare salute e benessere, per tutelare e migliorare la qualità della vita, deve mantenersi in equilibrio col suo mondo…” (G. Cosmacini, 1973)
… Il segreto della salute e della felicità risiede nella capacità di adattarsi con successo, anche il minimo possibile, alle condizioni eternamente mutevoli del mondo: il prezzo che si paga per gli insuccessi di questo grande processo di adattamento sono la malattia e l’infelicità… (H. Selye, 1974)
Stato di salute è una condizione di continuo adattamento e perfezionantesi equilibrio tra organismo (corpo e psiche) e l’ambiente naturale e sociale, fino al raggiungimento del completo benessere fisico, psichico, spirituale, sessuale, ecologico.
Il termine benessere va preso nelle sue accezioni di benessere oggettivo (star bene), soggettivo (sentirsi bene) e psicologico (sapere ed essere convinti di star bene). (C. Bo, 1977)
Originariamente pubblicato su frontiere.me/ Illustrazione di copertina: Daniel Hertzberg